La sicurezza mineraria non è un concetto generico, ma una disciplina complessa e autonoma, parte integrante del diritto minerario. Questo settore, data la sua intrinseca pericolosità e le condizioni ambientali estreme, richiede un impianto normativo e organizzativo altamente specializzato che si affianca, e in molti casi prevale, sulla normativa generale in materia di salute e sicurezza.

In questa guida esploreremo le specificità del diritto minerario, i rischi unici del settore estrattivo, il quadro normativo che lo disciplina, le figure professionali chiave coinvolte nella sicurezza mineraria e le differenze fondamentali rispetto alla sicurezza in altri settori produttivi.

Diritto minerario: un ramo a parte e una disciplina specifica

Il diritto minerario è un ramo del diritto pubblico che regola l’attività di ricerca e coltivazione delle risorse minerarie. Questo include le miniere (sostanze di seconda categoria, ad esempio minerali metalliferi, carbone, zolfo, salgemma), le cave (sostanze di prima categoria, come marmo, granito, sabbia, ghiaia, argilla) e le risorse geotermiche.

La sua autonomia deriva dalla particolare natura dei beni del sottosuolo, considerati di rilevanza strategica per l’economia e lo sviluppo nazionale.

A differenza di altri settori, l’attività mineraria si basa sull’utilizzo di risorse che, per legge, non sono di libera disponibilità privata, ma appartengono allo Stato. La loro estrazione è quindi soggetta a un regime di concessione e autorizzazione rilasciato dalle autorità competenti, con un controllo pubblico costante.

L’importanza del diritto minerario non si limita alla regolamentazione tecnica delle attività estrattive, ma si estende alla gestione dei rischi ambientali e, crucialmente, alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

Le operazioni in ambienti sotterranei, o in cave a cielo aperto ma con fronti instabili, creano condizioni di lavoro estremamente complesse e intrinsecamente più pericolose rispetto a quelle presenti in altri settori industriali. È proprio per questa specificità che il diritto minerario ha sviluppato un apparato normativo e organizzativo specifico per la sicurezza mineraria, che integra e in parte deroga la normativa generale sulla sicurezza sul lavoro.

Rischi di infortunio e malattie professionali nel settore minerario

L’attività mineraria presenta un profilo di rischio elevatissimo, sia per gli infortuni che per le malattie professionali. La probabilità di eventi gravi o addirittura fatali è significativamente superiore alla media nazionale, rendendo indispensabile un sistema di prevenzione estremamente rigoroso e capillare.

Infortuni più comuni in miniera

Tra i rischi immediati che possono causare infortuni gravi o mortali, troviamo:

  • crolli di pareti rocciose o tetti di gallerie: la stabilità delle strutture geologiche è una preoccupazione costante, aggravata da vibrazioni, scavi e alterazioni idrogeologiche.
  • Caduta di materiali dall’alto: pietre, detriti, attrezzature che possono precipitare su operatori e macchinari.
  • Incidenti dovuti a scavi mal consolidati o uso improprio di esplosivi: le operazioni di perforazione e volata (utilizzo di esplosivi) richiedono procedure estremamente rigorose e competenze specifiche per evitare detonazioni premature o danni strutturali.
  • Guasti nei macchinari di sollevamento o trasporto: gru, nastri trasportatori, elevatori e veicoli speciali operano in condizioni gravose e il loro malfunzionamento può avere conseguenze catastrofiche.
  • Esposizione a gas tossici o asfissianti: in ambienti sotterranei possono accumularsi gas naturali (metano, idrogeno solforato) o derivanti da processi geologici (radon) o dalla combustione/esplosioni (monossido di carbonio, ossidi di azoto), che possono causare intossicazioni o asfissia.
  • Polveri sottili e respirabili: la lavorazione dei minerali produce grandi quantità di polveri, tra cui la silice cristallina respirabile, una delle cause principali di malattie professionali gravi.

Malattie professionali più comuni in miniera

Dal punto di vista sanitario, le malattie professionali tipiche del settore minerario sono spesso debilitanti e croniche:

  • silicosi: malattia polmonare irreversibile causata dall’inalazione prolungata di particelle di silice cristallina.
  • Asbestosi: fibrosi polmonare causata dall’esposizione all’amianto (presente in alcune formazioni rocciose).
  • Ipoacusie da rumore prolungato: causate dall’uso di macchinari pesanti e perforatrici.
  • Disturbi muscolo-scheletrici: dovuti a posture incongrue, movimenti ripetitivi e movimentazione manuale di carichi.
  • Malattie respiratorie croniche: broncopneumopatie ostruttive legate all’esposizione a polveri e fumi.

La presenza continuativa di agenti chimici e fisici nocivi rende indispensabile una sorveglianza sanitaria continua e mirata, oltre all’adozione di dispositivi di protezione individuale (DPI) e collettiva (DPC) specifici.

Il Quadro Normativo specifico della Sicurezza Mineraria

La sicurezza mineraria è regolata da un insieme articolato di norme che integrano la legislazione generale con disposizioni specifiche di settore.

  • Regio Decreto 29 luglio 1927, n. 1443 – Legge Mineraria:Questa legge storica stabilisce il principio fondamentale per cui le sostanze minerali di interesse economico non appartengono ai proprietari del suolo, ma allo Stato. Introduce quindi un regime di concessione e autorizzazione per la ricerca e l’estrazione, definendo le autorità competenti (Ministero, Regioni, Autorità minerarie locali).Per la sicurezza, è cruciale che l’attività mineraria sia soggetta a controlli preventivi e prescrizioni tecniche imposte dall’autorità. La sicurezza dei lavoratori è una condizione imprescindibile per ottenere e mantenere le concessioni.
  • Regio Decreto 9 aprile 1933, n. 1175 – Testo Unico delle Leggi sulle Miniere e sulle Cave (TULMC):È il principale riferimento normativo storico per le attività minerarie. Regola la ricerca, la coltivazione e la sospensione delle attività estrattive, le responsabilità tecniche e la tutela del lavoro e sicurezza mineraria in cava e miniera.Aspetti chiave per la sicurezza:
    • obbligo della direzione tecnica dell’attività da parte di personale abilitato (ingegneri minerari o geologi).
    • Obbligo del sorvegliante di cava o miniera, con compiti di vigilanza sulla sicurezza.
    • Potere di vigilanza e sospensione delle attività da parte delle autorità minerarie in caso di violazione delle norme di sicurezza.
    • Obbligo di redazione di documentazione tecnica, come il progetto di coltivazione e i piani di sicurezza mineraria.

Il regolamento di polizia mineraria

  • Regolamento di Polizia Mineraria (D.P.R. 128/1959 e successive modifiche):Questa è la norma tecnica di dettaglio che definisce come devono essere svolte le attività estrattive in condizioni di sicurezza. Si applica a miniere sotterranee, cave a cielo aperto, trivellazioni e impianti connessi.Contenuti principali:
    • Requisiti tecnici stringenti per impianti, gallerie, fronti di scavo.
    • Misure di prevenzione specifiche contro crolli, gas, polveri, incendi, rumore.
    • Regole dettagliate su trasporto di materiali, ventilazione, uso di esplosivi.
    • Obbligo di formazione tecnica specifica per gli operatori.
    • Obblighi di sorveglianza, registrazione delle ispezioni e gestione dei pericoli noti o presunti. Il Regolamento di Polizia Mineraria è oggetto di revisione e aggiornamenti da parte delle Regioni, a cui oggi è stata devoluta la competenza prevalente in materia.

Il testo unico sulla sicurezza sul lavoro

  • Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 – Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro (TUSL):Sebbene sia la norma generale sulla sicurezza per tutti i settori, si applica anche al settore minerario, ma con adattamenti e integrazioni.Aspetti principali per il settore minerario:
    • Obbligo per il datore di lavoro di valutare i rischi e predisporre il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
    • Presenza del Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP), del Medico Competente, dell’RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) e dell’RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza).
    • Formazione, informazione e addestramento dei lavoratori.
    • Utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
    • Sorveglianza sanitaria periodica. In particolare, il Titolo XI del D.Lgs. 81/2008 contiene norme specifiche sui rischi da esposizione a sostanze pericolose (silice, amianto, polveri sottili), di fondamentale importanza per le attività minerarie.

Direttive Europee per la sicurezza mineraria recepite in Italia

  • Diverse direttive comunitarie hanno avuto un impatto diretto sulle norme minerarie, in particolare:
    • Direttiva 92/91/CEE: sulla sicurezza e salute nelle industrie estrattive mediante perforazione.
    • Direttiva 92/104/CEE: sulla sicurezza nelle industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee. Queste direttive sono state recepite nell’ordinamento italiano attraverso modifiche al D.Lgs. 81/2008 e decreti attuativi, contribuendo all’armonizzazione delle misure preventive tra i Paesi membri dell’UE.
  • Norme Regionali e Regolamenti Locali:A seguito della riforma del Titolo V della Costituzione (2001), la competenza in materia di miniere e cave è passata in buona parte alle Regioni, che oggi legiferano con proprie leggi minerarie e regolamenti tecnici. Ogni Regione può quindi fissare criteri specifici per il rilascio delle concessioni, disciplinare i controlli e le ispezioni, definire ulteriori obblighi di sicurezza o formazione e approvare piani regionali per l’estrazione delle risorse.

Norme Tecniche UNI e Linee Guida INAIL

A supporto delle norme giuridiche, esistono le norme tecniche volontarie (UNI, ISO) e le linee guida redatte da INAIL. Queste forniscono indicazioni pratiche e dettagliate per l’applicazione corretta dei principi di sicurezza, ad esempio:

  • UNI EN ISO 19296:2018 – Requisiti di sicurezza per macchine mobili minerarie.
  • Linee guida INAIL sull’esposizione a silice, sulla gestione delle esplosioni e sul rischio rumore nelle cave.

Il Sorvegliante di Cava: ruolo e abilitazione

Una delle peculiarità della sicurezza mineraria è la presenza di figure professionali specificamente dedicate al controllo delle operazioni, con responsabilità e qualifiche definite dalla legge.

Il ruolo centrale è rivestito dal sorvegliante di cava (o di miniera), una figura obbligatoria prevista dalla normativa mineraria. Il sorvegliante ha la responsabilità di vigilare costantemente sull’osservanza delle norme di sicurezza durante tutte le fasi dell’attività estrattiva. Deve essere adeguatamente formato, possedere un’abilitazione specifica rilasciata dall’autorità competente e deve essere presente in cantiere durante gli orari di lavoro. La sua presenza garantisce un controllo immediato e tecnico sulle operazioni.

Le altre figure tecniche coinvolte nella sicurezza mineraria

Accanto al sorvegliante, operano altre figure previste anche dal D.Lgs. 81/2008, che assumono però una connotazione più tecnica e devono coordinarsi con le disposizioni dei Regolamenti minerari e con le autorità di vigilanza del settore:

  • datore di lavoro: responsabile ultimo della sicurezza, con obblighi specifici di valutazione dei rischi e adozione di misure preventive.
  • Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP): figura interna o esterna all’azienda con competenze specifiche, che supporta il datore di lavoro nella valutazione dei rischi e nell’elaborazione delle misure di prevenzione.
  • Medico Competente: responsabile della sorveglianza sanitaria dei lavoratori, con particolare attenzione alle malattie professionali tipiche del settore minerario.
  • Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS): eletti o designati dai lavoratori, sono il loro punto di riferimento per le questioni di sicurezza, con diritto di consultazione e accesso alla documentazione.

La stretta collaborazione e il coordinamento tra queste figure, sotto la supervisione del sorvegliante e delle autorità minerarie, sono fondamentali per un’efficace gestione della sicurezza.

Sicurezza Mineraria: differenze fondamentali con i settori non minerari

Il settore minerario si distingue dagli altri settori produttivi per la complessità, l’imprevedibilità e la specificità dei rischi presenti, che richiedono un approccio alla sicurezza notevolmente diverso.

  1. Ambiente di Lavoro: a differenza delle attività edilizie o industriali, dove l’ambiente è spesso strutturato e controllabile, il lavoro in miniera o cava si svolge in ambienti intrinsecamente non strutturati, soggetti a mutamenti rapidi e imprevedibili del terreno, delle condizioni geologiche e ambientali (es. accumulo di gas, variazioni di temperatura e umidità, crolli improvvisi). Questo comporta un approccio alla sicurezza mineraria molto più dinamico, basato su una sorveglianza continua, piani di evacuazione dedicati e una costante capacità di adattamento delle misure preventive.
  2. Normativa Specifica: se nei settori ordinari la sicurezza sul lavoro è regolata in modo pressoché uniforme dal D.Lgs. 81/2008, nel comparto minerario tale decreto si applica solo in parte, venendo integrato e spesso derogato da una normativa tecnica e specialistica (Regio Decreto 1175/1933, D.P.R. 128/1959) che si è sviluppata in modo autonomo nel corso del tempo. Questo rende necessaria una competenza giuridica e tecnica molto più approfondita da parte di tutti i soggetti coinvolti nella gestione della sicurezza.
  3. Autorizzazioni e Controlli: il regime di autorizzazioni e controlli è significativamente più stringente nel settore minerario. L’attività richiede permessi specifici e complessi, rilasciati solo previa verifica scrupolosa delle condizioni di sicurezza e dell’impatto ambientale, e soggetti a revisione periodica. Il sistema dei controlli è rafforzato da organi di vigilanza tecnici specialistici, come i funzionari minerari delle Regioni, che hanno competenze ispettive uniche e poteri di sospensione delle attività in caso di grave rischio.
  4. Specificità dei Rischi: i rischi (crolli, esplosioni, gas, polveri) sono differenti per natura e gravità rispetto a quelli di altri settori. Ciò impone l’uso di tecnologie e procedure di prevenzione all’avanguardia, come sistemi avanzati di monitoraggio geotecnico, sistemi di ventilazione complessi, e protocolli rigorosi per la gestione degli esplosivi e delle atmosfere sotterranee.