In questa guida ci occupiamo di tumore al colon retto, una neoplasia che ha diverse cause e fattori di rischio. Tra queste gioca un ruolo importante l’esposizione lavorativa ad agenti cancerogeni, tra cui l’amianto.

Scopriamo cos’è il tumore del colon retto, quanti tipi ne esistono, quali sono i sintomi e le migliori cure disponibili. Approfondiamo il tema della malattia di origine professionale e degli indennizzi a cui si ha diritto in caso di riconoscimento. Le vittime di malattia di origine professionale hanno infatti diritto a una serie di prestazioni economiche e sociali. Hanno inoltre diritto al risarcimento integrale dei danni subiti, che include i danni differenziali che non sono indennizzati con la malattia professionale o causa di servizio. Spetta al datore di lavoro risarcirli.

Che cos’è il tumore del colon retto? Una definizione

Il tumore del colon è una neoplasia maligna che si sviluppa nell’intestino crasso. Come tutti i tumori è originato dalla proliferazione incontrollata di una delle cellule costituenti l’organo in questione, in questo caso il colon-retto.

L’intestino è diviso in due aree principali:

  • piccolo intestino intestino tenue, comprende il tratto che parte dalla valvola pilorica fino ad arrivare alla valvola ileocecale ed è diviso a sua volta in tre sezioni (duodeno, digiuno e ileo);
  • grande intestino o intestino crasso, che costituisce la parte terminale dell’intestino e dell’apparato digerente ed è suddiviso in sei sezioni (cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma e retto).

Le cellule interessate da una mutazione del DNA proliferano e formano una massa anomala. Hanno la capacità di espandersi e di creare metastasi in altre parti dell’organismo, anche distanti dalla sede di origine.

Si distingue tra tumori del colon e tumori del retto, cioè dell’ultimo tratto dell’intestino. Questi due tipi di tumori si manifestano con modalità e frequenze diverse: rispettivamente 70% e 30% circa. Inoltre la sede precisa del tumore lungo il colon e nel retto può corrispondere a caratteristiche molecolari diverse e può condizionare la scelta del tipo di chirurgia e cure.

Numeri e insorgenza del cancro del colon-retto

Il cancro del colon retto conta 610.000 morti all’anno nel mondo. Queste cifre ne fanno la terza forma più comune di tumore. La mortalità è in netta diminuzione grazie alle prassi di screening e prevenzione.

Secondo l’epidemiologia la malattia è abbastanza rara prima dei 40 anni, e maggiormente diffusa in persone di età compresa fra i 60 e i 75 anni. Si contano poche distinzioni fra uomini e donne.

Il 58% delle persone colpite da il tumore del colon retto sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, con una moderata tendenza all’aumento (i dati risalgono ai primi anni 2000). Il rapporto IARC approfondisce insorgenza, dati e prognosi.

Tipologie di tumori al colon-retto: quali sono?

Diverse tipologie di tumori si sviluppano nel colon-retto, con l’adenocarcinoma che primeggia come la forma più comune di neoplasia epiteliale. Seguono varianti come l’adenocarcinoma mucinoso, l’adenocarcinoma a cellule ad anello con castone, il carcinoma squamoso e il carcinoma indifferenziato.

La distribuzione dei tumori nel colon-retto mostra una prevalenza nel sigma e nel retto, costituendo la metà dei casi. Il colon ascendente è interessato nel 25% dei pazienti (adenocarcinoma colon ascendente), mentre il colon trasverso e discendente rappresentano rispettivamente circa il 20% dei casi.

A differenza di altre forme tumorali che spesso adottano classificazioni uniformi, il tumore del colon-retto presenta una varietà di sistemi classificativi, talvolta soggetti a divergenze tra i professionisti medici. Tra queste, la classificazione TNM (dimensione del tumore, coinvolgimento linfonodale e presenza di metastasi) è la più comunemente utilizzata.

Elenco e classificazione completa della neoplasia nel dettaglio

  • Adenocarcinoma del colon: la forma più diffusa che si genera dalle cellule epiteliali della tonaca mucosa del colon retto. La sua peculiarità è che è dotato di una capacità infiltrativa, in grado di diffondere metastasi ( proprio per questa ragione rappresenta il 95-97% di tutti i casi di tumore al colon).
  • Linfoma intestinale: si genera dai linfociti, cioè le cellule che costituiscono il sistema immunitario del tessuto linfoide della mucosa intestinale. Viene soprannominato anche MALToma intestinale. Il termine “Maltoma” viene adoperato per designare i tumori del sistema linfatico che originano dai linfociti del MALT (Tessuto Linfoide Associato alla Mucosa).
  • Carcinoma squamoso del colon-retto: si genera dalle cellule di tipo squamoso che costituiscono la parete interna di rivestimento dell’intestino crasso.
  • Tumore stromale gastrointestinale: appartiene alla categoria dei sarcomi dei tessuti molli e, rispetto alle altre forme tumorali che interessano quest’area, ha origine dalle celulle che svolgono la funzione regolatrice della mobilità del cibo lungo il tratto digerente.  
  • Leiomiosarcoma del colon o leiomiosarcoma intestinale: appartiene anch’esso alla categoria dei sarcomi dei tessuti molli e si origina da una cellula muscolare liscia della parete del tratto colon-retto. 
  • Carcinoide del colon: si genera dalle cellule del colon-retto con funzione neuroendocrina, adibite alla produzione di ormoni.

Quali sono i sintomi della neoplasia al colon-retto?

I sintomi del tumore al colon-retto variano in base alla posizione e al tipo di tumore. I segni iniziali del tumore al colon possono includere diarrea o stitichezza, sensazione di incompleto svuotamento intestinale, tracce di sangue nelle feci, feci più strette del solito, dolori addominali, gonfiore, perdita di peso inspiegabile, affaticamento, anemia da sanguinamento rettale, nausea o vomito.

Nei tumori del retto, i sintomi sono simili e includono sanguinamento rettale, sangue nelle feci, anemia, dolore addominale, diarrea, stitichezza, sensazione di incompleto svuotamento intestinale e percezione di un corpo estraneo nel retto.

Screening e prevenzione della neoplasia del colon e del tetto

La prevenzione e la diagnosi precoce rivestono un ruolo cruciale nella gestione di questa neoplasia. Questo approccio non solo consente terapie più efficaci, ma può anche ridurre il rischio di insorgenza in soggetti a rischio ereditario. Raccomandazioni alimentari, come una dieta povera di grassi e carne, ma ricca di fibre, vegetali e frutta, sono particolarmente rilevanti in questi contesti.

Le fibre alimentari, specialmente quelle insolubili come la crusca, sembrano offrire una protezione significativa. Studi indicano una riduzione del 30% dell’incidenza di carcinoma del colon-retto nelle popolazioni vegetariane. La valutazione combinata degli effetti dell’esposizione professionale e dello stile di vita, come riportato in uno studio del 2020, fornisce ulteriori spunti sulla prevenzione del cancro. Approfondisci su: “Combined effects of occupational exposure to hazardous operations and lifestyle-related factors on cancer incidence“,

Per individui a rischio ereditario, è consigliata la colonscopia ogni 5 anni a partire dai 45 anni. Inoltre, la ricerca annuale del sangue occulto nelle feci è un altro metodo di screening importante.

Protocolli di sorveglianza specifici sono raccomandati per le sindromi genetiche ereditarie, iniziando dalla giovane età. La sorveglianza regolare, biennale per gli individui tra i 50 e i 75 anni, è cruciale per aumentare le possibilità di sopravvivenza.

Diagnosi del tumore del coln-retto: quali esami?

La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare le prospettive dei pazienti affetti da tumore al colon. La conferma della diagnosi avviene tramite biopsia, durante la sigmoidoscopia o la colonscopia, seguita da esami di imaging per valutare l’estensione della malattia.

Terapie, trattamento e cura del cancro al colon-retto

Il trattamento chirurgico è il pilastro della terapia per il tumore del colon, quando fattibile. Per i tumori del retto o dell’ano, possono essere necessarie tecniche chirurgiche più complesse, come l’anastomosi o la colostomia. La gestione post-operatoria richiede attenzione particolare alla nutrizione e alla guarigione delle suture.

La radioterapia e la chemioterapia possono essere necessarie in base alla stadiazione e all’estensione della malattia. La chemioterapia adiuvante è spesso impiegata per eliminare eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di recidiva. Protocolli di trattamento personalizzati stanno emergendo come una via promettente per ottimizzare l’efficacia terapeutica.

Ricerche recenti suggeriscono il potenziale beneficio della vaccinazione contro il colera nel ridurre la mortalità correlata al tumore del colon-retto. Le pratiche di screening e prevenzione hanno contribuito a una diminuzione progressiva del tasso di mortalità negli ultimi anni.

Le differenze nelle aspettative di vita tra i pazienti affetti da tumore del colon e del retto sono oggetto di approfondimento in studi come “Personalizing colon cancer adjuvant therapy: selecting optimal treatments for individual patients“.

Cause e fattori di rischio per questa neoplasia

Le cause specifiche del tumore del colon non sono ancora del tutto chiarite, ma si presume che, come per altre forme di cancro, sia il risultato di un accumulo graduale di mutazioni genetiche che alterano il normale controllo della crescita cellulare. Tuttavia, diversi fattori di rischio sono stati individuati:

  1. Predisposizione genetica o familiare.
  2. Dieta ricca di carne rossa e grassi.
  3. Consumo di alcol e fumo di sigaretta.
  4. Obesità e sedentarietà.
  5. Esposizione ad agenti cancerogeni, tra cui l’amianto.
  6. Presenza di polipi adenomatosi.

Correlazione tra cancro del colon-retto e amianto

Tra gli agenti cancerogeni noti, l’amianto, o asbesto, è stato confermato come uno dei fattori di rischio per il tumore del colon e del retto. La ricerca della IARC ha esaminato dati provenienti da diverse coorti e studi caso-controllo che hanno evidenziato un’associazione tra l’esposizione professionale all’amianto e tali forme di cancro. Leggi l’ultima monografia IARC.

Nella monografia “Arsenic, Metals, Fibres, and Dusts” della IARC si sono esaminati i dati di 41 coorti occupazionali e 13 studi caso-controllo che riportavano prove sulle associazioni tra esposizione all’amianto e cancro del colon e del retto.

Uno studio condotto da Selikoff nel 1964 ha identificato una relazione positiva tra l’esposizione all’amianto e il rischio di tumore del colon-retto, evidenziando un aumento del rischio con la durata dell’esposizione.

Altri studi sulla correlazione amianto-cancro al colon retto

Studi successivi, come quello condotto da McDonald nel 1980 su lavoratori dell’amianto in Quebec, hanno confermato l’associazione tra l’esposizione all’amianto e l’aumento del rischio di cancro del colon e del retto.

Ulteriori indagini, come quella di Ferrante nel 2007, hanno esaminato la mortalità per cancro del colon-retto tra coloro che erano stati esposti all’amianto, confermando un aumento del rischio di morte per questa malattia.

La considerazione del periodo di latenza dall’esposizione iniziale sembra essere un elemento cruciale nella valutazione di questi studi. Ricerche come quella di Gerhardsson de Verdier hanno dimostrato che il rischio di cancro del colon-retto aumenta significativamente con il prolungarsi del periodo di latenza dall’esposizione all’amianto.

Cancro al colon e retto e riconoscimento della malattia professionale

Le polveri e le fibre di amianto, notoriamente cancerogene, sono identificate come cause di cancro al colon retto. Questo tipo di cancro è riconosciuto come malattia professionale e può essere oggetto di indennizzo da parte dell’INAIL. La valutazione dell’invalidità conseguente alla malattia determina l’entità dell’indennizzo o l’assegnazione di una rendita mensile.

Ogni malattia professionale correlata all’amianto è classificata in una delle 3 liste redatte dall’INAIL. Il tumore al colon-retto è incluso nella lista I per le radiazioni ionizzanti e nella lista II per l’amianto. Pertanto, se vi è dimostrazione dell’esposizione a radiazioni ionizzanti sul posto di lavoro, si presume l’origine professionale della malattia e si ha diritto all’indennizzo INAIL. Per quanto riguarda l’amianto, invece, la prova del nesso causale richiede un’onere probatorio da parte del lavoratore.

Come ottenere il riconoscimento della malattia professionale

La procedura per ottenere il riconoscimento dell’INAIL della malattia professionale prevede una valutazione medico-legale delle esposizioni ai rischi lavorativi. Se la certificazione medica conferma l’esposizione all’amianto, si avvia la richiesta amministrativa presso l’INAIL, la quale può essere seguita da ricorsi amministrativi o giudiziari in caso di rigetto.

Nel caso dell’esposizione all’amianto, il lavoratore deve dimostrare le sue mansioni e i livelli di esposizione al materiale. Il riconoscimento dell’origine professionale della malattia dà diritto a una rendita mensile o, in caso di un grado di danno biologico inferiore al 16%, a un’indennità una tantum. In caso di decesso, i familiari hanno diritto alla rendita di reversibilità.

Previdenze per i lavoratori vittime di malattia professionale

Oltre alla rendita INAIL, le vittime di malattia professionale correlata all’amianto possono beneficiare del Fondo Vittime Amianto, il quale eroga prestazioni aggiuntive direttamente dall’INAIL. Numerose sentenze giudiziarie hanno riconosciuto l’amianto come causa del tumore al colon, condannando l’INAIL al pagamento delle relative indennità. La giurisprudenza ha confermato tali decisioni, respingendo i ricorsi dell’INAIL e riconfermando il diritto delle vittime alle prestazioni previdenziali.

Prepensionamento e Forze Armate e Comparto Sicurezza

Per quanto riguarda il prepensionamento INPS per la neoplasia al colon-retto, le vittime con riconoscimento INAIL della malattia professionale hanno diritto a benefici contributivi legati all’amianto. Questi vantaggi includono l’aumento contributivo del 50% per il periodo di esposizione professionale, consentendo il prepensionamento o la riliquidazione della pensione per coloro che sono già in pensione. L’applicazione del coefficiente 1,5 è prevista per la rivalutazione dei contributi.

I dipendenti delle Forze Armate e il Comparto Sicurezza hanno diritto al riconoscimento della causa del servizio che consente l’accesso a prestazioni come l’equo indennizzo e la pensione privilegiata. In alcuni casi si ha diritto allo status di vittima del dovere.

Sentenze e rigetti da parte dell’INAIL

Numerose sentenze giudiziarie hanno confermato il ruolo dell’amianto come agente causale del tumore al colon. Tra queste, si citano le pronunce del Tribunale di Velletri, Sezione Lavoro, con le sentenze n. 603/2015 e n. 1501/2015, oltre a quella del Tribunale di Grosseto, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 123/2020. In tutti questi casi, l’INAIL è stata condannata.

La giurisprudenza di legittimità ha respinto ripetutamente i ricorsi dell’INAIL, che contestavano le decisioni dei tribunali territoriali a favore delle vittime di tumore al colon causato dall’amianto. Citazioni importanti includono le sentenze della Cassazione civile, Sezione Lavoro, con gli ordinamenti n. 7313 del 14 marzo 2019 e n. 3975 del 19 febbraio 2018, insieme alla sentenza n. 10430 del 27 aprile 2017. Anche la Corte dei Conti Lazio ha emesso la sentenza n. 270 del 19 maggio 2015.

Più recentemente, il Tribunale di Lucca, nella sentenza del 22 febbraio 2023, ha ribadito il legame tra l’amianto e il tumore del colon, ordinando all’INAIL di versare un’indennità per danno biologico del 25% dalla data di presentazione della domanda amministrativa, oltre agli interessi di legge.