La tecnica è una parte decisamente importante della nostra vita come specie. Per tecnica si intende l’applicazione delle conoscenze elaborate dalla scienza a scopi pratici e usate nella produzione di strumenti. Ogni branca della scienza ha la sue tecniche.

Generalmente però possiamo dire che ogni arte umana si avvale di determinate tecniche. Ci sono tecniche di scrittura, di pittura e ancora tecniche radiotelevisive, giornalistiche e di recitazione. La tecnica non riguarda quindi soltanto la produzione di tecnologia.

In questa guida scopriamo tutto sulla tecnica e su cosa significa lo sviluppo della tecnica per la nostra specie. Facciamo il punto anche sulle nuove tecniche di cui abbiamo bisogno per fare fronte alle problematiche di questa nostra epoca afflitta da inquinamento e riscaldamento globale. 

Cosa significa tecnica?

Cosa significa dunque tecnica? La tecnica è l’insieme delle norme su cui è fondata la pratica di un’arte, di una professione o di una qualsiasi attività, non soltanto manuale ma anche strettamente intellettuale.

L’insieme di queste norme vengono acquisite empiricamente. Fino alla rivoluzione industriale si apprendevano soprattutto per imitazione. Lo spazio per la sperimentazione e l’innovazione era ritagliato all’interno delle tecniche basate  sulla tradizione. Con la Rivoluzione Scientifica e la nascita del metodo scientifico le tecniche si basarono invece sempre più sull’applicazione di conoscenze scientifiche.

Storia della tecnica

La tecnica nasce con l’uomo, o meglio con gli ominini. Ancor prima della comparsa di Homo sapiens infatti i primi bipedi trovarono la loro possibilità di sopravvivenza grazie allo sviluppo della tecnica. L’industria litica dei neanderthal per esempio, sebbene meno evoluta di quella di alcuni dei primi sapiens si avvaleva di una tecnica evoluta. O meglio di tecniche. In diversi luoghi e periodi, gruppi diversi di neanderthal si erano avvalsi di tecniche diverse a seconda della pietra disponibile, di quello di cui avevano bisogno e della loro cultura.

Creare strumenti con la pietra è un’attività che necessita di numerose conoscenze trasmese presumibilmente per imitazione. L’innovazione faceva parte già della quotidianità dei neanderthal così come di sapiens.

Senza la tecnica che ci ha permesso di costruire strumenti di pietra e legno, di conservare la carne e senza lo sviluppo di tecniche di caccia collaborative l’uomo non sarebbe riuscito a sopravvivere come specie.

L’evoluzione della tecnica

La tecnica dell’antichità e del medioevo, pur essendo di relativa complessità, aveva applicazioni essenzialmente architettoniche e agricole e si configurava come patrimonio di artigiani. Gli artigiani erano considerati uno strato sociale di livello inferiore a quello dominante. Per questi ultimi infatti il lavoro manuale era degradante. Le conoscenze tecniche si tramandavano di padre in figlio. Si trattava quindi di mestieri acquisiti empiricamente.

Con la rivoluzione industriale la tecnica divenne patrimonio di conoscenze, sempre più specializzate e soggette a continua innovazione, che richiede un addestramento specifico in un sistema scolastico. La formazione matematica e scientifica assume un ruolo centrale, e l’insieme dei procedimenti tecnici stessi in un dato settore diventa oggetto di indagine sistematica. 

Scienza e tecnica

C’è quindi un legame molto stretto tra scienza e tecnica. La scienza si occupa di portare avanti gli studi applicabili nella tecnica per il miglioramento delle attività che rispondono alle esigenze della società. Tali esigenze sono soggette alle leggi del mercato e dell’economia.

Con la crescita esponenziale dei problemi legati all’inquinamento e al riscaldamento globale c’è bisogno di investire nella ricerca per la salvaguardia ambientale. La salvaguardia ambientale è legata a filo stretto anche alla tutela della salute. Non esiste infatti tutela della salute senza salvaguardia ambientale.

Con la pandemia da COVID-19 è diventato ancora più palese come i sintomi di alcune malattie siano amplificati dall’inquinamento atmosferico. Tutti gli anni muoiono migliaia di persone a causa dell’inquinamento.

Il riscaldamento globale e i problemi connessi a inquinamento e perdita di biodiversità non possono essere risolti senza ingenti investimenti nel settore della ricerca per migliorare la tecnica.

Principio di precauzione e tecnica

L’innovazione continua fa sì che vengano utilizzati materiali e sostanze delle quali non si conoscono gli effettivi effetti sulla salute umana e sull’ambiente. Pensiamo epr esempio all’amianto. Un minerale prodigioso, ampiamente presente in natura, eocnomico, resistente al calore e alla trazione non poteva che essere usato in centinaia di applicazioni per decenni e decenni. Solo dopo si sono scoperte le capacità cancerogene dell’amianto. Nonostante gli studi sceintifici le avessero poi dimostrate ci vollero ancora decenni prima che fu finalmente bandito dal mercato nel 1992.

Secondo il principio di precauzione bisognerebbe conoscere prima di utilizzare.

Diritto penale del rischio: repressione delle condotte pericolose

Lo sviluppo sostenibile può essere portato avanti solo in concomitanza con una tutela di stampo penalistico dell’ambiente che non può prescindere dall’anticipare la punibilità dell’evento in modo da interdire condotte dannose e pericolose, e quindi evitare le più gravi conseguenze della lesione della salute e dell’integrità psicofisica e in alcuni casi anche della morte.

Se fino alla fine dell’800 e agli inizi del 900, i reati colposi per lesioni o omicidio, erano circoscritti a pochi episodi, e per singole vittime, non è così nella società del terzo millennio (leggi tutto sul diritto).

Infatti, se si tiene conto che prodotti, compresi i medicinali, sono riservati a milioni di persone, l’eventuale utilizzo di sostanze dannose, senza una preventiva valutazione, ha un impatto colossale non reversibile.

Si pensi alla messa in commercio di farmaci che magari danneggiano i feti, oppure materiali di cemento amianto (eternit). Solo dopo trenta, quaranta e cinquanta anni, siamo giunti all’entrata in vigore della Legge 257/92.

Leggi tutto su: Diritto risarcitorio