Gli animali domestici possono contrarre il mesotelioma.

Tuttavia, a differenza delle opzioni terapeutiche più ampie disponibili per gli esseri umani, per i nostri fedeli amici pelosi, le scelte sono drasticamente ridotte, e la prospettiva di sopravvivenza è infinitesimale.

Animali domestici più vulnerabili degli uomini 

Gli animali domestici, così come gli esseri umani, possono contrarre il terribile mesotelioma. Per loro, questa rara forma di cancro, intrisa di aggressività e spietatezza, rappresenta una minaccia letale.

È importante notare che gli animali domestici, diversamente dagli umani, mostrano segni di avvelenamento da amianto in modo più precoce e evidente. I cani, in particolare, sono i più suscettibili a queste malattie legate all’amianto: da 1 a 10 anni dopo l’esposizione, mentre negli umani, il periodo di latenza può estendersi da 10 a 40 anni. Pertanto, è di vitale importanza tenere gli occhi aperti nel momento in cui si osservano eventuali segnali che potrebbero indicare una possibile esposizione.

Come avviene l’esposizione all’amianto nei nostri adorati animali domestici? 

Un animale domestico può involontariamente inalare particelle di amianto provenienti da materiali edili. Situazioni come la ristrutturazione di casa, se non gestite con attenzione, possono esporre i nostri amici a una minaccia invisibile. Le procedure possono infatti disturbare l’amianto precedentemente sigillato, creando una pericolosa nuvola di fibre nell’aria.

Questo rappresenta un pericolo tanto per gli esseri umani quanto per i loro compagni animali. Le particelle microscopiche di amianto possono depositarsi nei polmoni dell’animale, causando tessuto cicatriziale che restringe i passaggi dell’aria, portando a problemi respiratori evidenti.

Inoltre, se il “papà umano” lavora in ambienti impregnati di amianto e porta con sé queste fibre a casa, espone involontariamente i propri animali al rischio,

Mesotelioma: casi studi sugli animai domestici

Sebbene la ricerca sugli animali domestici affetti da mesotelioma sia ancora limitata, esistono studi che gettano una luce inquietante su questa realtà poco conosciuta. Tra le storie cupe e struggenti che emergono, si annovera quella di un cane nel Regno Unito, che ha perso la sua battaglia contro il mesotelioma. L’animale aveva annusato materiali contenenti amianto, abbandonati in un vecchio cantiere nei boschi dove amava passeggiare. 

Da quel momento è iniziato un calvario che ha condotto l’animale in un viaggio inesorabile verso la morte.

Un altro studio ha esaminato i tessuti di cani colpiti dal mesotelioma. In questo caso, i ricercatori hanno scoperto una varietà di forme di mesotelioma, tra cui quello pleurico, peritoneale e pericardico. 

Una ricerca condotta presso l’Ospedale Veterinario dell’Università della Pennsylvania ha diagnosticato ben diciotto casi di mesotelioma canino tra il 1977 e il 1981. Gli esiti dell’indagine sono stati illuminanti. È emerso che i padroni dei cani erano impiegati in settori in cui era presente l’amianto. In aggiunta, l’utilizzo di repellenti per pulci (evidentemente contenenti fibre del patogeno, crisolito per l’esattezza), erano fattori significativamente associati al mesotelioma. 

Dall’esame dei casi clinici è altresì emerso che ad essere colpiti erano soprattutto i cani che vivevano in contesti urbani. 

Un altro studio multicentrico italiano ha coinvolto tre animali domestici, due cani e un gatto, diagnosticati con mesotelioma maligno. 

Infine si è potuto riscontrare che alcune specie animali sono più suscettibili di altre. I cani, ad esempio, risultano maggiormente colpiti rispetto ai gatti. In particolare, alcune razze canine, come i setter irlandesi, il Bouvier des Flandres e i pastori tedeschi, sembrano avere una predisposizione genetica al mesotelioma. 

L’età è un altro fattore da considerare: i cani anziani sono più vulnerabili, con un esordio medio del mesotelioma canino intorno all’ottavo anno di vita.

Proteggere i nostri amici a quattro zampe 

Se si stanno effettuando operazioni di ristrutturazioni in abitazioni vetuste, è fondamentale tenere lontani gli animali, anche perché tendono a esplorare e interagire con il loro ambiente leccando e annusando ciò che suscita il loro interesse. 

In caso di dubbio, occorre monitorare ogni cambiamento nella loro salute o nel comportamento. 

Rivolgersi al veterinario in modo tempestivo può fare la differenza, consentendo di individuare e affrontare rapidamente eventuali problemi legati all’esposizione all’amianto. 

Sintomi da attenzionare 

Uno dei primi segni di esposizione all’amianto può manifestarsi sotto forma di piccoli grumi sulla pelle, conosciuti come “hotspot“. Questi rigonfiamenti possono essere duri al tatto e spesso provocano disagio all’amato animale quando vengono toccati. Mentre è vero che talvolta tali noduli possono essere tumori benigni, è fondamentale prestare attenzione ai cambiamenti nel loro aspetto e nella loro sensibilità. Se associati a difficoltà respiratorie o dolori addominali, questi granuli possono essere un campanello d’allarme.

Ma in cosa consiste la diagnosi e come si effettua?

Diagnosi precoce 

Nel ribadire che non esiste una cura definitiva per il mesotelioma nei nostri amici animali, è doveroso sottolineare che la tempestiva identificazione della patologia apre la porta a un ampio ventaglio di opzioni terapeutiche. 

Il veterinario solitamente inizia con un accurato esame fisico, che potrebbe essere seguito da un’analisi approfondita del sangue e delle urine. Successivamente, potrebbe condurre test di imaging, quali radiografie del torace e dell’addome, al fine di individuare eventuali anomalie nei tessuti. 

Tuttavia, per una diagnosi definitiva, potrebbe essere necessaria una biopsia. A seguire, i tipi di mesotelioma che possono interessare gli animali.

Forme di mesotelioma riscontrate negli animali 

Il mesotelioma pleurico: attacca insidiosamente la pleura, il rivestimento prezioso dei polmoni, impedendo il normale scambio di aria. Questo sottile strato di tessuto, fondamentale per la respirazione, può essere compromesso, generando così una serie di sintomi che richiedono attenzione immediata. La respirazione diventa affannosa, e spesso gli animali esibiscono una tosse persistente, segno inequivocabile di un disagio che va oltre le parole.

Mesotelioma peritoneale: quando la malattia interessa il peritoneo, il rivestimento che protegge gli organi interni dell’addome, gli animali manifestano un addome gonfio e doloroso, accompagnato talvolta da sintomi quali nausea e vomito, tosse persistente, feci sanguinolente, diarrea e un fastidio doloroso nella regione sotto la cassa toracica. Questi tumori possono inoltre esercitare pressione sul rivestimento mucoso dello stomaco e dell’esofago, ostacolando la normale digestione e causando problemi nell’assunzione di cibo.

Non meno insidioso è il mesotelioma pericardico, che prende di mira il prezioso rivestimento esterno del cuore. In questo caso, i sintomi possono includere un’insolita fatica, difficoltà di movimento e un frequente svenimento dovuto a un battito cardiaco irregolare.

Infine, il mesotelioma testicolare, sebbene meno frequente, può colpire il rivestimento dei testicoli. In questa circostanza, è possibile notare un notevole ingrossamento dello scroto e dei testicoli. Il mesotelioma testicolare, è il meno comune negli animali domestici.

Una volta conosciuto l’esito, si potranno stabilire le varie opzioni di trattamento. Scopriamo le più utilizzate.

Opzioni di trattamento

Come per gli esseri umani, la battaglia contro questa malattia spietata è una sfida straordinaria anche per i nostri adorati animali domestici. Nella maggior parte dei casi, l’escissione chirurgica, che potrebbe essere un baluardo iniziale contro questa malattia, è spesso un’opzione rara. Tra le altre opzioni, si può ricorre anche a sessioni di chemioterapia mirate che possono rallentare la progressione della malattia. In rari casi, una combinazione mirata di chemioterapici ha portato addirittura alla remissione del tumore.

Nel caso in cui non ci sia più niente da fare, si può fare ricorso esclusivamente alle cure palliative e a tutta una serie di attività volte a non affaticare l’animale. 

No stress: imperativo categorico!

A seguire un elenco di consigli utili per non stressare gli animali ammalati

  • Limitare l’attività fisica è cruciale, specialmente per gli animali colpiti dal mesotelioma pleurico. Passeggiate più brevi e tranquille permettono all’amico peloso di godersi l’aria aperta senza eccessive fatiche;
  • Preparare una cuccia accogliente in casa, dove gli animali possano riposare in pace, lontani da rumori e distrazioni;
  • Effettuare visite regolari dal veterinario per monitorare la progressione della malattia.
Beagle: fiutano il mesotelioma

I Beagle sono capaci di “fiutare” il mesotelioma?

Concludiamo con una curiosità. Recenti studi condotti dal dottor Thomas Quinn, professore clinico presso il Lake Erie College of Osteopathic Medicine, hanno portato alla luce una scoperta sorprendente: i cani, in particolare i beagle, potrebbero essere addestrati a individuare i casi di mesotelioma.

Nello specifico, i cani hanno rilevato con successo il siero sanguigno cancerogeno in mezzo ad altri campioni, con una specificità del 97,5% e una sensibilità del 96,7%.

Ciò si deve all’olfatto incredibilmente potente dei cani. Si stima che infatti che esso sia 10.000 volte più potente di quello degli esseri umani.

Il dottor Quinn sottolinea che questa metodologia offre vantaggi notevoli: “Quello che stiamo facendo qui (con i beagle) è meno costoso, più efficace, più accurato e non espone il paziente alle radiazioni… La scienza medica oggi può curare anche alcuni dei tumori peggiori, se presi nelle primissime fasi. La diagnosi precoce è la cosa più importante che dobbiamo fare”.

Questa notizia curiosa ci offre un’importante lezione sulla potenza dell’olfatto canino e sul suo impatto sulla diagnosi precoce del mesotelioma. Tuttavia, è fondamentale non dimenticare le precauzioni necessarie per proteggere la salute di noi stessi e dei nostri amati animali domestici.

ONA: la prevenzione sopra ogni cosa

L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), attraverso il suo Presidente, Avv. Ezio Bonanni, ribadisce un concetto molto importante: “non esistono livelli sicuri per l’esposizione all’amianto. Le fibre di amianto, quando inalate, possono provocare irritazioni polmonari e interferire con le cellule del sistema immunitario, aumentando la suscettibilità a tumori e cancri. Questo rischio non riguarda solo gli esseri umani, ma anche i nostri compagni pelosi. Pertanto, quando ci troviamo in ambienti potenzialmente contaminati, dobbiamo prendere le giuste precauzioni per garantire la sicurezza di tutti i membri della nostra famiglia, compresi i nostri preziosi amici a quattro zampe”.