Il gas radon rappresenta un pericolo silenzioso ma significativo per la salute pubblica. L’esposizione al gas radon provoca gravi malattie. La misurazione e la mitigazione dei livelli di radon sono quindi fondamentali per ridurre il rischio di cancro ai polmoni e altre malattie correlate. Con il giusto supporto legale e le misure preventive adeguate, è possibile proteggere se stessi e le proprie famiglie dagli effetti nocivi del radon.

In questa guida vediamo nel dettaglio cos’è il radon, dove si trova, quali sono le malattie correlate, come prevenire l’esposizione e cosa fare in caso di esposizione. Le vittime di esposizione sul luogo di lavoro hanno diritto al riconoscimento della malattia professionale o causa di servizio, a seconda del settore di impiego.

Cos’è il Gas Radon? una definizione

Il radon è un gas radioattivo naturale che deriva dal decadimento dell’uranio presente nel suolo, nelle rocce e nell’acqua. Non ha colore, odore né sapore, rendendolo indetectabile senza strumenti appositi. Essendo un prodotto della disintegrazione dell’uranio, il radon è presente in piccole quantità in tutto il mondo, ma le concentrazioni possono variare significativamente a seconda delle caratteristiche geologiche del terreno.

Il gas radon (Rn) è un elemento chimico con numero atomico 86, appartenente al gruppo VIIA, VI periodo della tavola periodica. Scoperto nel 1898 da Pierre e Marie Curie, è rappresentato nella tavola periodica dal simbolo Rn.

Classificato come gas nobile, è chimicamente inerte e naturalmente radioattivo. Il suo isotopo più stabile è il 22Rn, mentre l’isotopo 220Rn o toron, con un tempo di decadimento di circa 55 secondi, è di possibile interesse sanitario.

La radioattività del radon si misura in Becquerel (Bq), che indica la trasformazione di un nucleo atomico al secondo. La concentrazione nell’aria di radon gas radioattivo si esprime in Bq/m3.

Gli isotopi del radon, decadendo, emettono particelle alfa e si trasformano in elementi “figli”, anch’essi radioattivi:

  • Polonio 218 (218Po);
  • Polonio 214 (214Po);
  • Piombo 214 (214Pb);
  • Bismuto 214 (214Bi).

Dove si Trova il Radon? Origine naturale

Il radon si forma naturalmente nel suolo e nelle rocce che contengono uranio. Le rocce granitiche, fosfatiche e alcune argille sono particolarmente ricche di uranio e quindi di radon.

Si forma nella crosta terrestre attraverso il decadimento radioattivo del 226Radio (radon 226), che a sua volta deriva dal decadimento dell’uranio-238.

Quest’ultimo è presente nelle rocce, specialmente in quelle granitiche, sin dalla loro formazione, e si trova nei suoli e nelle acque. Il radon, solubile in acqua, tende a passare dall’acqua all’aria per diffusione semplice.

Viene rilasciato all’aperto, disperdendosi nell’aria a concentrazioni molto basse (pochi Becquerel al metro cubo, Bq/m3). Quando penetra negli edifici, tuttavia, può concentrarsi, raggiungendo talvolta valori elevati, anche nell’ordine di centinaia o, più raramente, migliaia di Bq/m3.

Per illustrare la situazione di emergenza sul territorio italiano è stata condotta l’Indagine Nazionale sui livelli di concentrazione di radon nelle abitazioni. Questa indagine si è svolta tra il 1989 e il 1997, grazie all’Istituto Superiore di Sanità e all’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici).

Aree a Maggiore Rischio di esposizione al radon in italia

I livelli di radon tendono a essere più alti nelle cantine e ai piani inferiori degli edifici. La concentrazione di radon può variare notevolmente durante il giorno e le stagioni, aumentando tipicamente durante l’inverno e nelle prime ore del mattino. Ad esempio, nelle regioni settentrionali come l’Alto Adige, la concentrazione di radon nelle abitazioni aumenta quando il terreno si ghiaccia. Il gelo impedisce al gas di disperdersi all’esterno, favorendone l’infiltrazione negli edifici.

Infiltrazione negli Edifici: la prevenzione primaria

Il gas radon è presente in tutti gli edifici, seppur in quantità variabili. Le regioni con valori elevati di concentrazione includono Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Campania. In quasi tutte le regioni, esistono zone più o meno estese, legate alle caratteristiche dei suoli e degli edifici.

Il radon (Rn) può essere presente in vari materiali da costruzione. Ad esempio, il gesso ha un’attività radioattiva di circa 20-100 Bq/kg, il granito da 100-200 Bq/kg e il tufo da 100-600 Bq/kg.

La via di diffusione attraverso le condotte d’acqua diventa significativa solo quando le sorgenti sono ricche di 226Radio, il “genitore” diretto del radon, con un tempo di dimezzamento di 1602 anni.

Il radon è ubiquitario, soprattutto in ambienti chiusi come case, scuole, negozi e luoghi di lavoro. Il 222Rn e i suoi “figli” emettono particelle alfa ad alta energia, capaci di causare danni alle cellule, in particolare al DNA. Dall’evento del decadimento radioattivo, si generano isotopi di polonio e bismuto.

Il radon può infiltrarsi negli edifici attraverso:

  • Crepe nelle fondamenta e nei muri
  • Giunti di costruzione
  • Spazi intorno ai tubi
  • Pozzi e sistemi di drenaggio

Una volta all’interno degli edifici, può accumularsi a livelli pericolosi, soprattutto negli spazi chiusi e scarsamente ventilati come cantine e piani interrati.

Fattori che Influenzano i Livelli di Radon

Il livello di radon in un edificio può essere influenzato da vari fattori, tra cui:

  • Tipologia dell’edificio: Strutture diverse possono avere differenti capacità di trattenere o disperdere il radon.
  • Ricambio d’aria: La frequenza con cui l’aria viene rinnovata all’interno dell’edificio gioca un ruolo cruciale.
  • Ventilazione: Sia la ventilazione naturale (come finestre aperte) che quella artificiale (come i sistemi di ventilazione meccanica) possono alterare la concentrazione di radon.

La principale fonte di radon è il suolo. Il gas può infiltrarsi negli edifici, specialmente quando c’è una depressione tra gli ambienti interni e il terreno. Questo fenomeno è spesso causato dalla differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno dell’edificio.

Strategie di Prevenzione del rischio di esposizione negli edifici

Misurare i livelli di radon è il primo passo per prevenire l’esposizione. Esistono kit di misurazione a breve e lungo termine che possono essere utilizzati per monitorare le concentrazioni di radon nelle abitazioni. In Italia, l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) offre supporto e informazioni per effettuare questi test.

Se i livelli di radon superano i limiti di sicurezza (generalmente 300 Bq/m³ in Italia), è necessario adottare misure per ridurli:

  • Migliorare la ventilazione: Aumentare il ricambio d’aria nei locali, specialmente nei piani bassi e nelle cantine.
  • Sigillare le crepe: Chiudere crepe e fessure nelle fondamenta e nei muri per impedire l’ingresso del radon.
  • Depressurizzazione del suolo: Installare sistemi che riducono la pressione sotto la casa, impedendo al radon di entrare.

Per le nuove costruzioni, è consigliabile adottare misure preventive, come l’installazione di barriere radon e la predisposizione di sistemi di ventilazione adeguati.

Rischi per la Salute dell’esposizione al radon

L’esposizione prolungata al radon è la seconda causa di cancro ai polmoni dopo il fumo di sigaretta. Il gas radon, una volta inalato, può depositarsi nei polmoni e danneggiare i tessuti cellulari, aumentando il rischio di cancro. Questo rischio è particolarmente elevato per i fumatori che sono esposti a livelli elevati di radon.

Il gas radon è infatti considerato cancerogeno, e l’inalazione dei radioisotopi da esso generati all’interno degli edifici può danneggiare le cellule dell’apparato bronco-polmonare e il DNA. Nella monografia IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) è classificato come agente cancerogeno per l’uomo, appartenente al gruppo 1.

Una volta nei tessuti polmonari, continuano a decadere e a emettere particelle alfa che possono danneggiare in modo diretto o indiretto il DNA delle cellule. Se il danno non è riparato correttamente dagli appositi meccanismi cellulari, può evolversi dando origine a un processo cancerogeno.

I danni causati dal radon sono in genere riparati dalle cellule, ma l’esposizione sinergica ad altri agenti cancerogeni come l’amianto, gli IPA, il benzene, ecc., può potenziare gli effetti dannosi, aumentando il rischio di tumori polmonari. Questo vale ovviamente, come già detto, per il fumo di sigaretta che contiene numerosi cancerogeni.

Malattie Correlate all’esposizione del radon

Oltre al cancro ai polmoni, il radon può contribuire all’insorgenza di altre patologie respiratorie, anche se queste correlazioni non sono ancora state confermate con certezza.

  • Cancro ai Polmoni: L’esposizione a lungo termine al radon è fortemente correlata all’insorgenza del cancro polmonare. I non fumatori esposti al radon hanno un rischio maggiore rispetto ai non fumatori non esposti.
  • Altri Tumori: Sebbene meno comuni, ci sono studi che suggeriscono una possibile associazione tra l’esposizione al radon e altri tipi di cancro, ma queste correlazioni non sono ancora state confermate con certezza.

L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia il numero di casi di tumore del polmone attribuibili all’esposizione al radon è compreso tra 1.000 e 5.500 ogni anno (su un totale annuale di circa 31.000 tumori polmonari). La maggior parte dei casi è tra i fumatori e si stima come la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta.

Leggi tutto su Come smettere di fumare

La legislazione sul radon: cosa dice la legge?

La direttiva 2013/59/EURATOM del Consiglio Europeo del 5 dicembre 2013, stabilisce le norme di sicurezza relative alla protezione dai pericoli che derivano dall’esposizione alle radiazioni di questo elemento.

In merito a detta tutela, già disciplinata a livello nazionale dal Decreto Legislativo 230/95 e successive modifiche e integrazioni.

In linea generale i fumatori sembrano essere quelli più a rischio in quanto come altri cancerogeni agisce in modo sinergico con altri patogeni.

Non si è a conoscenza di una soglia minima di esposizione, ma di sicuro quanto più ci si espone al radon, tanto più alti sono i rischi di ammalarsi. La direttiva europea 2013/59/Euratom sulle norme di sicurezza di base contro l’esposizione a radiazioni ionizzanti, non ancora recepita in Italia, prevede che gli Stati Membri stabiliscano un livello di riferimento che non sia superiore ai 300 Bq/m3, sia per le abitazioni che per i luoghi di lavoro.

Sopra questa soglia è necessario intervenire per ridurre i rischi e la concentrazione di radon, i locali dovranno essere sottoposti a risanamento. Inoltre i lavori non potranno superare i dodici mesi.

Dal rispetto di queste e delle restanti norme dipende il rilascio della certificazione di agibilità.

Norme per la prevenzione al rischio radon sul posto di lavoro

Negli ambienti di lavoro, invece il limite di concentrazione di radon in Italia è definito dal D.Lgs. 241/2000. Questo fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m³. Superato questa soglia, il datore di lavoro deve valutare in maniera più approfondita la situazione e intraprendere una bonifica radon, se il locale è sufficientemente frequentato da lavoratori.

Tale norma prevede anche la misura della concentrazione di radon in tutti i locali di lavoro sotterranei e nei locali di lavoro situati in aree geografiche a rischio elevato. In più, in questi casi, si dovrà procedere, entro 24 mesi, alla misura della concentrazione media annuale di radon.

Il Piano Nazionale Radon (PNR) in Italia

In Italia, nel 2002, è stato elaborato un Piano Nazionale Radon (PNR).

È un piano coordinato di azioni volte alla riduzione del rischio di tumore polmonare connesso all’esposizione al radon ed ai suoi prodotti di decadimento. Questo prevede:

  • valutazione del rischio;
  • mappatura radon Italia e individuazione degli edifici a maggiore presenza;
  • identificazione di sistemi per prevenire o ridurre l’ingresso del radon negli edifici;
  • informazione della popolazione e di gruppi specifici;
  • formazione degli addetti, normative per le abitazioni e i luoghi di lavoro.

Esposizione al Gas Radon nella Regione Puglia

In Puglia, dato il sottosuolo in prevalenza carsico, che gli permette di raggiungere abitazioni e ambienti di lavoro e una legge regionale garantisce particolari norme di sicurezza.

La Legge 3 novembre 2016, n. 30, poi modificata dalla Legge Regionale n. 36 del 09/08/2017, norma la sicurezza rispetto all’esposizione al radon in ambienti aperti al pubblico, comprese le scuole, gli asili nido e le scuole materne. Sono esclusi gli edifici residenziali.

Per ogni locale è obbligatorio applicare un dosimetro ogni 100 metri quadri di superficie, al costo di 20 euro ciascuno, con l’obbligo di eseguire due misurazioni l’anno.

Diritti e tutela legale per le vittime esposte

Tutti coloro che per motivi di lavoro sono stati esposti al radon, corrono il rischio di contrarre patologie ad esso collegate. In caso di malattia professionale sussiste il diritto alle prestazioni assistenziali e al risarcimento.

Le malattie correlate all’esposizione al radon riconosciute dall’INAIL sono:

  • tumore del polmone (C34 – D.M. 09/04/2008, lista 1);
  • linfomi ( C82 -C85 – D.M. 09/04/2008, lista 2);
  • leucemie (C91 -C95 – D.M. 09/04/2008, lista 2).

Tra queste patologie, il tumore polmonare è inserito nella Lista I dell’INAIL. Per questo motivo sussiste la presunzione legale d’origine. Ciò vuol dire che sarà l’INAIL a dover dimostrare che la malattia non è di origine lavorativa e non la vittima. I linfomi e le leucemie sono inseriti nella Lista II. In questo caso non vi è presunzione legale d’origine e l’onere della prova dell’origine professionale della malattia spetta al lavoratore.

Una volta ottenuto il riconoscimento della malattia professionale, se il danno biologico è compreso tra il 6% e il 15%, si ha diritto all’indennizzo INAIL. Se il danno biologico è superiore al 16% si ha invece diritto alla rendita INAIL.

Il rischio di esposizione al radon è molto elevato per i militari, in particolare tra coloro che hanno svolto missioni in basi militari sotterranee.

Gli appartenenti alle Forze Armate che hanno contratto una malattia correlata all’esposizione al radon possono richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.

Risarcimento integrale dei danni

Le vittime di malattie professionali hanno diritto all’integrale risarcimento dei danni. Oltre al danno biologico ci sono quello morale ed esistenziale e insieme costituiscono il danno non patrimoniale. A questo si aggiunge quello di natura patrimoniale (danno emergente e lucro cessante).

Per stabilire l’ammontare del risarcimento danni sono utilizzate le Tabelle del Tribunale di Milano. Così l’indennizzo INAIL deve essere scorporato per poste omogenee dal danno biologico e da quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro.

Il caso Monte Venda

La concentrazione maggiore è nelle abitazioni, ma anche i posti di lavoro non sono al sicuro, specie se si trovano sottoterra o in ambienti militari.

Ne è la prova il caso del Monte Venda (gas radon Colli Euganei, Padova) dell’Aeronautica Militare.

In forza dell’effetto sinergico con amianto e altri cancerogeni del polmone, ha provocato un’epidemia di tumori ai polmoni o patologie affini (tutte malattie riconosciute, in seguito, come professionali e causa di servizio, con diritto a un risarcimento danni e al riconoscimento, per il lavoratore, di vittima del dovere).

Nel ventre della montagna della ex base NATO del Monte Venda, il personale dell’aeronautica militare fu esposto, negli anni 90 ad amianto e a gas radon causando la morte di 120 persone.

La base militare fu chiusa nel 1998. Da allora, nel Tribunale di Padova, si sono svolti i processi per la morte dei militari con patologie asbesto correlate o dipendenti dall’esposizione a gas radon.

L’imputato Agostino Di Donna, ex direttore generale della Sanità Militare, è stato condannato per omicidio colposo plurimo.

Le persone esposte a livelli pericolosi di radon possono avere diritto a indennizzi e risarcimenti. È importante consultare esperti legali che possano fornire consulenza specifica sulla base delle normative vigenti.

Organizzazioni di Supporto

L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) in Italia fornisce assistenza legale e supporto alle vittime di esposizione a radon e altri cancerogeni. L’ONA offre servizi di consulenza gratuita per aiutare gli esposti a ottenere giustizia e supporto medico.