In questa guida ci occupiamo di tumore alla faringe. Scopriamo cos’è, quali sono i sintomi e gli esami per una diagnosi tempestiva ed accurata. Vediamo quali sono le cure al momento più efficaci e le aspettative di vita per le vittime.

Ci occupiamo anche di assustenza legale ai malati di tumore alla faringe: può essere causato dall’esposizione lavorativa a cencerogeni come l’amianto. In questo caso si ha diritto al riconoscimento della malattia professionale o causa di servizio, a seconda dell’impiego. Le vittime e i loro famigliari hanno sempre diritto al risarcimento integrale dei danni subiti. Vediamo di seguito tutto nel dettaglio.

Che cos’è il tumore alla faringe? Una definizione

Che cos’è il tumore alla faringe? Il tumore alla faringe è una condizione neoplastica che si sviluppa nelle cellule della faringe, un tubo muscolare che si trova dietro il naso e la bocca e che collega quest’ultima all’esofago. La faringe è suddivisa in tre parti: nasofaringe (situata dietro il naso), orofaringe (situata dietro la bocca) e ipofaringe (situata nella parte inferiore della gola, vicino all’ingresso dell’esofago). Il tumore alla faringe può insorgere in una qualsiasi di queste tre zone.

Questo tipo di tumore può essere benigno o maligno, ma nella maggior parte dei casi si tratta di tumori maligni, noti come carcinomi.

Come tutti i tumori, anche i tumori della gola consistono nella proliferazione incontrollata di una massa di cellule anomale. 

Queste condizioni neoplastiche solitamente si manifestano dopo i 40 anni, con una prevalenza approssimativa intorno ai 64 anni.

Che cos’è la faringe nel dettaglio: spiegazione

La faringe è un organo tubolare muscolare situato nella regione del collo e della gola. È una parte importante del sistema respiratorio e del sistema digestivo, poiché funge da passaggio per l’aria e il cibo.

Anatomicamente, la faringe è divisa in tre parti principali:

  1. Nasofaringe: è la parte superiore della faringe situata dietro il naso.
  2. Orofaringe: è la parte centrale della faringe situata dietro la bocca.
  3. Ipofaringe (o laringofaringe): è la parte inferiore della faringe situata vicino all’ingresso dell’esofago.

La faringe è coinvolta in molte funzioni vitali, tra cui la deglutizione, la respirazione e la produzione di suoni vocali. Durante la deglutizione, i muscoli della faringe si contraggono per spingere il cibo o il liquido verso l’esofago, evitando che passino nella trachea. Durante la respirazione, la faringe funge da passaggio per l’aria che entra e esce dai polmoni. Durante la produzione del suono, la faringe gioca un ruolo nel modulare il flusso d’aria attraverso le corde vocali per produrre suoni distinti.

Inoltre, la faringe svolge un ruolo nel sistema immunitario, poiché contiene tessuto linfoide che aiuta a combattere le infezioni.

In sintesi, la faringe è un organo essenziale che facilita la respirazione, la deglutizione e la produzione del suono, contribuendo così al benessere e alla funzionalità del corpo umano.

La classificazione dei tumori della faringe nel dettaglio

  • Tumori nasofaringei o della rinofaringe

I tumori a sede nasofaringea, detti anche carcinoma del rinofaringe o tumore rinofaringeo, sono carcinomi indifferenziati, frequentemente associati al virus EBV (Epstein-Barr virus – mononucleosi). Il carcinoma più frequente nelle mucose faringee è quello a cellule squamose. Oltre a queste tumore rinofaringeo cause, talvolta la neoplasia si accompagna all’infezione virale del papilloma virus umano (Human Papilloma VirusHPV). Questo virus crea delle lesioni in sede che con il tempo, se non curato, possono evolvere in neoplasia, in particolare in cancro nasofaringeo.

  • Cancro dell’ipofaringe

Il 95% dei tumori all’ipofaringe è provocato dal fumo e dall’eccessivo consumo di alcol. Una restante percentuale del tumore della laringe origina dagli altri tessuti presenti nei vari organi del distretto, per esempio ghiandole, tessuto muscolare o connettivale, o da tessuto linfatico (linfomi). Un’altra restante percentuale di questi tumori ha come causa l’esposizione a sostanze cancerogene, prime fra tutte l’esposizione lavorativa o ambientale all’amianto.

  • Cancro dell’orofaringe

L’orofaringe include la base della lingua, il palato molle, l’arco delle tonsille e la parte posteriore della cavità della bocca stessa. Questo tipo di tumore all’orofaringe può avere origine da una serie di alterazioni precancerose dei tessuti che ricoprono la cavità boccale. Le principali lesioni a potenziale rischio di trasformazione sono la leucoplachia (macchia bianca) e l’eritroplachia (macchia rossa). In genere le lesioni bianche hanno minor rischio di cancerizzazione (intorno al 5-10 %) rispetto a quelle rosse (fino al 70 %). Solo la biopsia, cioè il prelievo di una parte della lesione, permette di valutare l’entità del rischio di trasformazione tumorale o la presenza di una lesione già neoplastica (carcinoma in situ, carcinoma microinvasivo).

Quali sono i sintomi del carcinoma alla faringe?

I segni e i sintomi del tumore alla faringe variano notevolmente in base alla localizzazione, all’estensione e allo stadio della neoplasia. Questi sintomi possono essere subdoli e non specifici.

Nei tumori situati alla base della lingua, ad esempio, si può avvertire una sensazione vaga e costante di un corpo estraneo in gola, spesso accompagnata da dolore che si irradia all’orecchio. La presenza di linfonodi ingrossati può essere confusa con un semplice malessere alla gola, risultando spesso sottovalutata sia dai pazienti che dai medici.

I sintomi dei tumori nella regione del nasofaringe possono includere difficoltà nel respirare attraverso il naso, perdite di secrezioni e sangue dal naso (epistassi), oltre a una sensazione di orecchie tappate a causa della chiusura della tuba di Eustachio.

Nei casi di tumori nell’orofaringe, i sintomi principali possono essere difficoltà e dolore durante la deglutizione (disfagia e odinofagia).

I tumori nell’ipofaringe, sebbene meno comuni, possono manifestarsi con disfagia, eventualmente associata a cambiamenti nella voce, difficoltà respiratorie (dispnea), soprattutto nelle fasi avanzate, e dolore che si estende all’orecchio (otalgia riflessa).

Quali sono gli esami per una diagnosi accurata?

Per quanto riguarda la diagnosi del tumore alla faringe, una visita specialistica otorinolaringoiatrica è essenziale se i sintomi persistono per più di due settimane senza miglioramenti. In caso di sospetto di tumore, lo specialista condurrà un esame endoscopico, durante il quale verranno prelevati campioni di tessuto per ulteriori analisi, nota come fibroscopia nasofaringea.

Per valutare le dimensioni del tumore e il coinvolgimento dei linfonodi del collo, si raccomanda una risonanza magnetica (RM) con mezzo di contrasto. Per esaminare eventuali metastasi a distanza, possono essere eseguite una tomografia ad emissione di positroni (PET) o una tomografia assiale computerizzata (TAC) torace-addome con mezzo di contrasto, in grado di individuare la presenza di metastasi al di fuori della sede originaria del tumore.

Trattamenti e cura disponibili per il carcinoma faringeo

Anche i trattamenti per il cancro alla faringe seguono i principi terapeutici ampiamente utilizzati per i tumori in altre parti del corpo, tra cui chirurgia, radioterapia e chemioterapia.

La chirurgia è un’opzione che mira a preservare le funzioni vocali, respiratorie e di deglutizione, con interventi che possono variare dalla rimozione di piccole lesioni tramite il laser a procedure più invasive che coinvolgono la rimozione completa dell’organo interessato e dei linfonodi circostanti, soprattutto nei casi avanzati.

La radioterapia è ampiamente impiegata, spesso in combinazione con la chemioterapia, per i tumori in fase avanzata. Nei tumori nasofaringei, può essere considerata l’aggiunta di chemioterapia prima o dopo la radioterapia per migliorare le possibilità di guarigione.

Negli ultimi anni, si sono introdotti farmaci biologici, come il cetuximab, che mirano a bloccare il recettore del fattore di crescita epidermico per contrastare lo sviluppo tumorale. Questi farmaci possono ridurre le dimensioni del tumore e migliorare le aspettative di vita, spesso utilizzati quando la chemioterapia standard non è tollerata o inefficace.

Un’altra classe di farmaci innovativi funziona come anticorpi antitumorali, agendo specificamente nelle aree colpite dal cancro per stimolare il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali. Esempi di questi farmaci, come il nivolumab, appartengono alla categoria dell’immunoterapia, che rappresenta un’opzione promettente nel trattamento del cancro alla faringe.

Il tumore alla faringe e i fattori di rischio

L’uso combinato di tabacco e alcol aumenta il rischio di sviluppare un tumore alla faringe. Questi due infatti, rappresentano i fattori di rischio maggiore. A questi si aggiunge anche l’asbesto, come conferma la monografia IARC.

Secondo la ricerca di Selikoff e Seidman (1991) è presente un SMR per il cancro dell’orofaringe di 2,18 in un campione di 17800 lavoratori maschi nell’isolamento dell’amianto negli Stati Uniti e in Canada. Questo è lo studio con il maggior numero di decessi per cancro faringeo, per un totale di 48 decessi.

Allo stesso modo anche Piolatto (1990) ha osservato una incidenza rilevante per il cancro dell’orofaringe su 1058 minatori di amianto nel nord Italia, esposti all’amianto crisotilo. Nessuna associazione è stata però osservata tra la durata dell’esposizione professionale all’amianto e il rischio di cancro della faringe.

Anche Reid (2004) ha osservato un SMR per il cancro della faringe di 1,88 in un gruppo di 5685 minatori e mugnai esposti ad amianto crocidolite nell’Australia occidentale. Lo studio di Sluis-Cremer (1992), svolto tra 7317 minatori di amianto maschi in Sud Africa, alcuni esposti a crocidolite e altri ad amosite, ha riscontrato un aumento dei casi di cancro del labbro, della cavità orale e tumore alla faringe.

Studi e ricerche sul tumore della faringe

Un’ulteriore ricerca sulle malattie faringe, realizzata da Pira (2005), ha indagato un insieme di 1996 lavoratori dell’industria tessile dell’amianto in Italia, evidenziando un SMR per il tumore alla faringe di 2,26.

Uno studio caso-controllo ospedaliero è stato invece effettuato da Marchand (2000). Su 206 casi di cancro dell’ipofaringe e 305 di controlli in Francia, ha trovato un rischio relativo di 1,80 nei 161 dei loro casi mai esposto all’amianto, ma consumatori di tabacco e alcol.

Si è concentrato sul tumore all’ipofaringe lo studio multicentrico condotto da Berrino (2003) in Europa, che ha trovato un OR per l’esposizione “probabile” all’amianto di 1,8.

Lo studio di Zheng (1992) ha preso in esame il tumore alla faringe sulla popolazione di Shanghai, nella Repubblica popolare cinese (204 casi di cancro incidenti e 414 controlli). Il rischio relativo per l’esposizione all’amianto è stato di 1,81. È stato osservato anche che il fumo di sigaretta e il consumo di alcol sono positivamente associati al cancro della faringe. Al contrario, l’aumento del consumo di alcuni tipi di frutta e verdura, come arance, mandarini e ravanelli bianchi cinesi, sembra essere associato a un ridotto rischio di tumore alla faringe.

Assistenza e tutela legale del tumore alla faringe

I pazienti affetti dal tumore alla faringe causato dall’asbesto, nel caso in cui l’esposizione sia di tipo lavorativo, hanno diritto ad una rendita INAIL, prepensionamento e altre rendite aggiuntive.

Il tumore della faringe è inserito nella LISTA II, Gruppo 6, Codice I.6.03 delle patologie asbesto correlate, delle quali non si presume l’origine professionale e quindi la prova deve essere fornita dal lavoratore.

Le patologie amianto correlate della LISTA II così come quelle inserite nella LISTA III sono riconosciute se il lavoratore malato è nelle condizioni di dimostrare il nesso causale malattia-esposizione amianto.

Agenti Causali (D.M. 09/04/2008 E 10/06/2014)Riferimenti e lavorazioni D.M. 09/04/2008Periodo Max Ind.  Lista  Codice
Asbesto (1)Ind. n.57 b) Lavorazioni che espongono all’azione di fibre di asbestoIllimitatoLISTA II.6.03
Asbesto (2)n.pIllimitatoLISTA IIII.6.03.
Erionite (3)Ind. n. 58 b) Estrazione e utilizzazione dell’ErioniteIllimitatoLISTA II.6.10.

Procedura per ottenere le prestazioni INAIL

Il primo passo da compiere, ai fini dell’assistenza legale e per ottenere le prestazioni INAIL, è quello di provare a ricostruire il proprio percorso lavorativo, allegando tutta la documentazione disponibile a riguardo:

  • libretto di lavoro;
  • copia delle buste paga;
  • fotografie che mostrano le attività di lavoro all’interno dei siti contaminati;
  • piani di lavoro di rimozione amianto e le relazioni di cui all’art. 9, L. 257/92;
  • copia del documento di valutazione del rischio;
  • documenti attestanti la presenza di amianto nel sito lavorativo.

Successivamente si procede col richiedere una visita medica, presentando :

  • esami tecnico strumentali;
  • certificazioni mediche;
  • cartelle cliniche.

La domanda di riconoscimento della malattia professionale

La persona che ha contratto faringe tumore, in conseguenza all’esposizione ad asbesto, ha il diritto di chiedere il riconoscimento della malattia professionale. Per questa ragione, il primo passo da compiere è quello di recarsi da un medico del lavoro, figura adibita, in questo caso, a verificare gli incarichi lavorativi svolti.

Sulla base di questa verifica, procederà poi con la stesura del certificato di riconoscimento della malattia professionale, seguendo il modello 5SSbis previsto dall’INAIl, che farà pervenire in via telematica all’Istituto Previdenziale.

Tumore alla faringe: la risposta dell’INAIL

L’INAIL a sua volta provvederà a interpellare sulla questione la CO.N.T.A.R.P (Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione centrale) che ha il compito di analizzare i rischi della presenza amianto sul luogo di lavoro, redigendo un’apposita relazione.

Nel momento in cui la C.O.N.T.A.R.P. attesti effettivamente il contatto con l’asbesto, la malattia professionale viene ufficialmente riconosciuta, così come gli indennizzi annessi:

  • rendita INAIL, prevista nel caso in cui la patologia venga riconosciuta a partire dal 16% di invalidità;
  • indennizzo INAIL,nei casi in cui la percentuale sia dal 6% al 15%;
  • Fondo Vittime Amianto, previsto, in aggiunta alla rendita, per tutti coloro che entrando a contatto con il sopracitato minerale, ne siano stati danneggiati.

Come comportarsi in caso di rigetto

Nella possibilità in cui il procedimento amministrativo dia luogo a un responso negativo, si può effettuare un ricorso amministrativo ai sensi dell’art. 104 del D.P.R. n. 1124/65, con richiesta di “riesame” del provvedimento.

Il ricorso può essere proposto anche nel caso in cui vi sia un’evidente sottovalutazione dell’effettivo danno biologico in relazione al grado dell’infermità causata dalla malattia professionale.

Il riesame della domanda amministrativa

Per dimostrare la correlazione tra amianto e patologia contratta, nei casi di rigetto, è necessario sottoporsi a visita collegiale da parte dell’INAIL.

Questa particolare visita ha luogo alla presenza di un un team di medici, che possiedono il compito di riesaminare la documentazione medica dell’assistito.

Questo passaggio è necessario a determinare l’accoglimento o meno della domanda di riconoscimento della malattia professionale, nel caso in cui ci sia una sottovalutazione della lesione riportata in correlazione alla patologia.

La valutazione operata dal Giudice del Lavoro

L’emissione del secondo provvedimento amministrativo, da parte dell’INAIL, comporta la conclusione del procedimento.

È facoltà dell’assistito decidere di proseguire nella tutela dei propri diritti oppure rinunciare. Nella prima ipotesi, sia la vittima che i familiari superstiti, in caso di decesso (coniuge, figli minorenni, disabili e maggiorenni universitari fino a 26 anni, studenti scuola secondaria 1° grado fino ai 21) possono fare ricorso presso il Giudice del Lavoro.

Il Giudice svolge l’incarico di valutare le prove che gli vengono presentate, in particolare quella testimoniale e la consulenza tecnica.

In caso di rigetto o accoglimento parziale, sarà possibile impugnare la sentenza dinanzi la Corte di Appello competente.

Come ottenere l’accredito dei benefici contributivi

benefici contributivi sono maggiorazioni contributive che consentono l’accesso anticipato al pensionamento e con un importo maggiorato.

Per poterne usufruire, è necessario aver ottenuto in precedenza il riconoscimento della malattia professionale, anche con percentuali inferiori al 6%.

In seguito, si può presentare, presso l’INPS competente sul territorio, la domanda di accreditamento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto.

La richiesta per maggiorazioni amianto

L’assistito, per procedere alla riorganizzazione della sua posizione previdenziale e contributiva, deve fare domanda all’INPS, corredandola della certificazione INAIL (art.13, co.7, L.257/92) e di quella lavorativa.

Si può presentare domanda, anche nel caso in cui l’INAIL non abbia rilasciato la certificazione di esposizione, per richiedere l’accredito delle maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto.

I vantaggi delle maggiorazioni contributive

Tali maggiorazioni consentono, a chi è ancora in attività lavorativa, di ottenere, con il 50% sul periodo di esposizione, il prepensionamento. Ad esempio, se l’esposizione è durata 10 anni, gli anni di pensione anticipata corrisponderanno a 5.

Per coloro che invece, si trovano già in pensione, è previsto un ricalcolo delle rate pensionistiche con il coefficiente 1.5. Per esempio, se si ha lavorato per 20 anni di cui 12 anni in esposizione ad asbesto, il periodo utile ai fini del diritto alla pensione sarà di 26 anni (12 x 1,5 + 8 anni). Non è richiesta una soglia minima di esposizione nè il periodo ultradecennale, diversamente rispetto ai benefici amianto.

I casi di rigetto e la condanna dell’INPS

La domanda amministrativa, per accedere ai benefici contributivi, può venire respinta anche mediante il meccanismo del silenzio (una volta maturato per il periodo di 120 giorni, dal deposito della domanda).

In questo caso, l’avente diritto può rivolgersi al Comitato Provinciale INPS, come previsto dall’art. 443 c.p.c. Qualora il ricorso venga respinto anche dal Comitato, si può ricorrere al Giudice del Lavoro, affinchè l’INPS debba necessariamente erogare le maggiorazioni contributive (art. 442 c.p.c.).

La documentazione necessaria al ricorso giudiziario

Il ricorso può essere effettuato, presentando questi documenti:

  • documentazione medica legata alla malattia;
  • foto e documenti comprovanti la presenza amianto sul posto di lavoro;
  • eventuale certificazione INAIL esposizione amianto;
  • possibilmente testimoni in grado di riferire sulle condizioni di rischio sul posto di lavoro;
  • libretto di lavoro e buste paga;

I risultati dell’impegno legale: pensione inabilità amianto

L’avv. Ezio Bonanni ha svolto un ruolo centrale nella difesa dei lavoratori malati di patologie asbesto correlate, in quanto, grazie al suo intervento, il Parlamento ha approvato l’art.1 co.250 L.232 del 2016. Questo articolo ha reso possibile l’accesso al pensionamento immediato, per coloro i quali sono affetti da asbestositumore del polmone e mesotelioma di origine professionale.

Successivamente la norma è stata modificata per effetto della L. 58 del 2019, che attraverso l’articolo 41 bis ha esteso il numero delle malattie per le quali si può accedere all’immediato pensionamento, introducendo i commi 250-bis e 250-ter all’art.1 della L.n.232 del 2016.

Linee guida per accedere al pensionamento immediato

La pensione di inabilità amianto consente quindi ai lavoratori in attività, che, pur usufruendo dei benefici non hanno ancora maturato le condizioni per il pensionamento, di accedervi comunque.

Le linee guida che assicurano l’accesso al pensionamento sono contenute all’interno della Circolare INPS n. 34 del 09/03/2020.

Tale prestazione non è però cumulabile con l’indennizzo INAIL. Quindi se ne può beneficiare solo nel caso in cui gli anni mancanti siano di una certa rilevanza, quando si è al di sotto dell’indennizzabilità (Corte di Cassazione, Sez. Lav. Sentenza n.30438/2018).

Tumore alla faringe: riconoscimento vittime del dovere

Le vittime di tumore alla faringe di origine professionale possono essere anche coloro che hanno prestato servizio in Forze Armate e Comparto Sicurezza.

Questi lavoratori che, a causa dell’esposizione all’amianto, hanno subito lesioni o danni fisici in servizio hanno il diritto alle prestazioni di vittima del dovere, con il riconoscimento della causa del servizio (art.20 L.183/2010).

Il risarcimento danni per carcinoma faringeo

Il rilascio del riconoscimento di malattia professionale da parte dell’INAIL consente a coloro i quali hanno contratto una patologia asbesto correlata di agire legalmente nei confronti del datore di lavoro. Infatti hanno diritto al totale risarcimento danni.

Si può infatti chiedere il risarcimento del “danno differenziale“, cioè della differenza tra danni totali subiti, e il danno biologico dell’indennizzo INAIL.

I danni subiti non sono solo di carattere patrimoniale, ma anche non patrimoniale, legati all’integrità psicofisica, morale ed esistenziale.

Diritto al risarcimento per i familiari

Qualora si verifichi il decesso della vittima di patologia asbesto correlata, i familiari hanno diritto a venire risarciti. Oltre ai danni iure hereditatis, subiscono infatti danni iure proprio, consistenti:

  • esposizione domestica all’agente cancerogeno;
  • modifica delle abitudini di vita;
  • lesione del vincolo parentale e affettivo;
  • shock dovuto alla morte del proprio caro.