Il mesotelioma è una rara forma di cancro causata sostanzialmente dall’esposizione alle fibre di amianto, che si sviluppa nelle cellule mesoteliali che rivestono gli organi interni del corpo (torace, addome, pericardio, tonaca vaginale). Nonostante i progressi nella ricerca e nella terapia, non esiste ancora una cura definitiva per questa malattia. Tuttavia, combinare diverse modalità di trattamento può in certi casi prolungare significativamente la sopravvivenza dei pazienti.

L'asbesto è il principale responsabile del mesotelioma

Mesotelioma una rara forma di cancro

Mesotelioma. Uno dei principali ostacoli nel trattamento del mesotelioma è la sua straordinaria rarità, un fattore che può limitare la sensibilizzazione e la consapevolezza del pubblico rispetto ad altre forme di cancro più comuni. In aggiunta, non è facile idividuare precocemente la sua insorgenza.

Esistono diversi fattori che contribuiscono a questa difficoltà. In primo luogo, il periodo di latenza del mesotelioma, cioè l’intervallo di tempo tra l’esposizione all’amianto e la manifestazione dei sintomi, può essere estremamente lungo, anche decenni. Questo ritardo nella comparsa dei sintomi gioca un ruolo fondamentale nella prognosi, dal momento che conoscere lo stadio e il tipo di mesotelioma può consentire azioni tempestive.

Inoltre, i sintomi all’esordio possono essere aspecifici e far quindi ritardare la diagnosi che, se effettuata in fase precoce (stadio 1 o stadio 2) ha una progonsi più favorevole rispetto a una che avviene in fase avanzata. La diagnosi non può prescidnere dalla visita medica e da un’attenta anamnesi che riveli l’esposizione alle fibre di amianto. A queste devono seguire esami di imaging mirati al distretto corporeo colpito, come:

  • RX torace;
  • TC torace con mezzo di contrasto (nel caso di mesotelioma pleurico o pericardico);
  • ecocardiogramma (mesotelioma pericardico);
  • Ecografia testicolare (mesotelioma tunica vaginale).

Ma entriamo nel dettaglio, elencando le principali opzioni terapeutiche e il risultati in termine di aspettative di vita.

Sopravvivenza Prolungata e trattamenti: chirurgia e chemioterapia

Come detto, ad oggi non esiste una cura definitiva, tuttavia i progressi nella terapia del mesotelioma offrono speranza e migliorano significativamente la qualità e la durata della vita dei pazienti. Nello specifico, numerosi studi hanno documentato risultati promettenti ottenuti con la terapia combinata (chirurgia e chemioterapia). Uno degli approcci terapeutici più efficaci per il mesotelioma coinvolge una combinazione di chirurgia e chemioterapia.

Parliamo cioè di un approccio sinergico che mira a rimuovere il tumore dapprima attraverso la chirurgia e a distruggere le cellule cancerogene residuali attraverso l’uso di farmaci chemioterapici. Quanto alle apsettative di vita, pazienti affetti da mesotelioma peritoneale trattati con chirurgia e diverse forme di chemioterapia hanno raggiunto una sopravvivenza mediana di 14,8 anni, secondo uno studio. Allo stesso modo, un altro studio ha evidenziato una sopravvivenza mediana di 8,3 anni utilizzando chemioterapia intraperitoneale riscaldata (HIPEC) in combinazione con l’intervento chirurgico.

Chirurgia: Riduce le Dimensioni

La chirurgia rappresenta una pietra miliare nel trattamento del mesotelioma (quando viene diagnosticato in una fase precoce), specialmente nella forma di chirurgia citoriduttiva (CRS), che mira a ridurre le dimensioni e il numero dei tumori.

Inoltre, la pleurorodesi, un intervento chirurgico finalizzato a prevenire l’accumulo di liquidi intorno ai polmoni, può essere un trattamento efficace per alcuni pazienti se utilizzata come terapia singola.

Quianto alle aspettative di vita, uno studio ha evidenziato una sopravvivenza mediana di 12 mesi per i pazienti trattati con pleurorodesi.

Mesotelioma Pleurico: Chemioterapia Precedente alla Chirurgia

La chemioterapia è un’opzione terapeutica fondamentale, soprattutto nei casi di mesotelioma inoperabile. Diversi studi hanno dimostrato che i pazienti con mesotelioma pleurico trattati con chemioterapia in monoterapia hanno raggiunto una sopravvivenza mediana di 16,4 mesi.

In uno studio, i pazienti con mesotelioma pleurico sono stati sottoposti inizialmente a trattamento chemioterapico seguito da intervento chirurgico e ulteriore chemioterapia. Questo approccio ha portato a una sopravvivenza mediana di circa 5 anni. È notevole che il 70% dei pazienti inclusi nello studio ha vissuto almeno un anno senza segni di crescita tumorale.

Ruolo Emergente dell’Immunoterapia

L’immunoterapia, una modalità di trattamento che stimola il sistema immunitario a riconoscere ecombattere le cellule cancerogene, offre alcune speranze nella lotta contro il mesotelioma. Questa modalità terapeutica può essere utilizzata sia in combinazione con altre terapie sia come trattamento singolo, offrendo una prospettiva per i pazienti che potrebbero non essere candidati ad altre opzioni terapeutiche.

Ad ogni modo, ulteriori ricerche sono in corso per valutare l’efficacia e l’appropriatezza di questa terapia in combinazione con altri trattamenti.

Quanto ai farmaci immunoterapici, uno studio ha utilizzato Keytruda® in pazienti con mesotelioma pleurico che non erano idonei per la terapia standard, ottenendo una sopravvivenza mediana di 18 mesi. Il trattamento viene somministrato per via endovenosa ed è approvato per il mesotelioma pleurico, mentre i pazienti peritoneali possono accedervi tramite studi clinici. Rispetto alla chemioterapia, l’immunoterapia spesso comporta effetti collaterali meno gravi, come eruzioni cutanee, tosse o problemi intestinali, offrendo un vantaggio significativo.

Nel 2020 è stata apporvata la combinazione di trattamento dei farmaci immunoterapici Opdivo® (nivolumab) e Yervoy® (ipilimumab), per il trattamento del mesotelioma pleurico.

Da allora, tale combinazione è diventata l’opzione di trattamento di prima linea per i pazienti non idonei all’intervento chirurgico.

Uno studio ha documentato una sorprendente sopravvivenza mediana di 18,1 mesi, offrendo una nuova prospettiva di vita per i pazienti affetti da mesotelioma. Anche a livello internazionale una ricerca, pubblicata a novembre 2023 su The Lancet, dimostra come si riduca il rischio di morte del 21% in coloro che sono sottoposti a immunoterapia con pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia con platino e pemetrexed, in prima linea.

Radioterapia: Un Ruolo Complementare

La radioterapia è generalmente utilizzata in sinergia con altre modalità terapeutiche per il mesotelioma. Raramente viene impiegata in modo isolato, e può essere utilizzata per gestire la progressione del cancro o come terapia palliativa.

Il protocollo si serve del potere penetrante delle radiazioni ionizzanti, in grado di causare danni a livello dei tessuti e delle cellule dell’orgnismo. Purtroppo, l’applicazione di dosi elevate di radiazioni causa ustioni e ulcere nella zona del tumore e nonostante di recente il protocollo di applicazione sia stato perfezionato, il ricorso a tale terapia non è dei migliori.

Riguardo alle aspettative di vita, uno studio ha riportato una sopravvivenza media di circa 12 mesi per i pazienti con mesotelioma pleurico o peritoneale sottoposti a radioterapia palliativa.

Trattamenti Multimodali: Prospettive Avanzate per il Mesotelioma

L’utilizzo di terapie multimodali, cioè la combinazione di diverse modalità di trattamento, si è dimostrato estremamente promettente nel prolungare la sopravvivenza e migliorare la qualità della vita nei pazienti affetti da mesotelioma.

Nel caso del mesotelioma pleurico, uno studio ha dimostrato che la combinazione di chemioterapia, chirurgia di pneumonectomia extrapleurale (EPP) e radioterapia ha portato a una sopravvivenza mediana di 39 mesi (3,25 anni). L’uso di farmaci chemioterapici come Alimta® (pemetrexed) e cisplatino ha dimostrato un notevole impatto sui risultati di sopravvivenza.

Nel contesto del mesotelioma peritoneale, l’impiego di chirurgia citoreduttiva e di diversi trattamenti chemioterapici ha raggiunto una sopravvivenza mediana di 14,8 anni.

L’utilizzo di terapie quali la chemioterapia intraperitoneale riscaldata (HIPEC), la chemioterapia intracavitaria postoperatoria precoce (EPIC) e la chemioterapia intraperitoneale normotermica (NIPEC) ha mostrato risultati eccezionali.

Campi di Trattamento del mesotelioma (TTFields)

La tecnologia avanzata TTFields utilizza una leggera stimolazione elettrica per interferire con la divisione cellulare, rallentando o arrestando la crescita delle cellule tumorali. Questo trattamento ha dimostrato di portare a notevoli miglioramenti, con il 40% dei pazienti che ha sperimentato il restringimento del tumore e il 57% che ha visto la cessazione della crescita tumorale.

Terapia Genica: Una Rivoluzione nel Trattamento

La terapia genica rappresenta un’innovazione straordinaria nel panorama terapeutico del mesotelioma. L’utilizzo di un virus dell’herpes modificato per attaccare le cellule tumorali offre una nuova speranza per i pazienti che non hanno risposto alle terapie standard. Questo approccio, noto come terapia con virus oncolitico, promette di cambiare radicalmente il corso della malattia. Ma come funziona nel dettaglio?

Attraverso tecniche di bioingegneria, il DNA delle cellule viene alterato o sostituito per produrre proteine interferone-alfa. Questa proteina è cruciale nel rallentare la crescita delle cellule tumorali e nel potenziare il sistema immunitario per combattere il cancro. In uno studio, l’associazione di terapia genica con il farmaco chemioterapico pemetrexed ha portato a una sorprendente sopravvivenza mediana di 26 mesi, offrendo una nuova speranza ai pazienti.

Piccole Molecole: Una Grande Promessa

Le molecole di dimensioni ridotte con struttura triciclica ossazolica stanno emergendo come una prospettiva interessante nel trattamento del mesotelioma, in quanto inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali. Ganetespib, una piccola molecola, è stata studiata per il mesotelioma pleurico. Questo agente interrompe diverse funzioni cellulari cruciali ed è stato testato in combinazione con pemetrexed e chemioterapia a base di platino come terapia di prima linea. I risultati sono stati straordinari, con una sopravvivenza mediana di 16,3 mesi per i pazienti che hanno ricevuto la dose massima tollerata di ganetespib. Insomma, la medicina genomica, la terapia epigenetica e i farmaci anti-angiogenici rappresentano una grande speranza nella lotta contro il mesotelioma. La sostituzione di geni danneggiati, l’influenza sulle espressioni del DNA e il targeting della crescita dei vasi sanguigni nei tumori sono strategie innovative che promettono di rivoluzionare ulteriormente il trattamento di questa malattia.

Dalla Crioterapia alla Medicina Alternativa

La crioterapia, un trattamento innovativo nel panorama terapeutico del mesotelioma, sfrutta temperature di congelamento per eliminare le cellule tumorali. Questa tecnica mirata non solo riduce le dimensioni del tumore ma allevia anche i sintomi correlati al mesotelioma. Poiché agisce in modo specifico su una determinata area, la crioterapia è meno invasiva e genera minori effetti collaterali rispetto a molte altre terapie. In uno studio condotto nel 2020, i ricercatori hanno applicato la crioterapia per alleviare il dolore toracico per una media di cinque settimane, dimostrando il suo potenziale benefico.

Oltre a questa soluzione, i pazienti con mesotelioma, specialmente quelli più giovani, possono essere inclini a esplorare terapie complementari e alternative. Utile tuttavia precisre che esse possono sicuramente offrire potenziali benefici, ma non devono sostituire la medicina tradizionale.

Viroterapia: un trattamento relativamente nuovo

Sebbene la viroterapia sia un trattamento relativamente nuovo nel contesto del mesotelioma, la sua storia risale agli anni ’50 come terapia antitumorale. L’approccio con virus oncolitici e la terapia vettoriale virale hanno rivoluzionato il trattamento del cancro. I virus oncolitici attaccano le cellule tumorali attraverso una replicazione aggressiva, offrendo una prospettiva positiva per i pazienti. I vettori virali, ovvero virus modificati, consegnano farmaci per l’immunoterapia o la terapia genica nelle cellule tumorali. Questo innescare dell’attività virale stimola anche il sistema immunitario a rispondere e combattere le cellule tumorali. Studi sulla viroterapia per il mesotelioma hanno evidenziato una migliore risposta alla malattia e un aumento della sopravvivenza complessiva.

Terapia Vaccinale: Educare il Sistema Immunitario

La terapia vaccinale è un’opzione di trattamento all’avanguardia che coinvolge l’immunoterapia. Un vaccino contro il cancro istruisce il sistema immunitario a produrre anticorpi contro le cellule tumorali, preparando il corpo a riconoscerle e attaccarle. Anche se i vaccini contro il mesotelioma sono ancora in fase di sperimentazione clinica, risultati preliminari sono molto promettenti. Uno studio ha rivelato che i pazienti che hanno ricevuto il vaccino WT1 hanno raggiunto una sopravvivenza globale mediana di 21,4 mesi, in confronto ai 16,6 mesi di coloro che hanno ricevuto un placebo. Inoltre, i medici stanno valutando l’efficacia di vaccini combinati con farmaci immunoterapeutici come Opdivo.

Terapia Fotodinamica: dalla luce una speranza

La terapia fotodinamica utilizza farmaci fotosensibilizzanti che reagiscono a specifiche lunghezze d’onda di luce. Stimolati dalla luce, questi farmaci uccidono le cellule tumorali e prevengono la formazione di metastasi. Questo trattamento si distingue per l’assenza di effetti collaterali significativi, promuovendo un miglioramento della qualità della vita per i pazienti. L’approccio della terapia fotodinamica a basso dosaggio (L-PDT), in combinazione con l’immunoterapia, è stato sperimentato con successo su topi, evidenziando una regressione completa del mesotelioma nel 37,5% dei soggetti testati.

Cure Palliative

Nonostante la drammaticità della diagnosi di mesotelioma e il suo tasso di mortalità, solo la metà dei pazienti affetti da mesotelioma pleurico e il 45% dei pazienti peritoneali hanno avuto accesso alle cure palliative in qualsiasi forma. Le cure palliative rappresentano un approccio terapeutico focalizzato sull’alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente. Solitamente, questo tipo di trattamento è meno invasivo rispetto alle terapie mirate a curare la malattia, ed è spesso somministrato in concomitanza con la terapia standard.

Le opzioni di cure palliative comprendono procedure al capezzale, radioterapia, chemioterapia e immunoterapia. Ad esempio, una pleurocentesi può essere eseguita per rimuovere il liquido accumulato nel torace, alleviando la pressione sulle strutture circostanti. La radioterapia palliativa, invece, può rallentare la crescita dei tumori che esercitano pressione sui polmoni, migliorando la respirazione del paziente. In molti casi, i pazienti possono iniziare le cure palliative simultaneamente ai trattamenti convenzionali, contribuendo a gestire i sintomi in maniera più efficace.

Distinzione tra Cure Palliative e Hospice

Spesso si verifica una confusione tra cure palliative e servizi di hospice. Mentre le cure palliative si concentrano sull’ottenimento di un sollievo dai sintomi, l’hospice fornisce cure di fine vita ai pazienti in fase terminale. L’entrata nell’hospice può diventare vitale quando i pazienti non rispondono più alle terapie convenzionali. Questo tipo di assistenza può offrire comfort attraverso la gestione del dolore, consulenze dietetiche e supporto nel processo di fine vita. I sostenitori dei pazienti giocano un ruolo fondamentale nell’agevolare l’accesso ai servizi hospice, garantendo un supporto completo sia dal punto di vista fisico che emotivo.

Punti Chiave: Prospettive per il Futuro

Nonostante gli ostacoli, la ricerca sul mesotelioma continua a muoversi avanti. Gli sforzi dei ricercatori mirano a superare le sfide della rarità e della diagnosi precoce. Con l’implementazione di terapie innovative e sperimentali, si spera di migliorare significativamente le prospettive di vita dei pazienti affetti da questa malattia devastante. In definitiva, il panorama del trattamento del mesotelioma, seppur sfidante, mostra segni di progresso. La consapevolezza pubblica e il finanziamento della ricerca rappresentano fondamentali leve per superare l’attuale stato di limitazioni. L’impegno continuo dei ricercatori e la partecipazione attiva dei pazienti sono altresì centrali per delineare un futuro più luminoso nella lotta contro il mesotelioma.

Diagnosi precoce

La diagnosi precoce rappresenta un ambito fondamentale nella ricerca sul mesotelioma. Identificare precocemente i segnali di insorgenza della malattia consente ai medici di intervenire tempestivamente, contribuendo a prevenire la progressione. In questa prospettiva, la ricerca sui biomarcatori emerge come una direzione promettente. Questi indicatori oggettivi offrono la possibilità di individuare le cellule cancerose e precancerose prima che si diffondano. Diversi biomarcatori, tra cui ENOX2, Mesotelina e HMGB1, hanno dimostrato di avere un potenziale significativo nel rilevare precocemente il mesotelioma. Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per valutarne l’efficacia su un campione più ampio di individui. Attualmente, numerosi studi clinici sono in corso per testare diverse combinazioni di trattamenti, offrendo ulteriori prospettive per il trattamento del mesotelioma. Tra questi, il MESODEC e lo studio sull’utilizzo combinato di LMB-100 con ipilimumab nel mesotelioma maligno mostrano promettenti potenzialità terapeutiche.

Risposte alle Domande Comuni sui Trattamenti del Mesotelioma

1. Qualcuno è mai stato curato dal mesotelioma?

Sebbene non esista una cura definitiva per il mesotelioma, alcuni pazienti hanno sperimentato periodi di remissione prolungata. Questi sopravvissuti al mesotelioma vivono anni senza evidenza di recidiva. Tuttavia, essi continuano a sottoporsi a controlli regolari per monitorare la possibile ricomparsa della malattia.

2. Il mesotelioma può essere curato se diagnosticato precocemente?

La diagnosi precoce del mesotelioma può ampliare le opzioni di trattamento disponibili. Le fasi iniziali (1 e 2) spesso offrono una prognosi più favorevole rispetto a stadi più avanzati (3 e 4). Ad esempio, la sopravvivenza media per i pazienti con mesotelioma pleurico in stadio 1 è di 21 mesi, rispetto ai 12 mesi per lo stadio 4.

3. Il mesotelioma porta inevitabilmente alla morte?

Non tutti coloro che sviluppano il mesotelioma perdono la vita a causa della malattia, ma si tratta di casi più unici che rari. Sebbene sia un cancro aggressivo, alcuni pazienti hanno raggiunto una sopravvivenza prolungata dopo il trattamento. La prognosi dipende da vari fattori, tra cui la salute generale del paziente, il tipo di mesotelioma e lo stadio della malattia.

4. Un trapianto di polmone può curare il mesotelioma?

Il trapianto di polmone non è una terapia curativa per il mesotelioma pleurico, in quanto la malattia non origina nei polmoni, ma nel sottile rivestimento che li circonda. Di conseguenza, il trattamento del mesotelioma pleurico può richiedere l’asportazione del rivestimento e, in alcuni casi, di un polmone.

ONA: diciamo no all’amianto!

L’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) è fermo su un punto “non esiste alcuna soglia di esposizione”sicura”. Dal momento che il mesotelioma è una patologia scatenata sostanzialemente per via dell’esposizione al patogeno, occorre evitarne il contatto. L’ONA e l’Avvocato Bonanni forniscono assistenza medica e legale alle vittime di mesotelioma.