Quanti tipi di mesotelioma esistono? Perché insorge, ovvero quali ne sono le cause? E quali sono le aspettative e i tassi di sopravvivenza in caso di mesotelioma?
In questa guida scopriamo tutto quello che c’è da sapere su questa neoplasia o cancro delle sierose con un focus sui numeri del mesotelioma in Italia.
In questa guida scopriamo tutto sul mesotelioma, una delle malattie amianto più insidiose.
L’UPIDSA – Università Popolare Internazionale Diritto, Scienza e Ambiente APS è dedicata alla formazione in ambito risarcitorio e nella prevenzione e difesa del diritto alla salute a 360°. L’amianto continua a causare una strage silenziosa nel nostro paese e il diritto risarcitorio, data l’alta mortalità per mesotelioma, si sposta in questo caso troppo spesso dalla vittima ai familiari eredi legittimi.
Contents
- 1 Mesotelioma: cos’è?
- 2 Cause del mesotelioma: l’amianto
- 3 Come effettuare la diagnosi di mesotelioma
- 4 Quali sono i sintomi del mesotelioma?
- 5 Mesotelioma e prevenzione primaria: bonifica
- 6 I numeri del mesotelioma in Italia
- 7 L’epidemia da amianto in corso in Italia
- 8 La bonifica amianto in Italia
- 8.1 Amianto: l’Europa ci obbliga alla rimozione entro il 2025
- 8.2 Mesotelioma in Marina Militare e nelle altre Forze Armate
- 8.3 Mesotelioma e radiazioni ionizzanti
- 8.4 Mesotelioma e diritti previdenziali e assistenziali
- 8.5 Riconoscimento di vittime del dovere
- 8.6 Il risarcimento dei danni alla vittima e ai familiari
- 8.7 Diritti delle vittime di esposizione ambientale e familiare
- 8.8 Il mesotelioma e il principio del nesso causale
Mesotelioma: cos’è?
Cos’è il mesotelioma? Il mesotelioma è una grave neoplasia che colpisce le sierose. Nel 93% dei casi colpisce la pleura, nel 5% il peritoneo e nell’1% dei casi il pericardio e la tunica vaginale del testicolo. Si tratta di tumori molto aggressivi tanto è vero che tra gli affetti da mesotelioma pleurico soltanto il 7% dei malati sopravvive ai 5 anni dalla diagnosi.
Questo tipo di neoplasie è originato solo e soltanto dall’esposizione ad amianto, anche detto asbesto. Quindi è monofattoriale e dose dipendente. L’entità del rischio si misura sulla dose cumulativa e sul tipo di minerale, anche se non esiste una soglia al di sotto della quale il rischio si annulla.
In questa guida scopriamo tutto sul mesotelioma, cause, diagnosi, terapie e aspettative di vita del tumore dell’amianto.
Il mesotelioma e gli organi colpiti
Abbiamo anticipato che i mesoteliomi sono tumori maligni che colpiscono le sierose del corpo umano. Ma cosa sono le sierose? La sierosa è un tessuto che riveste come una sottile pellicola a due strati, come una fodera, la parete di alcuni organi. Questa fodera è interna ed esterna nel torace, nell’addome, nel cuore e nei testicoli. Il mesotelio ha lo scopo di proteggere gli organi dallo sfregamento riducendo l’attrito e lasciando comunque a questi organi la possibilità di espandersi e restringersi svolgendo le loro funzioni.
A seconda della sierosa in cui si sviluppa il mesotelioma distinguiamo quattro tipi di mesotelioma
- mesotelioma pleurico è il tumore della pleura, ovvero la sottile membrana che avvolge i polmoni;
- peritoneale è il tumore della membrana che avvolge il peritoneo, ovvero gli organi dell’addome;
- pericardico è il tumore della membrana che avvolge il cuore;
- della tunica vaginale del testicolo è il cancro della membrana che riveste i testicoli nell’uomo.
I diversi tipi istologici di mesotelioma
Oltre alla classificazione dei mesoteliomi in base alla sierosa colpita e all’organo che riveste, possiamo classificarli in base al tipo istologico. Si distinguono:
- mesotelioma sarcomatoide;
- fibroso;
- epitelioide;
- epiteliomorfo (mesotelioma pleurico epitelioide);
- benigno (compare solo in rari casi ed è anche detto mesotelioma cistico benigno).
Cause del mesotelioma: l’amianto
I minerali di amianto sono un gruppo di minerali fibrosi che hanno cioè la capacità di dividersi in fibre sempre più sottili, in longitudine, fino a raggiungere dimensioni infinitesimali. Si distinguono in due grandi famiglie, i serpentini, tra i quali il crisotilo, e gli anfiboli (antofillite, amosite, crocidolite, tremolite, actinolite). Le fibre di amianto, dette fibrille, sono facilmente inalabili o ingeribili.
Tutti questi minerali sono cancerogeni, compreso il crisotilo sebbene si è tentato di mettere in discussione la sua pericolosità. Provocano infiammazione e cancro. Infatti, il processo patogenetico inizia con l’infiammazione dei polmoni (asbestosi) e con le placche e gli ispessimenti pleurici. Da qui può evolvere in mesotelioma pleurico.
L’infiammazione è il terreno fertile per la cancerogenesi che però, come abbiamo visto, non colpisce solo i polmoni. In effetti, non solo il mesotelioma, ma anche le altre malattie amianto, sono in grado di colpire diversi organi e di diversi distretti corporei.
Lo IARC (International Agency For Research On Cancer – Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (che fa parte dell’ONU), conferma il potere cancerogeno di tutti i minerali di amianto (Asbestos. Actinolite, amosite, anthophyllite, chrysotile, crocidolite, tremolite).
L’amianto fu utilizzato in circa 3000 applicazioni, fino all’entrata in vigore dell’art. 1 della L. 257 del 1992, che ne ha vietato, a partire dall’aprile del 1993, l’estrazione, la lavorazione, la produzione e la commercializzazione. L’Italia fu il secondo produttore e utilizzatore di amianto in Europa.
Meccanismi di cancerogenesi da amianto
Vediamo nel dettaglio come le fibre di amianto provocano l’insorgere dei tumori. Con l’ingestione e l’esposizione alle fibre di amianto, come già detto, si attiva la fase infiammatoria, e poi lo stato precanceroso con la successiva iniziazione, fino alla diagnosi di mesotelioma. Il meccanismo include:
- Rottura dei cromosomi con azione meccanica che porta ad un radicale stabile mutamento dell’assetto genico delle cellule mesoteliali, per cui queste cellule finiscono con l’esprimere più geni. Questo porta all’aumentata proliferazione e alla resistenza agli stimoli normalmente in grado di uccidere le cellule.
- Danno genetico: dovuto allo stress ossidativo legato al ferro contenuto nelle fibre di amianto.
- Proliferazione delle cellule mesoteliali danneggiate che favorisce la selezione di cellule mesoteliali anormali, resistenti agli stimoli tossici e che rappresentano il primo passo verso la trasformazione in cellule tumorali;
- Attivazione di specifici segnali biochimici di resistenza alla necrosi ed all’apoptosi, che rappresentano un ulteriore, cruciale meccanismo di trasformazione neoplastica delle cellule mesoteliali.
Si tratta di un processo multistadio in cui influisce la dose cumulativa di amianto a cui si è esposti.
Come effettuare la diagnosi di mesotelioma
Diagnosticare il mesotelioma purtroppo non è facile. Molti dei suoi sintomi sono infatti aspecifici e la radiografia del torace non è uno strumento sempre adeguato ad individuare la neoplasia. In molti casi si assiste a diagnosi errate e a ritardi nella diagnosi corretta che superano i due anni. Per questi motivi è molto importante l’anamnesi lavorativa.
Infatti verificando la storia lavorativa e l’eventuale sussistenza di segni biologici di esposizione, anche i sintomi aspecifici possono rilevare il mesotelioma. In particolare, per il mesotelioma della pleura la presenza di placche, ispessimenti e liquido pleurico, in lavoratori esposti ad amianto, portano alla diagnosi clinica. Lo confermano anche gli scienziati nella revisione del Consensus di Helsinki del 2014.
La diagnosi corretta e tempestiva del mesotelioma è di estrema importanza per predisporre una terapia adeguata che, seppure in troppi pochi casi è in gradi di garantire la vita, ne può migliorare la qualità.
Diagnosi: esami strumentali e chimici
Gli esami che permettono la diagnosi del mesotelioma, da abbinare ad una corretta anamnesi lavorativa, sono i seguenti:
- Radiografia del torace: utile per l’individuazione di ispessimento pleurico e placche pleuriche, processi infiammatori che possono evolvere in mesotelioma.
- Tomografia del torace (TC): è l’esame diagnostico più efficace per la diagnosi del mesotelioma insieme alla PET. La TAC spirale è più veloce ed efficace e con meno radiazioni.
- PET: identifica le cellule neoplastiche attraverso il loro più alto metabolismo glucidico. La TAC PET è quindi lo strumento più efficace perché permette di eseguire entrambi gli esami.
- Risonanza magnetica: permette di ottenere immagini dettagliate dei tessuti molli del corpo, come la TC, ma senza utilizzare raggi X. Per il mesotelioma è utile per verificare lo stato di avanzamento della neoplasia sul diaframma (al di sotto dei polmoni).
- Biopsia: permette la diagnosi definitiva di mesotelioma identificandone il tipo istologico.
- Toracentesi: esame del liquido presente nel torace per l’identificazione delle cellule mesoteliali. Non sempre le cellule tumorali sono presenti nel versamento pleurico. Questo esame è ovviamente adatto solo alla diagnosi di mesotelioma pleurico.
- Pericardiocentesi: esame del liquido del pericardio, per verificare se ci siano cellule di mesotelioma nel liquido pericardico.
- Esame immunoistochimico: verifica le proteine presenti nella superficie della cellula, o genetiche, capaci di individuare l’espressione genica tipica del mesotelioma.
- Esami del sangue: per misurare i livelli di osteopontina e SMRP, molecole presenti in dosi più elevate in caso di neoplasia del mesotelio.
La diagnosi della stadiazione nel mesotelioma
Molto importante è capire, oltre al tipo istologico, anche lo stadio di avanzamento della malattia per mettere a punto la terapia più adatta. La stadiazione del mesotelioma traduce, in termini medici, l’estensione e la gravità della malattia.
Dopo avere conosciuto stadio e tipo istologico sarà possibile procedere con i trattamenti. Il mesotelioma sarcomatoide per esempio non può essere aggredito chirurgicamente, anche se nello stadio iniziale.
Il sistema di stadiazione utilizzato per il mesotelioma pleurico è quello del Gruppo di Lavoro Internazionale per il Mesotelioma che utilizza il sistema TNM (T = tumore, N = linfonodi, M = metastasi).
- I stadio: il mesotelioma è confinato nella sierosa e non è presente nei linfonodi;
- II stadio: si estende agli organi contenuti nella sierosa;
- III stadio: invade i linfonodi;
- IV stadio: il cancro ha colpito anche altri organi formando delle metastasi in sedi diverse da quelle di origine della neoplasia.
Leggi tutto su: Diagnosi e cura delle malattie amianto
Quali sono i sintomi del mesotelioma?
I sintomi del mesotelioma variano a seconda del tipo di mesotelioma, e in particolare di quale delle sierose viene colpita. Per quanto riguarda il mesotelioma pleurico, solitamente, si assiste al versamento pleurico. A questo si sommano comunemente tosse, dolore toracico, gonfiore del collo e del viso, perdita di peso e astenia. I sintomi del mesotelioma pleurico possono includere anche dolore nella parte bassa della schiena o a un lato del torace, fiato corto, tosse, febbre, stanchezza, perdita di peso, difficoltà a deglutire e debolezza muscolare.
Invece, per quanto riguarda il mesotelioma peritoneale benigno e maligno, i sintomi sono il gonfiore dello stomaco, la debolezza, la perdita di peso. Inoltre anche dolore addominale, anemia e febbre. In più il mesotelioma peritoneale provoca anche ascite, ostruzione intestinale, anomalie della coagulazione del sangue, anemia e febbre.
Il mesotelioma del pericardio ha tra i sintomi iniziali astenia, tosse, tachicardia, perdita di peso, ascite, sudorazione. Inoltre tale neoplasia provoca anche tromboflebite, hypercoagulability, febbre dell’origine sconosciuta, ostruzione intestinale e lesioni infiammatorie acute.
Infine, il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo comporta tumefazione testicolare non dolente o dolente, dolore testicolare, infiammazione al testicolo, grumi nei testicoli, ginecomastia, testicoli diversi tra loro.
Mesotelioma: aspettative di vita limitate
Quali sono le aspettative di vita del mesotelioma? Chiaramente per poter rispondere a questa domanda occorre tener conto del singolo caso. Infatti, molte sono le varianti. Intanto lo stadio della malattia, poi la localizzazione e poi il tipo istologico.
Sono importanti anche le condizioni del paziente e la presenza o meno di altre malattie. Negli ultimi anni, anche grazie all’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, e in particolare al Prof. Marcello Migliore, sono stati significativi i risultati raggiunti. Tant’è che in media si sopravvive 9,8 mesi per il mesotelioma pleurico e 5,6 mesi per il mesotelioma del peritoneo. Con una sopravvivenza a 5 anni del 5% per il primo e dell’8,1% per il secondo ed una media del 7% ai 5 anni. Aggiornamenti a riguardo sono stati illustrati dal Prof. Migliore nel corso del convegno del 23.11.2023 “Amianto e Uranio, in guerra e in pace: ricchezza e povertà dall’energia alla salute“.
Il mesotelioma rappresenta meno dell’1% dei casi di cancro in Italia. Tuttavia l’indice costituisce il 4% della mortalità globale per cancro, per tutte le età e per entrambi i sessi.
Nel corso di questi ultimi anni, per coloro per i quali la diagnosi è stata precoce, si è riusciti ad avere un significativo prolungamento delle aspettative di vita e delle condizioni generali della qualità della vita. In alcuni casi, seppur rari, si è avuta anche la guarigione.
Terapie, trattamento e cura del mesotelioma
La diagnosi precoce è molto importante e fa la differenza tra la vita e la morte e influisce pesantemente sulla qualità della vita. Data la difficoltà di diagnosi del mesotelioma, una diagnosi precoce è possibile solo con un’attenta sorveglianza sanitaria degli esposti ad amianto. Secondo l’art. 259 del D.L.vo 81/2008, in caso di lavoratori pensionati, la sorveglianza deve essere eseguita dalle ASL, in caso contrario dal datore di lavoro.
Il ruolo fondamentale della sorveglianza sanitaria per la cura del mesotelioma è stata nel corso della revisione dei criteri di Helsinki.
L’obiettivo principale è quello di assicurare una più lunga sopravvivenza e a migliori condizioni di salute. L’approccio terapeutico è dettato dallo stadio della neoplasia e dal tipo istologico. Le terapie più efficaci sono quelle multimodali.
Chirurgia del mesotelioma come terapia
La chirurgia è considerata il primo approccio al mesotelioma. In caso di tumore resecabile il paziente ha più probabilità di cura e guarigione. La chirurgia è anche usata a scopo palliativo. La tecnica mini invasiva del Prof. Migliore prevede che sia utilizzata la chemioterapia ad alta temperatura, direttamente nel corso dell’intervento chirurgico. Questa tecnica è stata illustrata nel corso del 16 episodio di ONA TV: Mesotelioma, amianto e malattie del lavoro.
Anche toracentesi, paracentesi o pericardiocentesi hanno scopo palliativo. Consistono nell’aspirare con un ago sottile il liquido in eccesso rimuovendo i sintomi del versamento pleurico.
Radioterapia per il mesotelioma come cura
La radioterapia può essere utile per i pazienti sottoposti a intervento chirurgico (radioterapia adiuvante) per distruggere i piccoli gruppi di cellule tumorali non visibili e quindi non asportati nel corso dell’operazione o a scopo palliativo, per ridurre il dolore toracico che non si attenua con i farmaci.
Mesotelioma e chemioterapia
La chemioterapia avviene tramite somministrazione di uno o più farmaci in combinazione per distruggere le cellule tumorali che si sono sviluppate nella pleura e negli eventuali altri organi colpiti e rallentarne la progressione.
La somministrazione può avvenire per via per via endovenosa in tutto il corpo o direttamente nella sede del tumore. In questo ultimo caso è possibile intervenire con dosi più alte di farmaco chemioterapico, che a volte viene riscaldato per aumentarne l’efficacia (chemioterapia ipertermica), limitando gli effetti collaterali al resto dell’organismo.
In caso di localizzazione pleurica, la chemioterapia può essere intrapleurica, ossia somministrata direttamente nello spazio fra i polmoni e la parete toracica.
La chemioterapia neoadiuvante è quella effettuata prima dell’intervento chirurgico per ridurre la massa e facilitare la rimozione. La chemioterapia adiuvante è invece effettuata dopo l’operazione, con lo scopo di rimuovere le cellule tumorali non visibili a occhio nudo e di migliorare gli esiti dell’intervento.
Mesotelioma e prevenzione primaria: bonifica
Il picco delle malattie amianto correlate, e in particolare del mesotelioma, è atteso nel 2030, tenendo conto dei tempi di latenza che per il mesotelioma possono essere anche di 40 anni. Secondo l’ultimo rapporto RENAM, la media della latenza è di 48 anni.
Successivamente ci sarà una decrescita. Soltanto con la bonifica complessiva, e quindi evitando altre esposizioni e quindi altri esposti ad amianto, si porrà fine all’epidemia di mesotelioma. In ambito internazionale si continua a produrre e commercializzare materiali in amianto e quindi proseguono le esposizioni. In alcuni casi i prodotti cinesi che contengono amianto arrivano in Italia.
I numeri del mesotelioma in Italia
Il numero dei mesoteliomi e delle altre malattie asbesto correlate è in continuo aumento, come risulta anche dal VII Rapporto RENAM. Il principio da applicare per vincere la battaglia contro il mesotelioma è quello di precauzione.
In Italia ci sono ancora 1.000.000 di siti e micrositi, e 40.000.000 di tonnellate di amianto e materiali contenenti amianto in edifici privati e pubblici, comprese scuole e ospedali.
Nel corso del 2021, hanno perso la vita, per via di patologie asbesto correlate altre 7.000 persone, e il fenomeno epidemico di patologie amianto correlate è in continuo aumento.
L’epidemia da amianto in corso in Italia
In Italia l’amianto è largamente presente in natura e ha avuto un largo impiego, principalmente per le sue qualità fonoassorbenti, isolanti e ignifughe. Già dall’inizio del secolo scorso erano note le capacità lesive delle fibre di amianto, e l’asbestosi fu tabellata con la L. 455/1943. A metà anni ’50 non vi erano più dubbi sulle capacità cancerogene delle fibre di amianto (Richard Doll).
Tuttavia, proprio a metà degli anni ’50, aumentò il consumo esponenziale di amianto nel nostro Paese, e furono violate tutte le regole cautelari. Infatti, il compendio delle regole cautelari prevedeva già la norma di tutela della salute, in particolare l’art. 2087 c.c.
La salute è un bene prezioso, e l’esposizione a cancerogeni era vietata anche prima dell’entrata in vigore della L. 257/92 che ha finalmente bandito l’estrazione, produzione e commercializzazione di amianto in Italia.
Tant’è vero che erano state introdotte specifiche normative: articoli 4, 19, 20 e 21 del d.p.r. 303/1956 (norme di prevenzione tecnica) e quelle di cui agli artt. 377 e 387 del DPR 547/55 (norme di protezione individuale). Nel tempo, questa normativa si è arricchita. Con il D.L.vo 277/91, sono stati introdotti i limiti di soglia. Così Cassazione, IV sezione penale, 38991/2010. Eppure l’amianto continuò ad essere usato senza restrizioni fino al 1993.
Qui potete sfogliare il Libro bianco delle morti di amianto in Italia.
La bonifica amianto in Italia
La legge del 92 che ha messo al bando l’amianto non ha però imposto la bonifica dei siti contaminati. Distinguendo tra amianto friabile e compatto ha imposto l’uso di tecniche di bonifica solo per il primo.
In realtà anche l’amianto compatto è pericoloso, perché basta una rottura infinitesimale nella sua matrice perché le fibre si diffondano nell’ambiente. Questo è il caso dell’Eternit, le famose onduline, ampiamente usate per le coperture di tetti di capannoni e tettoiee ancora presenti in migliaia di siti.
Oggi sappiamo che tutte le dosi di amianto causano mesotelioma. Ciò è confermato dal Ministero della Salute con i Quaderni della salute (maggio 2012): purtroppo poco si è fatto in Italia dal 2012 per portare a termine la bonifica.
L’APP amianto è uno strumento fondamentale che censisce la presenza di amianto nel nostro paese a fronte del quale è possibile capire quali sono i siti contaminati. In questo modo è anche possibile garantire la prevenzione e la tutela dei diritti raggiungendo la prova dell’esposizione.
Amianto: l’Europa ci obbliga alla rimozione entro il 2025
Sulla base del regolamento UE 2016/1005, tutti gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno provvedere alla rimozione dei “prodotti” di amianto entro il 1 luglio 2025. Così, anche lo Stato italiano dovrà finalmente accelerare sulle bonifiche.
Solo così si potrà garantire la tutela dell’ambiente e salute, nel rispetto dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e uno sviluppo sostenibile.
Mesotelioma in Marina Militare e nelle altre Forze Armate
L’amianto sia stato utilizzato, oltre che in edilizia, anche nei mezzi di trasporto e nei dispositivi bellici. Tant’è vero che, proprio nella Marina, il rischio amianto è esponenziale, come dimostrano i 570 casi di mesotelioma diagnosticati fino al 2015.
Tanti altri, purtroppo, si sono ammalati di mesotelioma, svolgendo il loro servizio nell’Esercito, nei Carabinieri, nell’Aeronautica e nel Comparto Sicurezza.
Approfondisci sulla: relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati del 07.02.2018).
Sono considerate a rischio anche le persone che vivono a stretto contatto con i lavoratori esposti. Dunque anche le navi e i mezzi di trasporto bellici e delle Forze dell’Ordine e del Comparto Sicurezza devono essere bonificati.
Mesotelioma e radiazioni ionizzanti
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato anche la correlazione tra l’insorgere del mesotelioma e altri fattori di rischio, sebbene sia molto limitata. In particolare, la pubblicazione “Linee Guida del Mesotelioma Pleurico” riporta come i pazienti esposti ad alte dosi di radiazioni ionizzanti dimostrano un aumentato rischio di mesotelioma maligno, sia pleurico che peritoneale.
Altri studi che confermano questa correlazione sono “Rischio di mesotelioma dopo radioterapia esterna: uno studio longitudinale basato sui dati SEER” e “Radioterapia esterna e rischio di mesotelioma: analisi dei dati del Surveillance Epidemiology, and End Results program (Stati Uniti), 1973-2012“. Quest’ultimo, infatti, evidenzia: “un possibile nesso causale tra esposizione a radiazioni ionizzanti e rischio di mesotelioma“.
Nello specifico la ricerca è stata condotta prendendo in considerazione i dati statunitensi. Questi hanno mostrato un debole aumento dei tassi di incidenza di mesotelioma nei pazienti irradiati per tumori localizzati della prostata rispetto ai pazienti non irradiati. Il rischio maggiore è stato stimato per latenze superiori a 10 anni. Inoltre, sebbene le stime generali sono state guidate dai dati sul mesotelioma della pleura, è stato riscontrato un rischio maggiore di insorgenza del mesotelioma peritoneale in questo caso.
Mesotelioma e diritti previdenziali e assistenziali
I pazienti malati di mesotelioma, se la loro esposizione ad amianto è avvenuta per causa di servizio e/o nell’attività lavorativa, hanno diritto ad una serie di risarcimenti:
- indennizzo INAIL, nel caso in cui fosse riconosciuta una lesione dal grado invalidante dal 6% al 15%;
- rendita INAIL, nel caso di riconoscimento di patologia a partire dal 16%;
- accesso al Fondo Vittime Amianto, prestazione aggiuntiva alla rendita INAIL, recentemente riconosciuta anche a coloro che sono vittime di esposizione ambientale;
- benefici contributivi per esposizione ad amianto ai fini del prepensionamento e aumento pensione (art. 13, comma 7, Legge 257/1992);
- pensionamento immediato, nel caso in cui anche con i benefici amianto non ci sia la maturazione del diritto a pensione (art. 1 co. 250 L. 232/16);
- risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali (biologico, morale, esistenziale e tanatologico) subiti;
- riconoscimento della causa di servizio e dello status vittime del dovere.
Riconoscimento di vittime del dovere
I lavoratori affetti da mesotelioma che hanno prestato servizio nelle Forze Armate (Marina, Aeronautica, Esercito, Carabinieri) o nel Comparto sicurezza (Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Polizia Locale e Polizia Penitenziaria) hanno diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere, le cui prestazioni previdenziali e assistenziali consistono in:
- speciale elargizione di euro 200.000,00 una tantum;
- assegno vitalizio di €500, con l’equiparazione alle vittime del terrorismo;
- assegno vitalizio di euro 1033,00 mensili;
- ulteriori prestazioni.
Il risarcimento dei danni alla vittima e ai familiari
Oltre ai danni biologi rimborsati dall’INAIL, il lavoratore affetto da mesotelioma, così come i loro familiari in caso di decesso, hanno diritto ad ottenere il risarcimento per altri tipi di danni, cioè i pregiudizi patrimoniali e i danni non patrimoniali.
Di conseguenza, la vittima di mesotelioma ha diritto a richiedere un risarcimento completo di tutti i danni da lui subiti, in particolare in merito alla differenza tra quanto percepito dall’INAIL, a titolo di indennizzo per i soli danni biologici, e tra quelli di differente natura, non rimborsati. In particolare, possono essere oggetto di risarcimento:
- Il danno biologico, dato dalla lesione all’integrità psicofisica del lavoratore;
- danno morale, scaturente dalla sofferenza fisica e psichica;
- il danno esistenziale, legato al peggioramento delle qualità di vita;
- danno catastrofale, cioè la sofferenza provata per la consapevolezza del proprio fine vita;
- il danno patrimoniale per le diminuite capacità di lavoro.
A tal fine, seguendo il principio di integrale risarcibilità del danno, la relativa domanda per l’ottenimento di tale risarcimento dovrà essere sottoposta al proprio datore di lavoro, che risponderà ex art. 2087 c.c.. Ulteriori somme dovute saranno quindi sottoposte allo scomputo per poste omogenee dell’indennizzo.
In caso di decesso della vittima di mesotelioma, le somme spettanti saranno indennizzate a favore dei suoi familiari, eredi legittimi, o testamentari. Per legge, questi soggetti hanno pieno titolo al risarcimento dei danni sofferti direttamente dalla vittima (iure hereditatis), ma anche in merito ai danni da loro sofferti direttamente, in seguito alla perdita del proprio congiunto (iure proprio).
Diritti delle vittime di esposizione ambientale e familiare
Ad ammalarsi non sono solo i lavoratori, ma anche i familiari delle vittime e coloro che hanno abitato in luoghi in cui si lavorava e maneggiava amianto. In particolare gli esposti sul posto di lavoro tornavano spesso a casa con le tute e le uniformi professionali che venivano in molte case lavate in casa. Avveniva in questo modo una contaminazione degli ambienti familiari a cui sono seguiti numerosi casi di mesotelioma.
I familiari colpiti da mesotelioma hanno diritto all’accesso una tantum al Fondo Vittime Amianto. Inoltre possono richiedere altri diritti delle vittime di esposizione ambientale e familiare.
Il mesotelioma e il principio del nesso causale
Quella del nesso causale è la problematica più rilevante che è stata oggetto del recente convegno “Rischio amianto: prevenzione del danno e tutela delle vittime” che si è tenuto presso il Tribunale di Milano, promosso dall’ONA, con la collaborazione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano.
Infatti, la distinzione fondamentale, oltre che su base epidemiologica, è quella specifica relativa ai profili previdenziali, civili e penali. Per quanto riguarda il profilo previdenziale, infatti, si applica il principio della presunzione legale di origine. Invece, per quanto riguarda l’azione di risarcimento dei danni mesotelioma il profilo chiave è quello del più probabile che non, ovvero il 50%+1. Contrariamente, in sede penale, si presume l’innocenza dell’imputato oltre ogni ragionevole dubbio, ed è per questo motivo che dimostrare il nesso causale è molto complesso.
In tale ultimo profilo, infatti, anche con un unico datore di lavoro, si sono susseguiti molti nella titolarità della posizione di garanzia, ed è quindi molto difficile circoscrivere e specificare la frazione di responsabilità.