In questa guida ci occupiamo di tumore al polmone, una neoplasia piuttosto diffusa che ha diverse cause e fattori di rischio. Tra queste gioca un ruolo importante l’esposizione lavorativa ad agenti cancerogeni, tra cui l’amianto.

Vediamo cos’è il tumore polmonare, quanti tipi ne esistono, quali sono i sintomi e le migliori cure al momento a disposizione. Approfondiamo il tema della malattia di origine professionale e degli indennizzi a cui si ha diritto in caso di riconoscimento. Le vittime di malattia di origine professionale hanno diritto al risarcimento integrale dei danni, che include i danni differenziali che non sono indennizzati dall’INAIL. Spetta al datore di lavoro risarcirli. Vediamo tutto nel dettaglio.

Cos’è il tumore polmonare? Una definizione

Il cancro polmonare, come ogni tipo di neoplasia, ha origine dalla mutazione neoplastica delle cellule causata da mutazioni nel DNA. Il processo di sviluppo del cancro è sempre multifase e dipende dalla dose. Diversi agenti cancerogeni agiscono in sinergia, rendendo rilevanti tutte le esposizioni, anche a basse dosi.

La patogenesi del cancro implica una fase iniziale displasica e infiammatoria, seguita dalla proliferazione cellulare. Da un nodulo iniziale, la massa inizia a crescere per via della proliferazione cellulare. Il tumore maligno al polmone può causare metastasi, ovvero la crescita incontrollata di cellule tumorali anche in altre parti del corpo, partendo dal sito primario nel polmone.

Cosa sono e a cosa servono i polmoni?

I polmoni, situati nel torace, sono due organi simmetrici e spugnosi. Divisi in lobi, il polmone sinistro ha due lobi mentre quello destro ha tre. La loro funzione primaria è quella di trasferire l’ossigeno inspirato nel flusso sanguigno e di rimuovere l’anidride carbonica.

Durante l’inalazione, l’aria entra nel corpo attraverso il naso e la bocca, passando poi per la trachea che si divide in bronchi e bronchioli. Negli alveoli, situati alla fine dei bronchioli, avvengono gli scambi gassosi. Gli alveoli sono ricchi di capillari che consentono all’ossigeno di entrare nel flusso sanguigno per raggiungere le cellule, mentre l’anidride carbonica viene espulsa durante l’espirazione.

Quanti tipi di tumore polmonare esistono? Una classificazione

I tumori polmonari presentano una varietà di classificazioni. Essi si distinguono principalmente in due categorie: i tumori non a piccole cellule (NSCLC) e quelli a piccole cellule (SCLC), a seconda delle caratteristiche cellulari e della diffusione.

Si parla di carcinoma polmonare primario se si sviluppa direttamente nei polmoni, mentre di tumori secondari al polmone se si originano altrove e si diffondono in seguito ai polmoni.

I tumori non a piccole cellule, adenocarcinoma, rappresentano la forma più comune, costituendo circa il 70% dei casi. Questo tipo di tumore si distingue per le sue cellule al microscopio e può essere anche denominato come tumore polmonare a grandi cellule.

Il tumore polmonare a piccole cellule, noto anche come microcitoma, è meno diffuso rispetto ai tumori non a piccole cellule, ma è caratterizzato da un’aggressività maggiore e una rapida diffusione. Questo tipo di tumore origina dalle cellule neuroendocrine dell’epitelio bronchiale e tende a colpire principalmente le zone centrali dei polmoni, come i bronchi.

Dal punto di vista epidemiologico, l’incidenza di casi continua a crescere, specialmente nei paesi industrializzati come l’Italia. L’aumento dei casi di tumore polmonare è attribuibile non solo al tabagismo, ma anche all’esposizione ad altri agenti cancerogeni.

Negli Stati Uniti e in molti altri paesi, il cancro polmonare rimane una delle principali cause di morte, con un impatto significativo sulla salute pubblica.

Varie stadiazione del tumore al polmone maligno

Il tumore polmonare, e in generale tutte le neoplasie, si suddividono in base alla stadiazione, che definisce la gravità di una neoplasia.

Allo stadio 1 il tumore è localizzato all’interno del polmone, non interessa ancora i linfonodi ai polmoni e non presenta metastasi. Si divide in: 

  • stadio 1-A, quando il tumore è inferiore ai 3 cm;
  • stadio 1-B, quanto il tumore è compreso tra i 3 e i 5 cm.

Poi c’è lo stadio 2, suddiviso anch’esso in stadio 2 A, quando il tumore è compreso tra i 5 e i 7 cm, oppure è inferiore ai 5 cm ma è esteso ai linfonodi, e stadio 2-B, quando il tumore è più grande di 7 cm o è compreso tra 5 e 7 cm ed è diffuso ai linfonodi vicini o ai muscoli circostanti o nei bronchi.

Allo stadio 3 il cancro è diffuso, oltre che nel polmone, nei tessuti circostanti e nei linfonodi. Anche questo stadio si divide in due sottostadi:

  • nello stadio 3-A il tumore interessa la pleura, che è il tessuto che riveste il polmone;
  • stadio 3-B, quando il tumore è esteso, oltre che ai linfonodi, su entrambi i lati del torace, sopra le clavicole oppure interessa altre parti importanti del corpo, come la gola, cuore o un vaso sanguigno importante.

Lo stadio più avanzato del carcinoma è lo stadio 4. In questo caso il cancro interessa organi importanti, come fegato, cervello e ossa.

Invece, nel caso di tumore a piccole cellule si riconoscono solo due fasi:

  • malattia limitata, dove il cancro non è diffuso oltre il polmone;
  • malattia estesa, quando il tumore è diffuso oltre il polmone.

Tumore al polmone e aspettative di vita: quali sono?

Quali sono le aspettative di vita? Per il carcinoma a piccole cellule la prognosi è infausta. Le aspettative di vita di chi riceve la diagnosi di carcinoma a piccole cellule è di 20 mesi. Soltanto il 20% dei pazienti sopravvive a 5 anni. Nel caso in cui, invece, il cancro è già metastatizzato, per tumore al polmone aspettativa di vita si riduce. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è inferiore all’1%.

Invece, il carcinoma del polmone non a piccole cellule ha un indice di sopravvivenza, a 5 anni, è del 60-70% se al I stadio,  e inferiore al 1% se al IV stadio.  Nel caso di carcinoma del polmone non a piccole cellule con metastasi, la sopravvivenza è a 6 mesi se non trattati. Nel caso di trattamento chemioterapico piuttosto che radioterapico etc., per i tumori ai polmoni sopravvivenza media è a 9 mesi. Nei tempi più recenti, anche grazie agli ultimi studi e al miglior approcio chiurgico, le chance di sopravvivenza sono migliori, per i primi stadi della malattia. In paticolare giova sottoporre il paziente alla chemioterapia con platino, successiva alla resezione chiurgica. Recentemente, sono state introdotte le terapie mirate(targeted therapy). In questo modo sono aumentate le chance di sopravvivenza, in particolare per i pazienti con la una mutazione di EGFR, la traslocazione di EML-4-ALK e ROS-1. Infine, il tasso di sopravvivenza globale a 5 anni è ora salito al 18%.

Il tumore del polmone: quali sono i sintomi?

Come si manifesta il tumore ai polmoni? Quali sono i sintomi di un tumore ai polmoni? Il tumore dei polmoni è una patologia subdola e spesso asintomatica. Quando i sintomi si fanno evidenti, nella maggior parte dei casi ci si trova già davanti a un cancro di stadio avanzato.

Per tumore al polmone sintomi iniziali negli stadi non ancora avanzati della malattia sono spesso riconducibili anche ad altre malattie, meno gravi, e per questo sono definiti subdoli. Per esempio i primi sintomi del tumore ai polmoni sono:

  • perdita di peso senza causa apparente;
  • fatica nel respirare;
  • forte dolore toracico e ai polmoni.

Nello stadio avanzato, il tumore ai polmoni come si manifesta? quali sono i sintomi di tumore ai polmoni in questo caso? In fase avanzata sono di solito presenti sintomi del tumore maligno ai polmoni, tra i quali dalle metastasi e dai tumori secondari. Nella sintomatologia tumore ai polmoni, i più comuni sintomi sono:

  • tosse forte, che dura da diverso tempo e che non accenna a migliorare;
  • calo ponderale non voluto e apparentemente senza causa;
  • affanno e dispnea;
  • dolore al petto, che aumenta nella fase di respirazione e inspirazione;
  • emottisi, cioè la presenza di sangue nel catarro.

Trattamenti per il tumore polmonare: diverse opzioni disponibili

Come avviene per altre forme di cancro, anche il tumore polmonare è soggetto a una classificazione in base allo stadio di avanzamento, che influenza le scelte terapeutiche.

Nei primi due stadi del cancro polmonare, l’approccio terapeutico ideale prevede una combinazione di chirurgia, chemioterapia e radioterapia.

La chirurgia offre diverse opzioni a seconda delle dimensioni e dell’estensione del tumore:

  • La resezione a cuneo rimuove una piccola porzione del tumore in caso di limitata diffusione.
  • La lobectomia asporta interi lobi polmonari o parti di essi.
  • La pneumonectomia è necessaria quando il tumore ha invaso l’intero polmone.

Molti pazienti temono di avere problemi respiratori dopo l’intervento chirurgico, ma questo timore tende a diminuire nel tempo.

Preparazione e intervento chirurgico

Prima dell’intervento, vengono eseguiti vari test, come l’elettrocardiogramma e la spirometria, per valutare la condizione fisica del paziente. Una volta confermata la fattibilità dell’intervento, si procede con la terapia.

Per i tumori polmonari di piccole dimensioni, la paroscopia rappresenta un’opzione chirurgica meno invasiva. Dopo l’intervento, l’esercizio fisico aiuta nella riabilitazione.

La chirurgia radicale è spesso la scelta migliore per ottenere una guarigione completa o migliorare la prognosi. Al contrario, interventi meno radicali hanno risultati simili a quelli non chirurgici.

Trattamenti complementari alla chirurgia

La chemioterapia è uno dei trattamenti principali per il cancro polmonare. Solitamente coinvolge una combinazione di farmaci a base di sali di platino e un secondo farmaco, scelto tra diverse opzioni.

Il numero di cicli di chemioterapia dipende dallo stadio della malattia e può essere somministrato tramite iniezione o tubo venoso. La somministrazione può avvenire prima o dopo l’intervento chirurgico, o come terapia unica o palliativa.

Gli effetti collaterali della chemioterapia includono nausea, affaticamento, perdita di capelli e altri sintomi.

Altri trattamenti e terapie per il tumore al polmone

La radioterapia può essere effettuata esternamente o internamente al corpo, a seconda del caso. Gli effetti collaterali possono includere affaticamento e irritazioni cutanee.

Oltre alla chirurgia, chemioterapia e radioterapia, esistono altre opzioni terapeutiche:

  • Erlotinib, un farmaco che inibisce la crescita delle cellule tumorali.
  • Ablazione con radiofrequenza, una tecnica per trattare piccoli tumori polmonari.
  • Crioterapia, utilizzata per ridurre le dimensioni dei tumori ostruttivi.
  • Terapia fotodinamica, che usa un farmaco fotosensibilizzante e un raggio laser per distruggere le cellule tumorali.

Questi trattamenti possono migliorare la prognosi e ridurre i sintomi del cancro polmonare, contribuendo a prolungare la vita dei pazienti.

Immunoterapia e aumento delle chance di guarigione

Recentemente, è emerso che alcune proteine presenti nelle cellule tumorali sono cruciali per la crescita del tumore e la sua diffusione. Per influenzare l’attività di queste proteine, vengono impiegati farmaci mirati come Bevacizumab, Gefitinib, Erlotinib, Afatinib, Crizotinib, Vemurafenib e Dabrafenib.

Un’altra frontiera terapeutica è rappresentata dagli anticorpi monoclonali, come il Tremelimumab, progettati per interagire con specifiche cellule tumorali.

Farmaci come Nivolumab, Pembrolizumab, Durvalumab, Ipilimumab e Atezolizumab stimolano il sistema immunitario del paziente per contrastare il tumore. Questi farmaci possono essere utilizzati in sostituzione o in combinazione con la chemioterapia tradizionale, a seconda della risposta del paziente.

Fino a poco tempo fa, l’immunoterapia veniva utilizzata solo come trattamento di seconda linea, ma ora è spesso la prima scelta terapeutica data la sua capacità di migliorare le prospettive di sopravvivenza. Uno studio su Pembrolizumab condotto su pazienti con adenocarcinoma ha mostrato che coloro che esprimevano livelli elevati (oltre il 50%) della proteina PD-L1 e non avevano mai ricevuto chemioterapia, avevano un tasso di sopravvivenza del 29,6% a 5 anni dalla diagnosi.

L’efficacia del trattamento terapeutico non si misura solo con la guarigione completa, ma anche con la remissione parziale, in cui il tumore risponde al trattamento ma alcune cellule tumorali persistono.

La remissione completa, invece, si verifica quando non ci sono più segni di tumore rilevabili. Un paziente può essere considerato guarito solo se la remissione totale persiste per diversi anni.

Fattori di rischio e cause del tumore ai polmoni

Il tumore ai polmoni colpisce prevalentemente gli individui anziani, soprattutto quelli compresi tra i 70 e i 74 anni, sebbene i giovani non siano immuni, ma presentino un rischio inferiore.

Il principale fattore di rischio per lo sviluppo del cancro polmonare è il fumo, inclusa l’esposizione al fumo passivo, con una stretta correlazione tra l’abitudine al fumo di sigaretta e la malattia. La durata e l’intensità del fumo contribuiscono al rischio, e coloro che iniziano a fumare in giovane età e continuano per tutta la vita sono maggiormente suscettibili rispetto a quelli che fumano per un periodo più breve. Il rischio di sviluppare carcinoma polmonare è aumentato di circa 14 volte nei fumatori rispetto ai non fumatori, e fino a 20 volte per coloro che fumano più di 20 sigarette al giorno.

Altri fattori che aumentano il rischio includono l’inquinamento atmosferico, una storia familiare di tumori polmonari, precedenti patologie polmonari o trattamenti radioterapici che coinvolgono i polmoni.

L’amianto, il radon e i metalli pesanti rappresentano ulteriori fattori di rischio per il cancro polmonare, insieme al fumo di sigaretta e all’età.

Il gas radon è un agente cancerogeno significativo, essendo un gas naturale radioattivo che può fuoriuscire dal terreno e accumularsi in ambienti chiusi, come le abitazioni. Anche una singola esposizione può aumentare il rischio di cancro polmonare. Altri agenti cancerogeni includono arsenico, berillio, cadmio, fumo di carbone e silice.

Settori occupazionali come l’edilizia, l’agricoltura, il settore minerario, la metallurgia e i trasporti su strada sono a rischio elevato di esposizione a queste sostanze cancerogene, aumentando così il rischio di sviluppare tumori polmonari.

Cause tumore al polmone: amianto come fattore di rischio

L’asbesto, il radon e i metalli pesanti sono fattori di rischio per questa malattia che si aggiungono all’abitudine al fumo di sigaretta e all’età. Anche l’OMS conferma la pericolosità dell’amianto e la sua comprovata capacità di causare il cancro polmonare. Dello stesso parere è la monografia IARC:

Esistono prove sufficienti per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto per l’uomo. Provoca il mesotelioma, il cancro del polmone, della laringe e dell’ovaio. Inoltre sono state osservate associazioni positive tra l’esposizione a tutte le forme di amianto e cancro della faringe, stomaco, colon-retto. Esistono prove sufficienti negli animali per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto. Tutte le forme di amianto sono cancerogeni per l’uomo (gruppo 1). L’ingestione di amianto è considerata “esposizione primaria” al pari dell’inalazione“.

Infine uno studio del 2020, “Characteristics of asbestos fibers in lung tissue from occupational and environmental asbestos exposure of lung cancer patients in Busan, Korea“, ha valutato la relazione tra esposizione all’amianto professionale e ambientale e cancro ai polmoni in Corea.

Come già detto sussiste sinergia tra cancerogeni. Quella più potente è tra amianto e fumo (Asbestos and cancer: An overview of current trends in Europe).

Tumore ai polmoni come malattia professionale: i diritti delle vittime

Le persone affette da cancro polmonare di origine professionale godono di diversi diritti, tra cui:

  • Prestazioni dall’INAIL
  • Benefici dal Fondo Vittime Amianto
  • Benefici contributivi legati all’esposizione ad amianto
  • Possibilità di prepensionamento
  • Riconoscimento come causa di servizio e vittima del dovere per i dipendenti del pubblico non privatizzato

Le prestazioni dall’INAIL sono garantite attraverso il riconoscimento della malattia professionale, che dà diritto a una rendita mensile o a un indennizzo una tantum, a seconda del grado di danno biologico. In caso di decesso, il coniuge ha diritto a una rendita di reversibilità.

Il Fondo Vittime Amianto fornisce ulteriori prestazioni aggiuntive, erogate direttamente dall’INAIL.

I benefici contributivi legati all’esposizione ad amianto consentono l’accesso al prepensionamento, con una maggiorazione del periodo di esposizione professionale del 50%. Per coloro già in pensione, si prevede la rivalutazione dei contributi.

Il riconoscimento delle vittime del dovere è dovuto a coloro che hanno prestato servizio in Forze Armate e Comparto Sicurezza e hanno sviluppato tumori polmonari a causa dell’esposizione all’amianto.

Dopo il riconoscimento dell’origine professionale del tumore polmonare da parte dell’INAIL, è possibile richiedere il risarcimento dei danni, che include il danno differenziale (il danno patrimoniale, il danno morale e esistenziale), secondo il principio dell’integrale ristoro.