In questa guida parliamo di tremolite, uno dei minerali di amianto. Quando si parla di amianto infatti non ci si riferisce ad un unico minerale, ma a un grupp di minerali tutti caratterizzati da comuni caratteristiche asbestiformi. Cosa significa asbestiforme? Significa che la tremolite e gli altri minerali del gruppo hanno la capacità di suddividersi in fibre via via più sottile. Queste, quasi invisibili all’occhio umano, si disperdono facilmente nell’ambienete. Una volta inalate o ingerite provocano infiammazione e cancro.

Vediamo nel dettaglio cos’è la tremolite, dove si trova in natura e come e dove è stata usata. Scopriamo qual è la sua formula chimica e perché è pericolosa e quali malattie provoca.

Gli esposti alla tremolite e agli altri minerali di asbesto hanno diritto ad una serie di benefici di natura preventiva (prepensionamento e rivalutazione dei contributi) e risarcitoria (rendita INAIL o indennizzo, accesso al Fondo Vittime Amianto e, per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e comparti sicurezza, lo status di Vittime del dovere e la causa di servizio con equo indennizzo).

Tutte le vittime hanno inoltre diritto al risarcimento integrale dei danni subiti, ovvero al differenziale non coperto con le previdenze INAIL e di causa di servizio. Le somme maturate in vita dalla vittima spettano ai suoi eredi legittimi in caso di decesso.

Tremolite: cos’è e quale è la sua formula chimica

Cos’è la tremolite? La tremolite, anche nota come “amianto grigio-verde-giallo“, è una forma di amianto appartenente alla serie degli anfiboli. Come gli altri membri della famiglia dei silicati fibrosi, si distingue dal crisotilo, che appartiene al gruppo dei serpentini. In particolare, la tremolite è un inosilicato, un tipo di anfibolo facente parte del sottogruppo degli anfiboli di calcio, caratterizzato da una struttura composta da una doppia catena di tetraedri (SiO4), con tre dei quattro ossigeni condivisi.

Coome tutti i minerali asbestiformi, presenta la particolare capacità di dividere longitudinalmente in fibre sottili, permettendo la formazione di fasci sempre più fini fino a raggiungere un diametro infinitesimale, non percettibile all’occhio umano.

La sua composizione è espressa dalla formula chimica 2CaO,5MgO,8SiO2,H2O (n. CAS 77536-68-6), che indica la sua natura di inosilicato, appartenente al sottogruppo degli anfiboli di calcio, strutturato con una doppia catena di tetraedri che condividono tre dei quattro ossigeni. Questo minerale forma una serie con l’actinolite e la ferro-actinolite, dove il magnesio può essere sostituito dal ferro (Fe2+).

Breve storia della tremolite e della sua scoperta

La tremolite è conosciuta fin dalla fine del XVIII secolo, con la prima descrizione attribuita a Johann Ehrenreich von Fichtel nel 1782, basata su un ritrovamento avvenuto nei pressi del villaggio di Sebeşu de Jos in Transilvania.

Il nome tremolite invece le è stato attribuito in relazione alla località di ritrovamento, la Val Tremola nel Massiccio del San Gottardo in Svizzera, anche se probabilmente il campione proveniva dalla vicina zona di Campolungo, Valle Piumogna, (Canton Ticino, Svizzera). L’errore è stato indotto dal fatto che i cercatori di cristalli della zona del San Gottardo cercavano probabilmente di tenere nascoste le zone di approvvigionamento.

Pericolosità della tremolite: quanto e perché?

La tremolite, nella sua forma fibrosa, è altrettanto dannosa per la salute come ogni altro tipo di amianto.

La pericolosità dei minerali di amianto era stata riconosciuta già nei primi decenni del secolo scorso, ma è stata confermata scientificamente solo verso la metà del secolo. Solo nel 1992, tuttavia, è stato definitivamente vietato l’utilizzo e la commercializzazione dell’amianto in Italia e in Europa. Al contrario, in altri paesi, come il Brasile, continua ad essere commercializzato nonostante i gravi rischi per la salute.

Per ulteriori approfondimenti rimandiamo alle monografie dello IARC ed ai Quaderni del Ministero della Salute “Stato dell’arte e prospettive in materiali di contrasto alle patologie asbesto-correlate”, n. 15, maggio-giugno 2012.

Il parere dell’OMS sulla pericolosità della tremolite

L’OMS ha chiaramente affermato la pericolosità dell’amianto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tutti i tipi di amianto sono cancerogeni.

“L’esposizione all’amianto avviene attraverso l’inalazione di fibre presenti nell’aria nei luoghi di lavoro, nell’aria circostante le fonti puntuali come fabbriche che lavorano l’amianto, o nell’aria interna a edifici e abitazioni contenenti materiali di amianto friabile (sbriciolabile)”.

Sulla questione delle patologie correlate all’amianto, incluso l’esposizione alla tremolite, l’OMS è inequivocabilmente chiara: l’amianto, inclusa la tremolite, non solo causa gravi malattie correlate all’amianto, ma rappresenta anche un pericolo significativo per la salute finché non viene rimosso correttamente. Le misure per ridurre al minimo il rischio di esposizione, seppur rigorose, non possono eliminare completamente il pericolo.

La presenza o la persistenza di materiali contenenti amianto nelle abitazioni o nei luoghi di lavoro mette a rischio l’intera comunità, poiché tali materiali richiedono manutenzione nel tempo, che può comportare la liberazione di fibre di amianto. Inoltre, eventi naturali come terremoti, uragani, tsunami e inondazioni compromettono qualsiasi tentativo di controllo dell’amianto nell’ambiente costruito. L’unico metodo per vincere la lotta all’amianto è la bonifica.

Malattie causate dall’esposizione alla tremolite

Le fibre di tremolite e degli altri minerali di amianto possono causare le seguenti Malattie amianto-correlate:

Queste patologie sono incluse nella lista I dell’INAIL (Istituto Nazionale Assicurativo Infortuni sul Lavoro) e prevedono la presunzione legale d’origine: se contratte e se presente l’asbesto sul posto di lavoro sono automaticamente considerate malattie di origine professionale.

 Il cancro dello stomaco, il cancro del colon retto sono inseriti nella lista II dell’INAIL) e il tumore dell’esofago  rientra nella lista III dell’INAIL. Per quanto riguarda queste ultime patologie la loro incidenza per cause lavorative viene ritenuta meno probabile e non vige la presunzione legale d’origine della malattia.

Purtroppo per i dipendenti delle Forze dell’Ordine e del Comparto Sicurezza non assicurati INAIL non è mai prevista la presunzione legale d’origine della malattia. Per ottenere indennizzi e benefici per causa di servizio sono tenuti in ogni caso a dismotrare il nesso causale.