In questa pagina vogliamo creare un vademecum sulla sicurezza sul lavoro. Si tratta di un diritto fondamentale e imprescindibile che garantisce a tutti i lavoratori la possibilità di operare in ambienti sani, sicuri e privi di rischi inutili. Si tratta di un insieme di misure, normative e pratiche volte a prevenire infortuni, malattie professionali e qualsiasi altra situazione che possa compromettere l’integrità fisica e mentale dei dipendenti. Ma perché è così importante? La risposta è semplice: il lavoro è una parte essenziale della vita e la sicurezza non solo protegge i lavoratori, ma migliora anche il clima aziendale, aumenta la produttività e riduce i costi legati a incidenti e contenziosi.

In molti casi, purtroppo, il tema della prevenzione si è tradotto nella forte convinzione che il rischio si potesse valutare e controllare.

Le finalità proprie delle norme, in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sono quelle di evitare e ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori ai rischi insiti all’attività lavorativa, per poter evitare infortuni o malattie professionali.

La tragica vicenda delle malattie amianto correlate, e del numero costante in aumento, è la prova del fallimento della cultura della limitazione del rischio. Ovvero del fatto che di fronte a cancerogeni mortali come l’amianto, detto anche asbesto, è fondamentale rimuovere, quindi smaltire.

Cos’è la sicurezza sul lavoro? Di cosa si tratta?

Nel corso degli anni, la sicurezza sul lavoro ha assunto un ruolo centrale nel panorama legislativo, non solo in Italia ma anche a livello europeo. La tutela dei lavoratori è un tema che coinvolge principi etici, diritti umani e necessità economiche, poiché un ambiente lavorativo sicuro favorisce lo sviluppo sostenibile delle imprese e della società nel suo complesso.

La sicurezza sul lavoro è un tema complesso e multidimensionale, che richiede un impegno continuo da parte di datori di lavoro, lavoratori e istituzioni. Le normative, come il D.Lgs. 81/2008 e le direttive europee, forniscono un quadro solido per garantire ambienti lavorativi sicuri e sostenibili. Vediamo tutto di seguito passo per passo.

In Italia, la tutela dell’incolumità psico fisica e della personalità morale di tutti i lavoratori è consacrata nell’art. 2087 c.c.. Già nel 1942, in pieno conflitto mondiale, la codificazione ribadiva questo fondamentale diritto, affermato già dalla giurisprudenza. 

La normativa italiana: il D.Lgs. 81/2008 e le sue fondamenta

In Italia, il Decreto Legislativo 81/2008, noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, rappresenta la principale normativa di riferimento in materia. Questo testo ha unificato e aggiornato le disposizioni precedenti, creando un quadro normativo organico e coerente. Il suo obiettivo è quello di prevenire rischi, migliorare le condizioni lavorative e promuovere una cultura della sicurezza che coinvolga non solo i datori di lavoro, ma anche i lavoratori stessi.

Il D.Lgs. 81/2008 si fonda su alcuni principi cardine, tra cui la valutazione dei rischi, la prevenzione e la partecipazione attiva di tutte le parti coinvolte. Ogni datore di lavoro ha l’obbligo di analizzare attentamente i pericoli presenti nel proprio contesto lavorativo, identificando le situazioni che potrebbero causare danni alla salute o alla sicurezza dei dipendenti. Questo processo culmina nella redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), uno strumento essenziale che guida l’adozione delle misure preventive necessarie.

La normativa italiana sottolinea inoltre l’importanza della formazione continua e dell’informazione. Ogni lavoratore deve essere adeguatamente istruito sui rischi specifici legati alle proprie mansioni e sulle procedure da seguire per operare in sicurezza. Questo approccio non solo riduce il numero di incidenti, ma aumenta la consapevolezza e la responsabilità individuale.

Quali sono i documenti fondamentali richiesti dal testo unico sulla sicurezza

Oltre al Documento di Valutazione del Rischio e alle certificazioni ESGSSL i documenti necessari sono il DVR semplificato per le aziende al di sotto dei 10 dipendenti e la verifica dell’idoneità professionale. È essenziale anche il documento unico di Valutazione dei Rischi da Interferenze – DUVRI. In più, è rilevante il documento Valutazione Rischio Stress Lavoro e il piano di miglioramento e adeguamento. Infine, occorrono le procedure operative di sicurezza (PO).

Per quanto riguarda i documenti accessori, devono essere stilati l’Organigramma sulla Sicurezza, verbali riguardanti le attività di Prevenzione e Protezione e quelli di consegna dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), e la documentazione che attesti l’avvenuta formazione obbligatoria.

Le normative comunitarie e il contesto europeo

La sicurezza sul lavoro non è una questione che riguarda solo l’Italia. A livello europeo, numerose direttive hanno stabilito gli standard minimi che tutti gli Stati membri devono rispettare. Tra queste, una delle più significative è la Direttiva Quadro 89/391/CEE, che ha gettato le basi per un approccio preventivo e sistematico alla sicurezza sul lavoro. Questa direttiva impone ai datori di lavoro di garantire un ambiente lavorativo sicuro, promuovendo il coinvolgimento dei lavoratori e integrando la sicurezza nelle attività quotidiane.

Le normative europee hanno influenzato profondamente il D.Lgs. 81/2008, rendendolo conforme agli standard comunitari. L’armonizzazione delle leggi tra i vari paesi dell’Unione Europea è fondamentale per tutelare i diritti dei lavoratori e creare condizioni paritarie nel mercato interno. Inoltre, le istituzioni europee, come l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), forniscono supporto, risorse e campagne di sensibilizzazione per promuovere una cultura condivisa della prevenzione.

Tutele dei lavoratori dagli agenti nocivi e cancerogeni

I lavoratori sono stati tutelati anche dall’esposizione ad agenti che possono essere rischiosi per la salute. Per esempio ci sono:

  • direttiva del 29 aprile 2004, n. 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro;
  • n. 2000/54 del 18 settembre 2000 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti biologici durante il lavoro individuale;
  • direttiva del 7 aprile 1998, n. 98/24 sulla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro;
  • n. 1999/92 del 16 dicembre 1999, relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della sicurezza e della tutela della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive;
  • direttive del 25 giugno 2002, n. 2002/44/CE e del 29 aprile 2004, n. 2004/40/CE, sulla sicurezza dei lavoratori esposti ai rischi derivanti dagli agenti fisici (vibrazioni o xcampi elettromagnetici);
  • n. 96/82 del 9 dicembre 1996, riguardo il controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose.

Aggiornamento per la protezione dei lavoratori

L’approvazione della Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 ha avviato una serie di iniziative volte alla protezione dei lavoratori dall’esposizione all’amianto.

Il primo passo è aggiornare la direttiva 2009/148/CE, al fine di rafforzare le misure volte a proteggere i lavoratori dalla minaccia dell’amianto e prevenire una nuova ondata di vittime.

Inoltre l’European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA) mira a definire le strategie nazionali di rimozione sicura di tutto l’amianto negli Stati membri, che dovranno includere norme minime in materia di registri nazionali accessibili al pubblico per l’amianto.

Ad approfondire le ultime novità in materia di sicurezza sul lavoro è stato il convegno organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Roma, insieme all’ONA e alla Cassa Forense il 12 dicembre 2023: “La Sicurezza sul Lavoro alla luce delle ultime sentenze della Corte di Cassazione“.

I capisaldi della sicurezza sul lavoro e la prevenzione

La sicurezza sul lavoro si basa su alcuni concetti fondamentali, primo fra tutti la prevenzione. Prevenire significa anticipare i rischi e agire prima che si verifichino incidenti o malattie. Questo approccio richiede un impegno costante nella valutazione delle condizioni lavorative, nell’adozione di misure tecniche al passo con la tecnologia e organizzative e nella formazione del personale.

Un altro pilastro della sicurezza è la partecipazione. Non è sufficiente che il datore di lavoro adotti misure di sicurezza: i lavoratori devono essere parte attiva nel processo, contribuendo con la loro esperienza e segnalando eventuali criticità. Solo attraverso un dialogo aperto e collaborativo è possibile creare un ambiente veramente sicuro.

La responsabilità è un ulteriore elemento cruciale. Ogni soggetto coinvolto nel processo lavorativo ha dei doveri specifici: il datore di lavoro deve garantire la sicurezza generale, mentre i lavoratori devono rispettare le regole e utilizzare correttamente le attrezzature fornite. La responsabilità si estende anche alle figure professionali deputate alla sicurezza, come il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e il medico competente, che svolgono ruoli chiave nella gestione dei rischi.

L’obbligo di sicurezza del datore di lavoro

Il datore di lavoro è il principale responsabile della sicurezza all’interno di un’organizzazione. Questo obbligo, sancito sia dal D.Lgs. 81/2008 che dall’articolo 2087 del Codice Civile, impone di adottare tutte le misure necessarie per garantire l’integrità fisica e morale dei lavoratori. La valutazione dei rischi è uno degli adempimenti più importanti: il datore di lavoro deve analizzare ogni aspetto delle attività aziendali, identificando pericoli e stabilendo le strategie più adeguate per eliminarli o ridurli.

Alcune responsabilità del datore di lavoro, come la nomina del RSPP o la redazione del DVR, non possono essere delegate. Tuttavia, altre attività, come l’organizzazione della formazione o l’attuazione pratica delle misure preventive, possono essere affidate a soggetti competenti, purché questa delega avvenga in modo formale e trasparente.

La responsabilità del datore di lavoro e la tutela risarcitoria

Il dovere del datore di lavoro non si esaurisce con l’adozione di misure preventive: egli deve anche vigilare affinché queste siano applicate correttamente. La responsabilità derivante dall’articolo 2087 non è puramente oggettiva, ma si basa sulla verifica della colpa, ovvero sull’accertamento che il datore di lavoro abbia omesso di predisporre tutte le misure necessarie per proteggere i propri dipendenti. Questa responsabilità si estende oltre la semplice osservanza delle regole tecniche e abbraccia un concetto più ampio di protezione globale, che tiene conto delle specificità dell’ambiente lavorativo e dei rischi legati alle attività svolte.

In caso di infortunio o malattia professionale derivante dalla mancata osservanza delle norme di sicurezza, il lavoratore ha diritto a ottenere un risarcimento integrale dei danni subiti. Questo può avvenire sia attraverso la responsabilità contrattuale del datore di lavoro, sia tramite quella extracontrattuale. La norma assume quindi una funzione complementare rispetto alle disposizioni penali, rappresentando un ulteriore strumento di tutela per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

La tutela della sicurezza sul lavoro nel dettaglio

La tutela della sicurezza sul lavoro e dell’integrità fisica e morale dei lavoratori trova un fondamento giuridico nell’articolo 2087 del Codice Civile. Questa norma stabilisce un obbligo fondamentale per il datore di lavoro, che deve garantire condizioni lavorative sicure, adeguate alle caratteristiche specifiche delle mansioni svolte e in linea con le conoscenze tecniche e scientifiche più avanzate. L’obiettivo primario è quello di preservare non solo la salute fisica dei dipendenti, ma anche la loro dignità e benessere morale, come riconosciuto anche in diverse disposizioni della Costituzione italiana, tra cui gli articoli 2, 32, 35, 36 e 41.

L’articolo 2087 pone un accento particolare sull’importanza di aggiornare costantemente le misure di sicurezza in base al progresso tecnologico. Il datore di lavoro è tenuto ad adottare tutte le precauzioni che la scienza e la tecnica rendono disponibili per prevenire rischi legati all’attività lavorativa. Ciò significa che deve garantire ambienti, impianti e attrezzature sicuri, eliminando o riducendo il più possibile i pericoli alla radice. Questo impegno non si limita al rispetto delle norme preesistenti, ma implica un’attività continua di miglioramento e adeguamento.

Le figure di garanzia per la sicurezza sul lavoro

Tra le figure di garanzia previste dalla normativa, il RSPP riveste un ruolo centrale. Questo professionista collabora con il datore di lavoro per pianificare e attuare le politiche di sicurezza, coordinando le attività di prevenzione e protezione. Altre figure essenziali sono il medico competente, che si occupa della sorveglianza sanitaria, e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), che rappresenta gli interessi dei lavoratori in materia di sicurezza.

Sono previste anche figure e documentazioni accessorie obbligatorie. Per esempio bisogna designare il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP). A questa figura si aggiungono gli addetti antincendio e quelli al Primo Soccorso. Infine è fondamentale anche il ruolo svolto dal Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), dal medico competente e da eventuali preposti e dirigenti.

La sicurezza sul lavoro: tutti gli attori coinvolti nel dettaglio

Si creano nuove figure protagoniste della prevenzione:

  • medico competente, designato dal datore di lavoro tra i sanitari in possesso della relativa specializzazione;
  • responsabile del servizio di prevenzione e protezione, il quale, nelle aziende che hanno un limitato numero di dipendenti, può coincidere con il datore di lavoro, purché in possesso di attitudini e capacità adeguate;
  • rappresentante per la sicurezza, eletto o designato dai lavoratori;
  • lavoratori, chiamati a collaborare con gli altri attori della prevenzione.

Infatti anche i lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno diritto di “controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica”(art. 9, L.300/1970 – Statuto dei lavoratori).

I parametri per garantire la sicurezza

Per individuare le misure necessarie a tutelare i lavoratori, la normativa si basa su tre criteri fondamentali: la particolarità del lavoro, l’esperienza e il progresso tecnico. La particolarità del lavoro riguarda gli specifici processi produttivi e le tecniche utilizzate, oltre alle caratteristiche intrinseche delle sostanze o delle macchine impiegate. L’esperienza, invece, si riferisce al bagaglio di conoscenze maturato nel tempo in materia di sicurezza, mentre il progresso tecnico impone di tenere conto delle innovazioni scientifiche e tecnologiche che possono migliorare la prevenzione dei rischi.

Oltre a predisporre misure adeguate, il datore di lavoro deve garantire che siano effettivamente adottate. Questo implica, ad esempio, la verifica dell’utilizzo corretto dei dispositivi di protezione individuale o il controllo periodico dello stato di salute dei lavoratori attraverso la sorveglianza sanitaria. Tale sorveglianza deve essere affidata a un medico competente, che valuta periodicamente le condizioni fisiche dei dipendenti, in particolare in presenza di lavorazioni a rischio. In caso di problemi di salute, il lavoratore deve essere allontanato da attività pericolose e, se necessario, riassegnato a mansioni compatibili con il proprio stato di salute.

Il ruolo dell’INAIL nella tutela dei lavoratori

L’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, svolge un ruolo cruciale nel garantire la protezione economica dei lavoratori vittime di infortuni o malattie professionali. Questo ente pubblico, dotato di autonomia gestionale, fornisce indennizzi e rendite per compensare i danni subiti dai lavoratori. In caso di infermità derivante da un incidente sul lavoro, il dipendente ha diritto a ricevere un indennizzo per il danno biologico qualora l’invalidità sia compresa tra il 6% e il 15%. Per percentuali superiori, l’INAIL eroga una rendita periodica.

Il sistema di protezione garantito dall’INAIL rappresenta una rete di sicurezza importante, ma non esonera il datore di lavoro dall’obbligo di adottare tutte le misure necessarie per prevenire situazioni di pericolo. La prevenzione resta la prima linea di difesa contro gli infortuni e le malattie, e il rispetto delle normative in materia di sicurezza è essenziale per evitare gravi conseguenze umane, economiche e legali.

Una visione integrata della sicurezza

L’articolo 2087 del Codice Civile si pone come un modello di riferimento per una gestione responsabile e moderna della sicurezza sul lavoro. La sua applicazione non si limita al rispetto di norme statiche, ma richiede un approccio dinamico e proattivo. Questo modello integra aspetti tecnici, organizzativi e umani, ponendo al centro la protezione del lavoratore in ogni sua dimensione.

La sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo giuridico, ma anche un valore etico e sociale. Creare ambienti di lavoro sicuri e rispettosi della dignità umana significa promuovere il benessere collettivo e favorire lo sviluppo sostenibile delle imprese. In questo senso, l’articolo 2087 rappresenta un caposaldo della legislazione italiana, in grado di coniugare il progresso economico con la tutela dei diritti fondamentali.

Perché la sicurezza sul lavoro è importante?

La sicurezza sul lavoro non riguarda solo la conformità legale, ma ha un impatto diretto sulla vita delle persone e sulla sostenibilità delle imprese. Un ambiente sicuro riduce il numero di incidenti, salvaguardando la salute dei lavoratori e garantendo la continuità delle attività produttive. Inoltre, la sicurezza contribuisce a creare un clima di fiducia e rispetto reciproco, migliorando il benessere generale e aumentando la motivazione.

Gli infortuni e le malattie professionali hanno costi umani ed economici enormi, che vanno ben oltre le sanzioni previste per le violazioni normative. Investire nella prevenzione è quindi una scelta strategica che porta benefici tangibili per tutti gli attori coinvolti.

Organizzazione Mondiale della Sanità e sicurezza sul lavoro

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “la salute sul lavoro riguarda tutti gli aspetti di salute e sicurezza sul lavoro ed ha una elevata attenzione alla prevenzione primaria“. La salute è, quindi, uno “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non limitato ad una mera assenza di malattia o infermità“.

Questo concetto è stato quindi, pienamente recepito nel D. Lgs. 81/08 e presuppone anche l’assistenza sanitaria in caso di infermità e di fallimento della prevenzione primaria.

In molti casi, la diagnosi precoce e la stessa riabilitazione, limitano il danno alla salute. In questi termini, per salute si va oltre la promozione della salute e sicurezza sul lavoro, fino alla prevenzione del danno.

Sin dal 1950, infatti, la stessa Organizzazione Internazionale del Lavoro ha condiviso con l’OMS questa definizione di salute.

Questa tutela si prefigge:

  • mantenimento e la promozione della salute e della capacità operativa dei lavoratori;
  • miglioramento dell’ambiente di lavoro e del lavoro per favorire la sicurezza e la salute;
  • Lo sviluppo di organizzazioni lavorative e di culture del lavoro in una direzione che supporti salute e sicurezza sul lavoro e così facendo promuova un clima sociale positivo ed una agevole operatività e possa migliorare la produttività delle imprese.

Il concetto di cultura del lavoro è inteso in questo contesto a significare un riflesso dei sistemi di valore essenziali adottati dall’impresa interessata. Tale cultura si riflette nella pratica nei sistemi manageriali, nella politica del personale, nei principi di partecipazione, nelle politiche di formazione e nella gestione della qualità dell’impresa.