Le fibre di amianto, presenti nell’aria e nell’acqua, sono strettamente correlate a malattie gravi come il mesotelioma e altre patologie asbesto correlate. Dalle tubazioni di cemento-amianto nel sistema idrico potabile alle fibre disperse nell’ambiente, le diverse forme di questo minerale, dall’aspetto innocuo ma dalle conseguenze devastanti, si insinuano nella nostra vita quotidiana in modi subdoli.

Ma quali sono gli impatti di queste fibre nell’ambiente che ci circonda? A svelarlo uno studio pubblicato su sciencedirect.com. Iniziamo introducendo il “killer silente”.

Aria di “tossicità”

Aria. Le diverse forme di questo minerale, note come crisotilo, crocidolite, tremolite, antofilite e actinocide si dividono in due gruppi principali: i serpentini con fibre curve e gli anfiboli dal tratto rettilineo.

In passato, grazie alle sue straordinarie proprietà, unite alla relativa economicità, l’amianto ha trovato largo impiego in svariati settori: dall’edilizia all’industria automobilistica fino agli usi domestici.

Tuttavia, nonostante i suoi apparenti benefici, il minerale è stato categorizzato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro(AIRC) come un agente cancerogeno di classe I. Ciò significa che esistono prove concrete dell’incidenza di tumori correlati all’amianto nell’uomo. Il mesotelioma maligno, il cancro ai polmoni, alla laringe e alle ovaie sono solo alcune delle malattie che si possono sviluppare a seguito dell’esposizione a questo materiale insidioso.

Ambiente e impatto dell’amianto

Ma l’impatto dell’amianto non si limita solo all’essere umano. L’ambiente stesso subisce le conseguenze delle attività legate al “killer invisibile”. Dalla costruzione all’estrazione, il rilascio di amianto nell’aria, nell’acqua e nel suolo è un fenomeno che mina la salute del nostro ecosistema. Con la sua resistenza alla degradazione, l’amianto si configura come una minaccia persistente per l’ambiente e la salute umana.

In questo scenario, è fondamentale affrontare con determinazione e consapevolezza la sua presenza, per preservare la nostra salute e la salute del Pianeta che chiamiamo casa.

Metodi di misurazione dell’amianto

Per determinare con precisione le concentrazioni di amianto nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, è essenziale disporre di metodologie di campionamento e analisi affidabili. Diversi tipi di campioni, tra cui aria, acqua, materiali sfusi, suolo e polvere, possono essere sottoposti ad analisi attraverso una serie di tecniche specializzate. Queste comprendono la microscopia a contrasto di fase (PCM), la microscopia a luce polarizzata (PLM), la microscopia elettronica a trasmissione (TEM), la microscopia elettronica a scansione (SEM), la diffrazione di raggi X (XRD) e la microscopia elettronica a trasmissione a scansione (STEM), tra le altre.

Studio bibliometrico: prove scientifiche sulla concentrazione di amianto

Recenti studi hanno condotto un’attenta analisi bibliometrica al fine di esaminare le prove scientifiche disponibili riguardo ai livelli di esposizione all’amianto nell’aria e nell’acqua. Sono stati pertanto esaminati 803 documenti utilizzando le parole chiave “amianto e concentrazione”, da database come PubMed, Scopus e Science Direct. Ecco cosa è emerso.

OMS: una dicotomia discussa

L‘Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce esclusivamente due forme di esposizione all’amianto: “professionale” e “non professionale“.

La prima si verifica in ambienti di lavoro in cui l’amianto è estratto, elaborato o utilizzato nella produzione di materiali.

Stando allo studio, l’OMS tende a enfatizzare l’inalazione di aria esterna come principale fonte di esposizione nell’ambito non professionale, relegando l’aria interna a un ruolo marginale.

Eppure, l’esposizione non professionale può verificarsi in ambienti domestici o in altre situazioni.

Può ad esempio derivare dall’uso di prodotti contenenti amianto in casa, come isolamenti o pavimenti o anche dalla contaminazione di indumenti portati a casa dai lavoratori che sono stati a stretto contatto con la fibra.

La letteratura offre una prospettiva più precisa su questo punto, identificando tre fonti di esposizione all’amianto: “esposizione domestica“, “esposizione ambientale” ed “esposizione professionale“.

Pertanto, semplificare troppo le tipologie di esposizione all’amianto potrebbe limitare la capacità dell’OMS di affrontare con precisione la complessità della questione e di fornire linee guida adeguate per la prevenzione e il controllo.

Aria e acqua contaminate: uno studio approfondisce la questione

In relazione alla determinazione o alle concentrazioni di amianto nell’acqua, lo studio ha valutato quattro cluster che includevano le parole chiave “acqua” e “amianto.

Cluster giallo: relativo all’acqua potabile e ai sistemi di distribuzione;

Cluster rosso: sull’esposizione ambientale;

Cluster blu: mostra tutte le relazioni sulla salute e sulle malattie generate dal minerale;

Cluster verde: relativo alla determinazione in fonti come le miniere.

Risultato?

La presenza di fibre di amianto nei corpi idrici naturali

Le analisi hanno identificato alte concentrazioni di fibre di amianto in diversi corpi idrici, che possono rappresentare un rischio per la salute umana e l’ambiente.

Innanzitutto, la presenza di amianto nelle risorse idriche naturali è stata rinvenuta specialmente in aree vicine a miniere di amianto o zone con depositi naturali.

A seguire le zone a rischio:  

Grecia: in un’area con una miniera di amianto inattiva, sono state rilevate altissime concentrazioni di crisotilo nell’acqua del fiume Aliakmonas;

Torino: nel 2000, dopo un anno di monitoraggio, sono state riscontrate tracce di amianto sia nelle acque sotterranee sia in quelle superficiali, probabilmente a causa della contaminazione antropica della miniera e della presenza naturale di fibre di amianto nelle rocce;

Dayao, Cina: nel 2012 in un’area ricca di amianto, le concentrazioni di fibre di amianto erano significativamente più alte nelle acque di superficie e di pozzo, indicando un’influenza notevole della presenza di crocidolite nel suolo e nelle rocce.

Balangero: nel 2022 alcune analisi hanno riscontrato anche n questo caso la presenza di acque contaminate.

Tubature in cemento-amianto

A destare preoccupazione anche la presenza di tubazioni in cemento-amianto nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile.

Man mano che questi tubi invecchiano e si deteriorano, possono infatti rilasciare fibre di amianto nell’acqua potabile, il che può rappresentare un rischio per la salute di coloro che la consumano.

Uno studio condotto da Webber et al. (1988) ha ad esempio indagato la possibilità che l’amianto crisotilo, (il principale tipo di amianto presente nell’acqua potabile) possa essere trasportato attraverso l’aria.

Trattamento e rimozione dell’amianto nell’acqua potabile

Per quanto riguarda il trattamento di rimozione dell’amianto, i sistemi di depurazione e trattamento dell’acqua, sembrerebbero abbastanza sicuri. Tuttavia, esiste un rischio nel processo di distribuzione dell’acqua potabile poiché molti di questi sono realizzati con cemento-amianto.

Secondo l’OMS, tali tubazioni in cemento-amianto a contatto con l’acqua potabile sono considerate la principale fonte di esposizione all’amianto presente appunto nell’acqua potabile. Il rilascio di amianto dalle fibre presenti nei tubi di distribuzione dell’acqua è direttamente correlato alla qualità della fornitura idrica, inclusi parametri come il pH, la durezza (calcio e carbonato), la presenza di elementi come silice, ferro, manganese e zinco, e altri fattori come il tempo di utilizzo o il deterioramento del tubo.

Nel 2010, è stato scoperto che le tubazioni in cemento-amianto possono degradarsi a causa dell’azione di batteri nei sistemi di distribuzione dell’acqua potabile. I batteri presenti favoriscono l’accelerazione della lisciviazione della calce libera e la dissoluzione dei minerali contenenti calcio nella matrice cementizia idrata.

Inutile dire che, in presenza di tubazioni in cemento-amianto, occorre considerare interventi di manutenzione e sostituzione per garantire che l’acqua distribuita sia sicura per il consumo umano.

Fibre di amianto

Amianto nell’aria: fonti di esposizione

Gli studi sulla presenza di amianto nell’aria sono diversi e variano a seconda della zona e delle fonti locali di contaminazione.

Nelle zone rurali, si trovano di solito 10 fibre per metro cubo, mentre nelle città questa concentrazione può essere 10 volte superiore. Tuttavia, in prossimità di miniere o fabbriche di amianto, le concentrazioni possono superare 10.000 fibre per metro cubo. Le abitazioni con materiali contenenti amianto possono avere concentrazioni tra 30 e 6.000 fibre per metro cubo.

Esposizione nell’ambiente domestico

Ritorniamo al tema dell’ambiente domestico, ahimè sottovalutato dall’OMS. L’amianto è stato ampiamente utilizzato in passato e, nonostante la sua messa al bando in Italia con la legge 257/92, è tuttora presente in diversi materiali da costruzione, come isolamenti e piastrelle per pavimenti. Quando questi materiali vengono danneggiati, possono rilasciare piccole fibre di amianto nell’aria che possono essere inalate. Questa è la principale via di esposizione all’amianto nelle case. Alcuni prodotti domestici, come asciugacapelli e tostapane prodotti prima degli anni ’80, possono anche contenere amianto, ma il rischio di esposizione a partire da questi prodotti è generalmente considerato basso.

Studi scientifici hanno dimostrato che vivere in una casa con materiali contenenti amianto è associato ad un aumento del rischio di cancro ai polmoni, anche per coloro che non fumano. Inoltre, l’esposizione all’amianto in casa è stata collegata a un aumento del rischio di sviluppare il mesotelioma, una forma di cancro legata all’amianto.

Come detto, l’esposizione domestica può verificarsi anche quando le persone vengono a contatto con polveri di amianto in ambito lavorativo e portano a casa indumenti contaminati.

Questa esposizione può causare problemi di salute, come il cancro ai polmoni e una serie di patologie asbesto correlate, non solo ai lavoratori, ma anche all’intero nucleo familiare.

ONA: l’amianto è un nemico invisibile. Se lo conosci, lo eviti!

 «L’amianto nell’aria è un argomento di grande importanza nella ricerca scientifica e la revisione della letteratura ha fornito preziose informazioni sullo stato attuale delle conoscenze in questo campo. Diversi studi hanno evidenziato un aumento del rischio di sviluppare cancro ai polmoni e mesotelioma associato all’esposizione all’amianto in ambiente domestico. È importante prendere precauzioni quando si lavora con materiali contenenti amianto nelle case costruite prima degli anni ’80, al fine di ridurre il rischio di esposizione. Identificare e gestire questi materiali è cruciale per prevenire danni alla salute umana.

È essenziale dunque adottare politiche efficaci per controllare questi livelli al fine di prevenire impatti negativi sulla salute» – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

 «Non parliamo poi dell’esposizione professionale all’amianto. Nonostante la consapevolezza dei rischi, molti lavoratori rimangono tuttora esposti a questo materiale pericoloso. ONA insiste sull’importanza della prevenzione primaria e secondaria. Non esiste una soglia minima di esposizione al cancerogeno. Se lo consoci lo eviti. Questo è il punto!»- conclude il legale.

Conclusioni

Dallo studio è emerso che, visti i pericoli tuttora derivanti dalla presenza di amianto nell’aria e nell’acqua, è urgente standardizzare le tecniche di misurazione dei livelli di amianto, consentendo comparazioni tra Regioni e Paesi. È cruciale monitorare altresì le coperture in cemento-amianto e le aree ad alto traffico.

La ricerca futura sarà fondamentale per affrontare questa sfida e proteggere la salute pubblica.

L’appello dell’Avv. Bonanni

 «Ogni molecola di amianto catturata nell’aria e nell’acqua è una parte di un puzzle più grande, una sfida globale che richiede la nostra attenzione. In questa ricerca della verità, siamo chiamati a fare la differenza, a proteggere le vite e a garantire un futuro senza la minaccia dell’amianto che a lungo ha dominato il nostro ambiente. Le parole non possono esprimere con sufficiente veemenza l’urgenza con cui dobbiamo affrontare questa sfida. L’amianto, questo flagello del nostro tempo, continua a minare la salute e il benessere delle nostre popolazioni, nonostante i progressi compiuti nella sua regolamentazione e nel suo controllo.

E’ nostro dovere, è nostro imperativo morale, alzare la voce in un unico coro, un grido che risuoni nelle stanze del potere e nelle piazze delle nostre città: “Basta! Basta con l’amianto!”

Le prove sono schiaccianti, gli studi inconfutabili: l’amianto è un nemico insidioso che si annida nelle fibre dell’aria che respiriamo, nelle acque che beviamo, nei luoghi in cui lavoriamo e viviamo. Non c’è tempo da perdere, non ci sono compromessi tollerabili. Dobbiamo agire ora, e lo dobbiamo con determinazione e con la ferma volontà di proteggere le vite umane.

Chiediamo, anzi, esigiamo, che vengano stanziati i fondi necessari per condurre ricerche approfondite, per sviluppare tecnologie innovative, per educare e sensibilizzare le masse contro questa minaccia invisibile ma onnipresente. Non possiamo e non dobbiamo permettere che le future generazioni crescano in un ambiente contaminato da questa sostanza letale. Siamo chiamati a essere i custodi della loro eredità, dei loro diritti fondamentali alla vita e alla salute. Non possiamo fallire in questa missione, non possiamo permetterci il lusso della negligenza.

Insieme, con determinazione e con il cuore rivolto a un futuro libero dall’amianto, possiamo e dobbiamo vincere questa battaglia. Che sia questa l’ora in cui il nostro impegno diventi un monito per le generazioni a venire, un faro di speranza e di progresso”.

Fonti

Formulazione di una strategia integrale per ridurre limpatto sulla salute pubblica e ambientale dovuto alla presenza di amianto nel territorio del Dipartimento di Bolivar”. Autori: Margareth Peña-Castro, Michelle Montero-Acosta, Manuel Saba