Cos’è la malattia professionale? In questa guida approfondiamo il tema: scopriamo in cosa consiste e come si diffrenzia dall’infortunio sul lavoro. Vediamo come si ottiene il riconoscimento di malattia professionale: domanda, iter e ricorsi. Ci occupiamo in particolare delle malattie professionali correlate all’esposizione all’amianto. Vediamo anche a quali benefici e previdenze dà diritto il riconoscimento.

Il riconoscimento da parte dell’INAIL di una malattia come professionale è un processo importante per garantire infatti ai lavoratori che abbiano contratto una malattia sul posto di lavoro il diritto a determinati benefici e indennizzi.

Innanzitutto, è essenziale comprendere che l’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, è l’ente preposto in Italia alla gestione delle prestazioni assicurative obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali per i lavoratori dipendenti del settore privato e pubblico. Tra le sue competenze rientra anche il riconoscimento delle malattie professionali.

Per ottenere il riconoscimento di una malattia come professionale da parte dell’INAIL, è necessario seguire una serie di passaggi.

Una volta presentata la domanda, l’INAIL avvia un’istruttoria per valutare se sussistono i requisiti per il riconoscimento della malattia come professionale. Questa valutazione tiene conto di diversi elementi, tra cui la diagnosi medica, la storia clinica del paziente, le modalità di esposizione sul luogo di lavoro e altri fattori pertinenti.

È importante sottolineare che il processo di riconoscimento da parte dell’INAIL può essere complesso e richiedere tempo. In alcuni casi, può essere necessario ricorrere a supporto legale o medico per ottenere il riconoscimento desiderato.

Malattia professionale: cos’è e in cosa consiste? Una definizione

La malattia professionale è una malattia contratta sul posto di lavoro. Si differenzia dall’infortunio sul lavoro. Quest’ultimo avviene infatti sul posto di lavoro in seguito ad un evento traumatico, per una causa violenta o anche semplicemente in occasione di lavoro e comporta l’impossibilità di svolgere l’attività lavorativa per più di tre giorni.

Invece la malattia professionale è contratta nell’esercizio dell’attività lavorativa, protratta nel tempo e a causa delle lavorazioni esercitate. Non ha quindi un’origine violenta o traumatica. È causata (o concausata) dall’esposizione lavorativa a fattori di rischio specifici (ovvero presenti esclusivamente nell’ambiente di lavoro). Essi, agendo in maniera lenta e prolungata nel tempo, possono determinare effetti cronici che provocano dunque un danno biologico.

La malattia professionale si può definire l’infermità psichica e/o fisica del lavoratore in rapporto causale diretto ed efficiente con lo svolgimento di una determinata attività lavorativa, configurabile ogni qualvolta l’evento morboso si ricolleghi al rischio specifico ovvero anche solo generico aggravato dal lavoro

Le malattie professionali e l’assicurazione dell’INAIL

A differenza delle polizze assicurative private, il sistema di assicurazione contro le malattie professionali gestito dall’INAIL si distingue per la sua automaticità nel fornire le prestazioni. Questo significa che anche se il datore di lavoro non ha pagato regolarmente i premi assicurativi, i lavoratori sono comunque coperti.

Per i lavoratori autonomi, il diritto alle prestazioni economiche rimane sospeso fino al pagamento del premio dovuto.

Inoltre, l’assicurazione INAIL solleva il datore di lavoro dalla responsabilità civile per i danni subiti dai dipendenti sul posto di lavoro, a meno che non abbia commesso reati legati alla violazione delle norme sulla sicurezza. Questa esenzione non si applica per danni non coperti dalla rendita INAIL, come quelli di natura morale o esistenziale, a seguito di sentenze della Corte di Cassazione.

Le prestazioni economiche erogate dall’INAIL, ad eccezione dell’indennità temporanea e dell’integrazione della rendita, non sono soggette a tassazione, né possono essere oggetto di pignoramento o cessione.

Malattia professionale: quando si ha e requisiti

Quando si verifica una malattia professionale? Secondo il sistema attuale, le malattie professionali sono elencate in specifiche tabelle legislative che includono le tecnopatie. Esistono anche malattie non incluse in tali tabelle, ma considerate comunque di origine professionale.

Sia per le malattie elencate che per quelle non elencate è possibile ottenere il riconoscimento di malattia professionale con diritto agli indennizzi INAIL.

Per le malattie elencate nella lista I vale la presunzione legale di origine professionale, purché la malattia e la lavorazione che l’ha causata siano presenti nella tabella allegata. Questo significa che è sufficiente dimostrare il danno subito e la presenza della lavorazione o dell’agente responsabile sul luogo di lavoro per ottenere il riconoscimento. Per le malattie non elencate, invece, il lavoratore deve provare l’origine professionale della malattia, supportando la sua richiesta con dati epidemiologici e letteratura scientifica.

Malattie tabellate e non tabellate dall’INAIL: come funziona

In sintesi, chi contrae una malattia elencata segue un percorso burocratico più agevole rispetto a chi contrae una malattia non elencata, ovvero non inclusa nelle tabelle dell’INAIL. Nel primo caso, è sufficiente dimostrare la presenza della malattia e della lavorazione o sostanza responsabile sul posto di lavoro (come indicato nella tabella) per ottenere il riconoscimento.

Nel caso di malattia non elencata, il lavoratore deve documentare le proprie mansioni e l’esposizione al rischio, considerando anche la durata e l’intensità dell’esposizione stessa. È consigliabile rivolgersi a professionisti qualificati per gestire il processo burocratico.

Come richiedere il riconoscimento di malattia professionale?

Indipendentemente se si tratta di una malattia tabellata o non tabellata, è necessario fornire una documentazione dettagliata dal punto di vista sanitario. Questa documentazione deve essere accompagnata da una certificazione medica che attesti l’origine presunta della malattia dal lavoro. Il processo da seguire è il seguente:

  1. Consultare il medico curante, un medico del lavoro o l’Osservatorio Nazionale dell’Amianto per verificare l’esposizione ad amianto o ad altre sostanze che possono aver causato la malattia.
  2. Una volta confermati questi presupposti, il lavoratore riceverà il primo certificato di malattia professionale, che il medico è tenuto a rilasciare e a inviare all’INAIL tramite modalità telematica.

Come ottenere gli indennizzi forniti dall’INAIL

Da quel momento, il lavoratore ha 15 giorni di tempo per informare il datore di lavoro e consegnargli il certificato di malattia professionale. Entro 5 giorni, il datore di lavoro è tenuto a inviare il certificato all’INAIL. Se ciò non avviene, spetta al lavoratore svolgere questa procedura. Nel caso in cui il lavoratore sia pensionato, sarà lui stesso a inviare la documentazione all’INAIL.

Per ottenere l’indennizzo INAIL in base al grado di invalidità della malattia professionale, il lavoratore sarà sottoposto a visita medica.

Se la domanda viene respinta, è possibile fare ricorso in base all’art. 104 del DPR 1124/65. A questo punto, sarà organizzata una visita collegiale, alla quale il lavoratore può essere accompagnato da un medico.

Quadro normativo delle malattie professionali: evoluzione e prospettive

Dal 2008, con il decreto ministeriale del 9 aprile 2008 contenente le nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura, il contesto normativo che regola le prestazioni offerte dall’INAIL per le malattie professionali ha subito un continuo sviluppo.

Un accordo del 2 febbraio 2012 ha stabilito le modalità di erogazione delle prestazioni di assistenza sanitaria da parte dell’INAIL, mirando a una piena integrazione tra i livelli di tutela forniti dal servizio sanitario nazionale e quelli dell’Istituto. Questo per garantire una sinergia ottimale tra l’INAIL e il Servizio Sanitario Nazionale.

L’entrata in vigore dell’articolo 1, comma 166, della legge 23 dicembre 2014, n.190 (legge di stabilità 2015) ha assegnato all’INAIL competenze in materia di reinserimento e integrazione lavorativa delle persone con disabilità derivanti dal lavoro, tramite progetti personalizzati volti a preservare il posto di lavoro o a trovare una nuova occupazione.

Quali sono le prestazioni economiche offerte dall’INAIL ai lavoratori affetti da malattia professionale?

  • Indennizzo o rendita INAIL: il danno biologico viene compensato con un indennizzo una tantum se è pari o superiore al 6%, e con una rendita mensile se supera il 15%.
  • Rendita ai superstiti: in caso di decesso della vittima di malattia professionale, la rendita INAIL viene erogata ai familiari superstiti in percentuale. La somma delle quote di rendita non può superare il 100% della retribuzione. Per familiari superstiti si intendono coniuge (o convivente), figli, genitori, fratelli e sorelle.
  • Assegno funerario ai superstiti: i superstiti di lavoratori deceduti a causa di malattia professionale hanno diritto a un assegno per le spese funerarie.
  • Assegno per assistenza personale continuativa: per inabilità permanente non inferiore al 65% e per le menomazioni elencate nelle tabelle. Hanno diritto a questa prestazione coniuge e figli, a condizione che non ricevano altre rendite o redditi superiori all’assegno speciale.
  • Prestazioni sanitarie e socio-sanitarie: l’INAIL offre anche una serie di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie per garantire cure e recupero agli affetti da malattia professionale:
  • Attività medico-legali.
  • Cure ambulatoriali.
  • Visite specialistiche e accertamenti diagnostici clinici e/o strumentali, anche a scopo medico-legale, oltre che terapeutico; vaccinazioni e profilassi antitetanica.
  • Prestazioni riabilitative non ospedaliere per il recupero dell’integrità psicofisica e il reinserimento sociale e lavorativo; altre prestazioni per massimizzare il recupero delle funzioni compromesse e valorizzare le capacità residue.

Malattie amianto correlate: quali sono?

Le fibre dei minerali di amianto possono causare le seguenti Malattie amianto-correlate:

Queste patologie sono incluse nella lista I dell’INAIL (Istituto Nazionale Assicurativo Infortuni sul Lavoro) e per loro vige la prevenzione legale d’origine: se contratte e se presente l’asbesto sul posto di lavoro sono automaticamente considerate malattie di origine professionale. Nella lista II (che non predeve la presunzione legale di origine) compaiono:

Nella lista III (che come la lista II prevede la dimostrazione a carico del lavoratore del nesso causale tra malattia e lavorazione) compare solo il tumore dell’esofago.

Tutte queste patologie devono essere risarcite in quanto malattie professionali. Tuttavia mentre nel primo caso è facile ottenere il riconoscimento di malattia professionale dall’INAIL, nel secondo caso è più complicato.

Tutte le altre patologie correlate all’amianto

Oltre alle malattie riconosciute dall’INAIL ci sono tutta una serie di patologie che possono essere provocate dall’amianto. Tra le malattie degenerative non tumorali ci sono la miocardiopatia, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica, la fibromialgia e vari problemi cardiovascolari.

Le neoplasie causate dalle fibre di asbesto potrebbero colpire anche il cervello, la colecisti, la mammella, il pancreas, la prostata, i reni, la tiroide, la vagina-vulva e la vescica. Quest’ultima è dimostrata da molti studi scientifici:

Agenti cancerogeni della Lista I: danno da esposizione

Nella Lista I, oltre alle malattie asbesto correlate, ci sono le malattie provocate  con elevata probabilità da agenti chimici, come quelle derivanti da piombo (anemia, encefalopatia), rame (congiuntivite, asma bronchiale), anidride solforosa (tracheobronchite), cloruro di vinile (fibrosi polmonare, epatopatia fibrotica), silice libera cristallina (silicosi polmonare), ossidi di ferro (siderosi), stagno (stannosi), alluminio (alluminosi), cotone (bissinosi).

Inoltre, vi sono malattie che possono essere provocate da agenti chimici, derivanti da fibre minerali (tracheobronchite), fibre vetrose e minerali (tracheobronchite), quelle provocate da olii minerali (dermatite follicolare), radiazioni ionizzanti (radiodermiti), radiazioni solari (cheratosi attiniche), radiazioni infrarosse (eritema permanente), da arsenico (tumore della cute, tumore del polmone, tumore della vescica), cromo (tumore del polmone), composti del nichel (tumore del polmone, tumore delle cavità nasali, tumore deiseni paranasali), fuliggine (tumore della cute, tumore del polmone), pece di catrame e catrame di carbone (tumore della cute e tumore del polmone).

Gli agenti nocivi della lista II INAIL

La Lista II, oltre alle malattie asbesto correlate, ospita le malattie da agenti chimici come anadride trimellitica (alveoliti allergiche estrinseche), cloruro di polivinile (granulosi polmonare), formaldeide (tumore delle cavità nasali, tumore dei seni paranasali) e benzene (leucemia linfoide, linfoma non hodgkin, mieloma multiplo).

I cancerogeni della lista III INAIL

Nella Lista III ci sono le malattie provocate da agenti chimici come la silice libera cristallina (poliangite microscopica), fibre ceramiche (fibrosi polmonare), cloruro di vinile (tumore del polmone, tumore cerebrale, tumori del sistema emolinfopoietico), cobalto e suoi Sali (tumore del polmone).