La marijuana medica offre una prospettiva interessante per il sollievo dai sintomi associati al mesotelioma e ai trattamenti correlati. 

Questa rara forma di cancro, ad oggi incurabile è una malattia difficile da trattare, ma una nuova speranza risiede nei fitocannabinoidi derivati dalla pianta di cannabis. Vediamo cosa ci dicono gli studi su questi composti e il loro impatto sul mesotelioma.

Marijuana dall’erboristeria alla medicina tradizionale 

La marijuana, proveniente dai germogli e dalle foglie della pianta di cannabis, è stata utilizzata per secoli nel campo dell’erboristeria, quale rimedio naturale per la cura di numerosi disturbi. 

Ultimamente, anche gli scienziati hanno identificato numerosi componenti biologicamente attivi in questa pianta, noti come cannabinoidi, i quali possono produrre effetti simili a quelli dei farmaci nel corpo umano. Tra questi, i più studiati sono il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD).

Marijuana medica e mesotelioma: il potenziale antitumorale di CBD e THC

Sebbene gran parte della ricerca si sia concentrata sull’uso terapeutico del THC per gestire i sintomi del cancro, come stimolare l’appetito e alleviare il dolore e la nausea, prove preliminari suggeriscono che sia il CBD sia il THC mostrano proprietà antitumorali in diversi tipi di cancro, sia solidi sia ematologici, inclusi il cancro al seno, prostata, cervello, e altri.

In aggiunta, i pazienti affetti da mesotelioma possono considerare l’uso della marijuana medica per alleviare sia i sintomi legati al cancro sia quelli derivanti dal trattamento prescritto dal medico. Ad esempio, il THC può contribuire ad alleviare dolore, nausea, vomito, stimolare l’appetito, ridurre l’infiammazione e favorire il sonno. Dall’altro lato, il CBD può ridurre l’ansia e la paranoia, bilanciando gli effetti del THC.

Scoperta promettente: fitocannabinoidi e terapia del mesotelioma

Gli scienziati Emily K. Colvin, Amanda L. Hudson, Lyndsey L. Anderson, Ramyashree Prasanna Kumar, Iain S. McGregor, Viive M. Howell, Jonathon C. Arnold hanno condotto uno studio molto interessante sugli effetti di diversi fitocannabinoidi sulle cellule di mesotelioma.

I risultati hanno rivelato che alcuni di questi composti sono in grado di frenare la crescita delle cellule tumorali, in particolare il cannabidiolo (CBD) e il cannabigerolo (CBG).

Oltre a rallentare la crescita delle cellule tumorali, sia il CBD che il CBG hanno dimostrato di poter bloccare la migrazione e l’invasione delle cellule di mesotelioma.

Questo è un passo avanti significativo nella comprensione di come i fitocannabinoidi possano agire contro questa forma di cancro.

Marijuana medica: e mesotelioma

Dettagli sulla ricerca

Gli scienziati hanno utilizzato tre diverse linee cellulari di mesotelioma umano: MSTO-211H, NCI-H2452 e la linea cellulare di mesotelioma di ratto II-45. 

In pratica, hanno somministrato ai ratti dosi specifiche di fitocannabinoidi tramite iniezioni. Questo ha permesso loro di valutare come i fitocannabinoidi possano influenzare la crescita del tumore. Inoltre, hanno confrontato questi trattamenti con una combinazione di farmaci standard usati per trattare il mesotelioma.

Le cellule sono state coltivate in condizioni specifiche e gli esperimenti sono stati ripetuti almeno tre volte.

I fitocannabinoidi utilizzati, tra cui THC, CBD, CBDA, CBGA, CBDV, CBG, THCV, CBN, CBC, THCA, CBDVA, CBCA e CBCVA, sono stati somministrati alle cellule in vitro a concentrazioni massime dello 0,5%, precedentemente sciolte in etanolo.

La vitalità cellulare è stata misurata utilizzando il test di proliferazione cellulare non radioattivo (MTT), dopo il trattamento con fitocannabinoidi per 72 ore. Inoltre, è stata condotta un’analisi del ciclo cellulare per valutare l’effetto dei fitocannabinoidi sulle fasi di crescita delle cellule.

Interessante sottolineare che i ricercatori hanno anche esplorato i cannabinoidi in diverse forme, sia acide sia neutre. Risultato? Le forme acide sono state meno efficaci nel ridurre la crescita delle cellule di mesotelioma, il che potrebbe essere attribuito alla loro minore capacità di penetrare nelle cellule tumorali.

Analisi statistica

Alla fine dell’esperimento, i ricercatori hanno utilizzato un software speciale per analizzare i dati raccolti, per comprendere se le differenze osservate nei risultati degli esperimenti erano statisticamente significative, cioè se non erano dovute al caso.

Tutti questi passaggi sono fondamentali per capire meglio come i fitocannabinoidi possono influenzare il mesotelioma. I risultati di questi esperimenti offriranno informazioni preziose per sviluppare nuovi approcci terapeutici?

Utilizzo della marijuana: effetti collaterali e cautela

È importante notare che l’uso della marijuana può comportare alcuni effetti collaterali, quali difficoltà di concentrazione e memoria, vertigini, secchezza della bocca e degli occhi, svenimenti, aumento del battito cardiaco, mal di testa e aumento dell’appetito.

L’uso del THC, in particolare, può causare uno stato di confusione e ridurre il controllo motorio. Può anche portare ad ansia e paranoia. 

Sebbene effetti avversi gravi siano rari, l’uso prolungato di THC potrebbe comportare disturbi mentali come schizofrenia, depressione o disturbo bipolare. Può anche avere impatti sulla salute respiratoria e sulla funzione cognitiva, soprattutto nelle persone sotto i 25 anni.

Interazioni farmacologiche

La marijuana medica generalmente non interagisce con la maggior parte dei farmaci utilizzati nel trattamento del cancro. Tuttavia, è fondamentale che i pazienti con mesotelioma discutano con il proprio medico di eventuali effetti collaterali, rischi e interazioni con farmaci specifici, come l’etoposide e il paclitaxel, prima di prendere una decisione.

Entusiasmo ma non troppo

Gli scienziati hanno anche esaminato le dosi somministrate, cercando di garantire che fossero adeguate. Tuttavia, nonostante l’entusiasmante potenziale dei fitocannabinoidi, è importante notare che il trattamento con CBD o CBG in un modello di mesotelioma nei ratti non ha portato a un aumento della sopravvivenza. In particolare, hanno confrontato l’efficacia del CBD e del CBG con una chemioterapia standard (cisplatino + pemeterxed). Come detto, purtroppo, né il CBD né il CBG hanno prolungato la sopravvivenza. Tuttavia, questa limitazione potrebbe essere attribuita al metodo di somministrazione del farmaco.

In definitiva, questo non significa che i cannabinoidi non abbiano potenziale terapeutico. Al contrario, l’esperimento sottolinea la complessità nel tradurre i risultati positivi ottenuti in laboratorio a una situazione clinica.

E’ evidente dunque che ci siano ancora molte sfide da affrontare nel trovare terapie efficaci per questa malattia.

Sono necessari ulteriori studi che esplorino diverse modalità di somministrazione dei farmaci, come l’uso di nanoparticelle lipidiche, per massimizzare l’efficacia terapeutica.

Il parere dell’ONA

In sintesi, i cannabinoidi CBD e CBG mostrano promettenti effetti antitumorali in laboratorio. Nonostante le sfide riscontrate nei nostri studi in vivo, questo lavoro pone le basi per futuri sviluppi nella ricerca sui cannabinoidi come opzione terapeutica nel trattamento del mesotelioma.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’Avv. Ezio Bonnani, saluta con fiducia ogni sforzo condotto dalla ricerca per combattere il terribile mesotelioma. “Ogni passo avanti dona speranza ai malati affetti da questa terrible forma di cancro”- afferma il Presidente- “ma ad oggi, l’unico dato certo è che bisogna evitare in qualsiasi modo l’esposizione al patogeno”.