Lo sviluppo sostenibile è uno dei pilastri su cui dovrebbe fondarsi la lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico e uno degli obiettivi della transizione ecologica. Non solo uno sviluppo possibile a livello di impatto ambientale e sostenibilità per il nostro Pianeta, però, ma anche per le comunità e i singoli individui che le abitano.
In questa utile guida vediamo cosa significa sviluppo sostenibile, con qualche esempio tangibile in relazione alla agenda 2030. Parliamo di economia circolare e mobilità sostenibile, di fonti di energia rinnovabile e di transizione ecologica.
Siamo ad un bivio in cui il riscaldamento globale, l’innalzamento delle acque e il cambiamento dei cicli dell’acqua impongono un cambiamento di rotta al modo in cui la nostra società evolve e concepisce il progresso. Da un’industria di produzione ad un’industria di riciclo.
L’Università Popolare UPIDSA – Università Popolare Internazionale Diritto, Scienza e Ambiente APS foma personale tecnico nelle specifiche branche del diritto ambientale e della tutela risarcitoria, con focus specifici nel settore medico e psicologico. Promuove la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile.
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Sviluppo sostenibile: cos’è?
Ma andiamo con ordine. Cosa si intende nel dettaglio per sviluppo sostenibile? Il concetto di sostenibilità include la necessità di lasciare alle generazioni future la stessa quantità di risorse che hanno avuto a disposizione le generazioni precedenti, garantendogli un adeguato tenore di vita e di possibilità.
Lo sviluppo sostenibile è infatti una forma di sviluppo economico sostenibile, compatibile quindi con la salvaguardia dell’ambiente e dei beni liberi, per le generazioni future.
La sostenibilità passa quindi per un basso impatto ambientale (uno sviluppo che sia sostenibile per il pianeta e l’ambiente) e un utilizzo adeguato delle risorse della Terra in modo da garantirne la persistenza e il ripristino.
Lo sviluppo sostenibile non è necessario solo per assicurare la salvaguardia ambientale, ma anche per per garantire la tutela della salute. La salute consiste infatti, secondo la definizione dell’OMS, di un benessere fisico e mentale (include quindi anche la salute psicologica) e non solo nell’assenza di malattia. Per garantire la salute c’è bisogno di un ambiente sano e di equità nell’amministrazione delle risorse.
Perché è importante uno sviluppo sostenibile?
Il rilascio di grandi quantità di CO2 nell’atmosfera terrestre legato alle attività industriali e in generale umane (agricole e dei trasporti), è la prima causa del riscaldamento globale.
La deforestazione peggiora il problema dell’effetto serra, venendo meno la funzione di assorbimento di CO2 da parte degli alberi. Quello del cambiamento climatico è un problema che ha conseguenze disastrose. In questo momento stiamo già assistendo a quelle a breve termine, come alluvioni, inondazioni e in generale l’intensificarsi di eventi atmosferici estremi.
L’industrializzazione, lo sviluppo indiscriminato delle grandi città e le necessità infrastrutturali legate allo sviluppo dei trasporti hanno causato una sensibile riduzione della biodiversità. La biodiversità è importantissima per diminuire la fragilità degli ecosistemi in cui viviamo. Un ambiente sano è indissolubilmente collegato alla salute. Abbiamo visto con la pandemia da Covid-19 come l’inquinamento ha aumentato la gravità dei sintomi e come la deforestazione sia connessa al fenomeno dello spillover.
Per di più l’uso massiccio delle risorse non rinnovabili, oltre ad essere causa di inquinamento atmosferico e di un ingente rilascio di CO2 nell’ambiente, determina la precoccupante riduzione delle risorse disponibili. L’uso delle risorse supera infatti di gran lunga il tempo necessario al pianeta di formarne di nuove. Per questi principali motivi è necessario cambiare rotta e convertire il nostro sistema economico a favore di un sistema economico che garantisca sì lo sviluppo, ma uno sviluppo sostenibile per l’ambiente e per le comunità.
Per di più le grandi disparità economiche tra primo e terzo mondo e tra poveri e ricchi nonché le disparità tra le risorse a disposizione delle passate generazioni rispetto alla povertà di risorse che rischiano di avere a disposizione le generazioni future, altresì necessitano di un sostanziale cambio di rotta.
Gli elementi essenziali di uno sviluppo sostenibile
Quali sono gli elementi essenziali per favorire e promuovere uno sviluppo sostenibile? Elemento tra i fondamentali per uno sviluppo sostenibile è la transizione ecologica. Solo attraverso il passaggio ad energie pulite e alternative e ad attività a più basso impatto ambientale è possibile infatti approdare ad uno sviluppo ecosostenibile. Qui trovate la puntata di ONA TV sull’ambiente, dedicata in particolare alla transizione ecologica.
- Riciclo dei rifiuti e riuso
Tra le varie specie animali che abitano il nostro pianeta, l’uomo è l’unico che dà avvio a cicli che non possono essere definiti chiusi. Gli altri animali producono infatti rifiuti che ritornano a far parte dell’ambiente in cui sono prodotti e vengono riutilizzati.
Ridurre lo spreco e la produzione dei rifiuti è uno dei capisaldi del modello di sviluppo eco sostenibile. Intendiamo che la modalità di approvvigionamento di materie prime, la trasformazione delle stesse e la produzione di materiale di scarto deve essere studiata prima di immettere un prodotto sul mercato. In agiunta anche noi possiamo fare molto in questa direzione, facendo in modo rigoroso la raccolta differenziata e dedicandoci all’acquisto consapevole.
- Fonti di energia rinnovabile
Prediligere fonti di energia rinnovabile e studiare nuovi sistemi per l’approvvigionamento di energia green e alternativa è un altro dei capisaldi dello sviluppo sostenibile. Come già detto infatti le risorse fossili del nostro pianeta non sono infinite e necessitano di un tempo incredibilmente lungo per rigenerarsi. Inoltre la loro estrazione, lavorazione e consumo sono altamente inquinanti. Leggi tutto sulle Energie non rinnovabili.
- Mobilità sostenibile
La mobilità sostenibile si basa su un piano di mobilità integrata e a basso impatto ambientale. Predilige il trasporto pubblico a quello privato e i mezzi di trasporto più green. Tra questi ci sono autobus e auto elettriche, biciclette e monopattini. In aggiunta a una ottimizzazione degli spostamenti che disincentiva gli spostamenti non necessari.
- Economia circolare
L’economia circolare è un modello di economia fondato sul riciclo e sulla manutenzione a svantaggio della produzione. Un’economia circolare dovrebbe cioè progettare prodotti con un ciclo di vita lungo e che non necessitano di elevate quantità di energia per lo smaltimento e che generano pochi prodotti di scarto non riutilizzabili.
L’agenda 2030 dell’ONU
“Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” è il documento adottato dai Capi di Stato in occasione del Summit sullo Sviluppo Sostenibile del 25-27 settembre 2015. Il documento fissa gli impegni per lo sviluppo sostenibile da realizzare entro il 2030, individuando 17 Obiettivi (SDGs – Sustainable Development Goals) e 169 target.
L’Agenda 2030 riconosce lo stretto legame tra il benessere umano, la salute dei sistemi naturali e la presenza di sfide comuni che tutti i paesi sono chiamati ad affrontare. Nel farlo, tocca diversi ambiti fondamentali per assicurare il benessere dell’umanità e del pianeta. A partire dalla lotta alla fame all’eliminazione delle disuguaglianze, dalla tutela delle risorse naturali all’affermazione di modelli di produzione e consumo sostenibili. Infine, include nel suo piano anche il concetto di sostenibilità sociale e lo sradicamento della povertà in tutte le sue forme.
Come funziona?
L’Agenda ha individuato nel Foro politico di Alto Livello – High Level Political Forum – il consesso globale per monitorare, valutare e orientare l’attuazione degli SDGs. Per supportare tale attività e garantire la comparabilità delle valutazioni, la Commissione Statistica delle Nazioni Unite ha costituito l’Inter Agency Expert Group on SDGs (IAEG-SDGs), con il compito di definire un insieme di indicatori per il monitoraggio dell’attuazione dell’Agenda 2030 a livello globale.
Ogni anno, gli Stati possono presentare lo stato di attuazione dei 17 SDGs nel proprio paese, attraverso l’elaborazione di Rapporti Nazionali Volontari – Voluntary National Reviews.
L’Italia ha sottoscritto l’agenda 2030 impegnandosi a declinare e calibrare gli obiettivi dell’Agenda 2030 nell’ambito della propria programmazione economica, sociale e ambientale.