In questa pagina ci occupiamo di diritto risarcitorio e in particolare di danno patrimoniale: scopiamo quali sono i danni patrimoniali, come si calcolano e quando si ha diritto al risarcimento.
L’UPIDSA – Università Popolare Internazionale Diritto, Scienza e Ambiente APS si occupa di formare un personale tecnico specializzato in diritto risarcitorio con un particolare focus su ambiente e salute a 360°, compresa quella psicologica. Le vittime di terrorismo, di mobbing, di errore medico e di esposizione ad amianto e ad altri cancerogeni che hanno causato malattia hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti, patrimoniali e non patrimoniali.
In caso di decesso della vittima sono i familiari eredi legittimi ad avere diritto ai ristori previsti dalla legge che spettavano al defunto, oltre al risarcimento dei danni subiti personalmente.
Il concetto di danno patrimoniale è fondamentale nel diritto civile e riguarda le conseguenze economiche che una persona può subire a causa di un evento dannoso. Particolare attenzione sarà data ai danni legati a malattie professionali, spesso causate da esposizioni nocive in ambito lavorativo.
Contents
- 1 Cosa sono i danni patrimoniali?
- 2 Normativa e leggi di riferimento sui danni patrimoniali
- 3 diritto risarcitorio: cos’è il risarcimento del danno?
- 4 Quando si ha diritto al risarcimento?
- 5 Il calcolo dei danni patrimoniali: come si calcolano?
- 6 Risarcimento del danno patrimoniale da amianto, mobbing, errore medico
Cosa sono i danni patrimoniali?
Un danno patrimoniale è una perdita economica subita da una persona a causa di un evento specifico, che può derivare da responsabilità contrattuale o extracontrattuale. Riguardano la diminuzione del patrimonio di una persona o la mancata acquisizione di un guadagno a seguito di un illecito subito.
Per esempio, se un incidente stradale impedisce a una persona di lavorare, essa subisce un danno patrimoniale perché non può più generare reddito. Allo stesso modo, se un lavoratore si ammala a causa di un’esposizione prolungata a sostanze tossiche, le spese mediche e la perdita di salario rappresentano danni patrimoniali.
Le categorie di danni patrimoniali: danno emergente e lucro cessante
I danni patrimoniali si dividono in due categorie principali: danno emergente e lucro cessante. Queste due tipologie permettono di analizzare le perdite economiche in modo completo.
Il danno emergente rappresenta la perdita effettiva di denaro o beni che una persona ha subito a causa dell’evento dannoso. Si tratta, in altre parole, di un peggioramento del patrimonio.
Per esempio:
- Le spese mediche sostenute dopo un infortunio;
- I costi per la riparazione di un bene danneggiato, come un’automobile;
- Le spese legali o amministrative necessarie per affrontare le conseguenze dell’evento dannoso.
In generale, il danno emergente rispecchia ciò che è stato materialmente perduto.
Il lucro cessante, invece, rappresenta il mancato guadagno futuro. Questa categoria include tutto ciò che la persona avrebbe potuto guadagnare, ma che non ha potuto ottenere a causa dell’evento dannoso.
Un esempio classico è quello di un lavoratore autonomo che, a causa di un incidente, non può più svolgere la propria attività per un periodo di tempo. In questo caso, il lucro cessante corrisponde ai guadagni persi durante la convalescenza.
Normativa e leggi di riferimento sui danni patrimoniali
La base normativa per i danni patrimoniali si trova nel Codice Civile italiano, in particolare negli articoli dedicati alla responsabilità civile (artt. 2043 e seguenti) e al risarcimento dei danni.
- Articolo 2043 – Risarcimento per fatto illecito: prevede che chiunque causi un danno ingiusto a un altro, per dolo o colpa, sia obbligato a risarcirlo.
- Articolo 2056 – Valutazione dei danni: stabilisce che i danni debbano essere valutati in base alla perdita subita e al mancato guadagno.
- Articolo 1223 – Risarcimento del danno contrattuale: disciplina la risarcibilità dei danni emergenti e del lucro cessante in caso di inadempimento di un contratto.
Questi principi sono completati da normative specifiche che riguardano particolari tipi di danno, come quelli derivanti da malattie professionali o infortuni sul lavoro, regolati dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008) e dalla disciplina INAIL.
diritto risarcitorio: cos’è il risarcimento del danno?
Ma andiamo con ordine: cos’è il risarcimento del danno? Il risarcimento del danno per fatto illecito è previsto nell’ordinamento giuridico italiano dall’articolo 2043 del codice civile. L’articolo in questione recita:
“Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.
In altre parole l’ingiustizia può essere fatta valere dalla parte che ha subito il danno ogni volta in cui essa è frutto di una condotta contraria alla legge.
Il danno che deve essere risarcito può scaturire da una condotta illecita extracontrattuale o contrattuale. Nel primo caso si tratta di una condotta illecita che lede la convivenza tra membri di una collettività ed è spesso chiamata responsabilità civile.
Nel secondo caso si tratta di un comportamento illecito che non rispetta degli obblighi contrattuali.
Il risarcimento del danno prevede una componente patrimoniale e una non patrimoniale.
Occorre distinguere tra perdita della capacità di lavoro generica e specifica da cui derivano le due categorie del danno patrimoniale:
- la perdita della capacità lavorativa generica si sostanzia in un danno non patrimoniale consistente nelle difficoltà ad esercitare un’occupazione lavorativa astrattamente intesa;
- la perdita della capacità lavorativa specifica è un danno patrimoniale consistente nella difficoltà di continuare a svolgere concretamente il proprio lavoro e da cui scaturisce il danno futuro da lucro cessante.
Si ricorda che «gli effetti pregiudizievoli della lesione della salute del soggetto leso possono consistere in un danno patrimoniale da lucro cessante laddove vengano ad eliminare o a ridurre la capacità di produrre reddito» (Cass. 12211/2015).
Quando si ha diritto al risarcimento?
Per ottenere il risarcimento di un danno patrimoniale, è necessario dimostrare alcuni elementi fondamentali:
- Esistenza del danno: deve essere provato che l’evento ha effettivamente causato una perdita economica.
- Nesso di causalità: bisogna dimostrare che il danno è una conseguenza diretta dell’evento dannoso.
- Colpa o dolo del responsabile: se il danno deriva da un illecito, è necessario dimostrare che esso è stato causato per negligenza, imprudenza o intenzionalmente.
In ambito lavorativo, il diritto al risarcimento si attiva quando un lavoratore subisce una perdita economica a causa di condizioni lavorative nocive o insicure. Un esempio classico è quello di malattie professionali derivanti dall’esposizione a sostanze tossiche, come l’amianto o il piombo. In questi casi, il risarcimento può essere richiesto al datore di lavoro o agli enti assicurativi preposti, come l’INAIL.
Il calcolo dei danni patrimoniali: come si calcolano?
La quantificazione dei danni patrimoniali è un passaggio cruciale. Essa avviene tramite criteri che mirano a restituire alla vittima una somma pari alla perdita subita e al mancato guadagno.
Per il danno emergente, il calcolo è relativamente semplice: si sommano tutte le spese documentabili, come fatture mediche, preventivi di riparazione o altri costi sostenuti.
Per il lucro cessante, invece, il calcolo è più complesso, poiché è necessario stimare i redditi che la persona avrebbe potuto percepire. In questi casi, si utilizzano criteri statistici e proiezioni basate sul reddito pregresso della persona, sull’età e sulle sue aspettative di vita lavorativa.
Ad esempio, per un lavoratore che ha subito una malattia professionale permanente, il lucro cessante potrebbe includere tutti i salari futuri che non sarà in grado di guadagnare a causa dell’inabilità.
Risarcimento del danno emergente
Il danno emergente è un danno attuale e immediato che si realizza con la diminuzione delle sostanze patrimoniali provocata dall’illecito.
Il danno emergente consiste nella perdita economica che il patrimonio del creditore ha subito per colpa della mancata, inesatta o ritardata prestazione del debitore.
Rientrano nel danno emergente:
- il disvalore economico provocato dalla mancata, inesatta o ritardata prestazione del debitore;
- le spese sostenute per rimuovere inesattezze della prestazione;
- la temporanea impossibilità di godere del bene;
- i danni provocati alla persona o ai beni del creditore.
Risarcimento del lucro cessante
Il lucro cessante è il mancato guadagno patrimoniale provocato dall’inadempimento o dall’illecito che si sarebbe dovuto conseguire in caso l’obbligazione fosse stata regolarmente adempiuta o in mancanza della lesione.
Quindi, a differenza del danno emergente, il lucro cessante attiene a una ricchezza non ancora inglobata nel patrimonio del danneggiato, ma che si sarebbe ragionevolmente prodotta. In altre parole considera la ricchezza che il creditore non ha conseguito in seguito al mancato utilizzo della prestazione dovuta dal debitore oppure, al di fuori di un rapporto contrattuale, alla perdita delle possibilità di guadagno che il fatto illecito provoca al danneggiato.
Prova rigorosa del lucro cessante
Il risarcimento di questo tipo di danno è dunque riconosciuto solo nel caso in cui c’è la probabilità o la certezza della sua concreta esistenza, da fornire con prova “rigorosa”. Ciò è espresso dalla Corte di Cassazione nella sentenza n.23304, 8 novembre 2007: “Occorre pertanto che dagli atti risultino elementi oggettivi di carattere lesivo, la cui proiezione futura nella sfera patrimoniale del soggetto sia certa, e che si traducano, in termini di lucro cessante o in perdita di chance, in un pregiudizio economicamente valutabile ed apprezzabile, che non sia meramente potenziale o possibile, ma che appaia invece – anche semplicemente in considerazione dell’id quod plerumque accidit connesso all’illecito in termini di certezza o, almeno, con un grado di elevata probabilità“.
Danni Patrimoniali e Malattie Professionali
Uno dei contesti in cui i danni patrimoniali hanno un ruolo particolarmente rilevante è quello delle malattie professionali, ossia quelle patologie che derivano dall’esposizione a rischi legati all’ambiente di lavoro. Queste malattie possono essere causate, ad esempio, da sostanze chimiche tossiche, come l’amianto, rumori eccessivi o posture scorrette.
Quando un lavoratore sviluppa una malattia professionale, può subire sia un danno emergente (spese mediche e terapie) sia un lucro cessante (perdita di capacità lavorativa). In questi casi, il risarcimento deve coprire entrambi gli aspetti. Inoltre, la valutazione del danno deve considerare anche il grado di invalidità permanente che la malattia può causare.
Un esempio comune è quello dell’esposizione all’amianto, che può provocare patologie gravi come il mesotelioma. In questo caso, il lavoratore ha diritto a un risarcimento che copra non solo le spese mediche, ma anche la perdita di reddito causata dall’impossibilità di continuare a lavorare
Risarcimento del danno patrimoniale da amianto, mobbing, errore medico
Come detto più su le vittime dell’amianto che hanno contratto delle malattie asbesto correlate hanno diritto all’integrale risarcimento dei danni. Essi comprendono quindi i danni patrimoniali e i danni non patrimoniali, decurtati dell’indennizzo biologico che viene indennizzato attraverso rendite e indennizzi INAIL.
Anche i lavoratori che subiscono mobbing possono ottenere il risarcimento danni. Ad imporre l’obbligo di risarcimento, in questi casi, è l’ ex art. 2087 c.c, come chiarito dalla giurisprudenza. Tra le tante vedi Cass., sez. lav. sentenza n. 2864/2022.
In caso di responsabilità medica (errore medico che sia un caso di malasanità, errore di diagnosi o altro) prevede il risarcimento integrale dei danni cui fa capo la struttura sanitaria. Qui trovate tutte le informazioni sul risarcimento danni nella responsabilità medica con indicazioni sulla prescrizione, onere della prova e chi se ne fa carico e normative complete.