Il termine amianto identifica un gruppo di minerali della famiglia dei silicati. Quindi non un solo minerale, ma tanti, tutti accomunati da medesime caratteristiche. Tutti i minerali di amianto hanno infatti una natura fibrosa a cui è connessa la loro comprovata pericolosità per la salute umana. Ma andiamo con ordine e scopriamo cosa sono, qual è la loro formula chimica, come sono classificati dal legislatore e dove si trovano.
In caso di malattia causata dall’esposizione ai minerali di amianto sul luogo di lavoro si ha diritto al riconoscimento di malattia professionale e a una serie di indennizzi e previdenze previste dalla legge. Per i dipendenti del servizio pubblico non privatizzato si ha diritto al riconoscimento della causa di servizio.
Contents
- 1 I minerali di asbesto: cosa sono e quali sono
- 2 Dove si trova l’amianto in natura?
- 3 Le caratteristiche dei minerali di amianto nel dettaglio
- 4 Usi ampi dell’amianto in tutti i settori
- 5 Tipologia e gruppi di minerali di amianto
- 6 Crisotilo, il principale minerale della famiglia dei serpentini
- 7 Actinolite, un altro minerale asbestiforme
- 8 Grunerite o Amosite, un isolante termico efficace
- 9 Crocidolite, il minerale di amianto africano
- 10 Tremolite, un minerale alpino
- 11 Antofillite, il minerale asbestiforme meno resistente
- 12 La diffusione storica dei minerali di amianto
- 13 La diffusione dell’amianto in Italia
- 14 Amianto friabile o compatto? La distinzione
- 15 La pericolosità dei minerali di amianto e le fibre killer
- 16 Malattie amianto correlate: quali sono?
I minerali di asbesto: cosa sono e quali sono
I minerali di asbesto o amianto costituiscono un insieme diversificato di minerali caratterizzati dalla loro struttura fibrosa, nota anche come asbestiforme. Questa struttura fibrosa consente loro di dividersi longitudinalmente in fibre sottili, chiamate fibrille, che sono lunghe e flessibili. Queste fibre continuano a suddividersi fino a raggiungere un diametro estremamente sottile di 0,25 µm, che è quasi impercettibile all’occhio umano, rendendole persistenti nell’ambiente e facilmente inalabili o ingeribili.
Per essere considerati asbestiformi, i minerali di amianto devono possedere una struttura fibrosa, una flessibilità e una resistenza particolare delle fibre stesse. Tipicamente, queste fibre sono più lunghe di 5 µm e hanno un rapporto lunghezza/larghezza di almeno 3:1.
Esistono due tipi di amianto: serpentini e anfiboli. Del primo gruppo fa parte il crisotilo, il minerale di amianto più diffuso e utilizzato, e gli altri minerali del suo sottogruppo. Del secondo gruppo fanno parte la crocidolite, l’amosite, l’antofillite, la tremolite e l’actinolite.
Dove si trova l’amianto in natura?
L’amianto è presente in natura in molte parti del globo, dalle Alpi italiane al Canada, passando per la Russia e il Sudafrica e per molti altri luoghi del pianeta. L’antofillite è frequente nei micascisti dell’Alto Adige (Val Passiria, sopra Merano) e in misura inferiore anche nell’isola d’Elba e nelle Alpi e Prealpi Occidentali e in Finlandia. L’amosite è abbondante in Sudafrica, così come la crocidolite. Si ottiene facilmente dalla roccia madre in seguito a macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto.
L’estrazione dell’amianto avviene facilmente dalla roccia madre. Seguono macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto. Per diventare amianto i minerali di partenza devono subire però particolari processi idrotermali di bassa pressione e bassa temperatura.
Le caratteristiche dei minerali di amianto nel dettaglio
Le caratteristiche fisiche uniche dei minerali di amianto li hanno resi estremamente utili in una vasta gamma di applicazioni industriali ed edilizie, con oltre 3000 utilizzi documentati. L’amianto è noto per la sua resistenza al fuoco e al calore fino a temperature elevate (fino a 2000°), nonché per la sua resistenza agli agenti chimici esterni come gli acidi. È altamente flessibile, resistente alla trazione e fonoassorbente, oltre ad essere facilmente friabile.
Queste caratteristiche vantaggiose, unite alla loro abbondanza naturale e al costo economico, hanno portato alla diffusione generalizzata dell’amianto in numerose applicazioni, comprese quelle edili. Ad esempio, veniva spesso utilizzato per isolare tubazioni utilizzate per il trasporto di vapore, per l’isolamento di caldaie e forni, nonché nei freni e in altre componenti soggette a elevate temperature.
Quando legato a materiali resistenti e stabili, come nell’eternit, l’amianto rimane compatto. Tuttavia, se legato a materiali meno resistenti, diventa friabile, come nei materiali spruzzati sui soffitti.
Usi ampi dell’amianto in tutti i settori
L’uso dei minerali di amianto nell’edilizia è stato diffuso e rapido grazie alla loro capacità di legarsi facilmente a materiali da costruzione e polimeri, nonché alle loro proprietà di resistenza al calore, alla trazione e agli agenti chimici. Impiegati in numerose applicazioni edilizie, comprese tegole, controsoffitti, coibentazioni del sottotetto e intonaci a spruzzo, oltre ad essere miscelati con altri materiali per malte e stucchi. L’eternit, un materiale ondulato o piatto composto principalmente da amianto, è stato utilizzato come copertura grazie alla sua resistenza, economicità e facilità di installazione.
Inoltre, l’amianto è stato impiegato per cassoni, serbatoi e tubazioni dell’acqua, compresi quelli degli acquedotti per l’acqua potabile. È stato utilizzato in tutte le strutture che richiedevano resistenza al calore, come canne fumarie, camini e tubazioni di scarico dei fumi. Anche pannelli, divisori e pavimentazioni in vinil-amianto, noti come “linoleum”, sono stati ampiamente utilizzati in edifici pubblici come palestre e ospedali.
Nel settore industriale, i minerali di amianto venivano utilizzati per coperture e nella produzione di cemento-amianto per il trasporto di fluidi industriali grazie alla loro resistenza a temperature e pressioni elevate. Sono stati ampiamente utilizzati anche per l’isolamento termico di contenitori.
Nel settore dei trasporti, i minerali di amianto sono stati utilizzati in freni, frizioni, isolamenti termoacustici e guarnizioni di tenuta per navi, treni, aerei e automobili, dove la resistenza al calore era cruciale. Nel settore tessile, le fibre di amianto venivano utilizzate per tessuti ignifughi, isolamenti e protezioni termiche ed elettriche, inclusi indumenti per vigili del fuoco e altre apparecchiature di protezione.
Tipologia e gruppi di minerali di amianto
Dal punto di vista legale i minerali di amianto sono definiti attraverso l’art. 247 del D.Lgs. 09.04.08 n. 81, che riproduce l’art. 2 della Direttiva 477/83/CEE (ora sostituita dalla Direttiva 2009/148/CE). Esso classifica come minerali di amianto tutti i silicati fibrosi che rispondono a determinate formule chimiche. Tuttavia molti minerali di amianto sono reimasti esclusi.
Sono classificati come minierali di amianto secondo la legge
a) l’actinolite di amianto, n. CAS 77536-66-4;
b) la grunerite di amianto (o amosite), n. CAS 12172-73-5;
c) antofillite, n. CAS 77536-67-5;
d) crisotilo, n. CAS 12001-29-5;
e) crocidolite, n. CAS 12001-28-4;
f) tremolite d’amianto, n. CAS 77536-68-6.
La classificazione del legislatore non rispecchia la grande varietà di minerali di amianto presenti in natura e alcuni, come l’erionite (IARC 2012b) e la fluoro-edenite non appaiono inclusi. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, di cui l’Avvocato Ezio Bonanni è presidente, ha denunciato la necessità di adeguamento della legislazione, perché la mancata classificazione di altri minerali asbestiformi espone a enorme rischio molti cittadini. Li priva infatti della prevenzione primaria e di ogni tutela, preventiva e risarcitoria.
Crisotilo, il principale minerale della famiglia dei serpentini
Il crisotilo, noto anche come “amianto bianco-verde-grigio-giallastro”, è un minerale della serie dei serpentini, derivante dal greco χρυσός, che significa “fibra d’oro”. È stato il minerale di amianto più ampiamente utilizzato fino al 1992, quando è stato vietato l’uso dell’amianto. È presente in una vasta gamma di materiali contenenti amianto, tra cui lastre di eternit, tegole, cemento armato e impianti frenanti.
Il crisotilo è costituito da un silicato idrato di magnesio con una composizione chimica di 3MgO,2SiO2,2H2O, ed è caratterizzato da fibre flessibili e setose. Ha un’elevata resistenza meccanica e termica, nonché una buona resistenza agli agenti alcalini, con una temperatura di decomposizione compresa tra 450 e 700°C.
Actinolite, un altro minerale asbestiforme
L’actinolite, conosciuto anche come “amianto verde-nero”, è un silicato idrato di calcio, ferro e magnesio, con una formula chimica di 2CaO,4MgO,FeO,8SiO2,H2O. Fa parte della serie degli anfiboli e si trova comunemente nelle rocce scistose-cristalline della catena alpina, con una temperatura di decomposizione tra 620 e 900°C.
Grunerite o Amosite, un isolante termico efficace
L’amosite, conosciuta anche come “amianto bruno-giallo-grigio” o cummingtonite, è chiamata anche grunerite. Si tratta di un silicato idrato di ferro e magnesio appartenente al gruppo degli anfiboli, con una formula chimica di 5.5FeO,1.5MgO,8SiO2,H2O. Le sue fibre sono lunghe, dritte e fragili, con una temperatura di decomposizione tra 600 e 800°C. È comunemente utilizzato come isolante termico e si trova nelle guarnizioni e nelle tute ignifughe.
Crocidolite, il minerale di amianto africano
La crocidolite, nota anche come “amianto blu”, è chiamata anche amianto del Capo o Riebeckite ed è un silicato idrato di sodio, ferro ferrico, ferro ferroso e magnesio, con una formula chimica di Na2O,Fe2O3,3FeO,8SiO2,H2O. Le sue fibre sono diritte e hanno una maggiore resistenza agli agenti acidi rispetto ad altri tipi di anfiboli, con una temperatura di decomposizione tra 400 e 600°C. È utilizzata in piccole percentuali nel fibrocemento e in altri materiali.
Tremolite, un minerale alpino
La tremolite, chiamata anche “amianto grigio-verde-giallo”, è un silicato idrato di calcio e magnesio con una formula chimica di 2CaO,5MgO,8SiO2,H2O. Si trova principalmente nelle località alpine e ha una temperatura di decomposizione molto alta, tra 950 e 1040°C.
Antofillite, il minerale asbestiforme meno resistente
L’antofillite, nota anche come “amianto verde-giallo-bianco”, è un silicato idrato di magnesio con una formula chimica di 7MgO,8SiO2,H2O ed è il principale anfibolo rombico. Si trova principalmente nei micascisti dell’Alto Adige e ha una temperatura di decomposizione compresa tra 600 e 850°C. Meno resistente e reperibile rispetto ad altri minerali di amianto, è stato utilizzato principalmente nell’industria dei cosmetici.
La diffusione storica dei minerali di amianto
L’impiego dei minerali di amianto ha una lunga storia, risalente a tempi antichi. In passato, l’amianto veniva estratto da varie regioni, come Cipro, la Grecia e le Alpi italiane. Tuttavia, nel XVII secolo, furono scoperti importanti giacimenti di crisotilo negli Urali e in Quebec, Canada. Questi ritrovamenti, insieme alla rivoluzione industriale, hanno segnato l’avvio dell’utilizzo su vasta scala dell’amianto e la nascita del cemento-amianto, noto anche come eternit, dal nome dell’azienda principale che lo produceva. Questo materiale ha svolto un ruolo cruciale nella diffusione dell’amianto.
Negli anni ’30, la produzione totale di materiali di amianto era di circa 5 milioni di tonnellate. Il picco di produzione mondiale è stato raggiunto negli anni ’70, con oltre 5 milioni di tonnellate estratte e lavorate in 25 Paesi produttori e utilizzate in 85 Paesi diversi.
I maggiori consumatori di amianto includevano Australia, Canada e vari paesi dell’Europa Nord-Occidentale, come Danimarca, Germania e Lussemburgo.
La diffusione dell’amianto in Italia
Anche in Italia, l’amianto è stato ampiamente estratto e utilizzato. Tra le due guerre mondiali, è stato impiegato in oltre 3000 applicazioni diverse, anche in settori non strettamente correlati alle sue proprietà chimico-fisiche, come giocattoli, filtri per il vino e sbiancamento del riso.
L’Italia è stata la seconda produttrice mondiale di cemento-amianto, con l’apertura di numerose fabbriche, tra cui la Fibronit di Bari, quella di Napoli a Bagnoli e gli stabilimenti di Eternit in varie regioni italiane, come Sicilia, Casale Monferrato, Rubiera, Cavagnolo e Broni.
Sebbene la commercializzazione di eternit contenente cemento-amianto sia stata interrotta in Italia tra il 1992 e il 1994, essa continua in altri paesi del mondo, come il Brasile, sotto lo stesso marchio Eternit.
Amianto friabile o compatto? La distinzione
Quando l’amianto è legato a materiali robusti e stabili, assume la forma consolidata. Questo si verifica, ad esempio, nell’eternit, le cui lastre lisce o ondulate venivano ampiamente impiegate per coperture di capannoni e tettoie. Il termine “Eternit” deriva dal nome dell’azienda leader nel settore. In questo contesto, le fibre di amianto erano incorporate in una matrice di cemento, creando così il cosiddetto amianto cemento. Un altro esempio di amianto compatto è il linoleum, un tipo di pavimentazione contenente amianto spesso utilizzato negli edifici pubblici.
Se l’amianto è invece legato a matrici instabili, viene definito friabile, come nel caso dei materiali spruzzati sui soffitti.
In Italia, la legge del 1992 che ha vietato l’uso, la lavorazione e la commercializzazione dell’amianto non ha richiesto la bonifica dei siti contaminati. Ha distinto tra amianto friabile (che si sfalda con la sola pressione delle mani) e amianto consolidato (che non si sfalda con la sola pressione delle mani) per valutare il grado di pericolosità dei siti inquinati imponendo la bonifica solo nel primo caso.
In realtà, sia l’amianto friabile che quello consolidato presentano rischi per la salute umana. Anche se l’amianto consolidato sembra meno pericoloso, può comunque rilasciare fibre nell’ambiente in seguito a sollecitazioni, danni meccanici o erosioni. Monitorare questi danni alla matrice solida, specialmente dopo eventi come terremoti, è praticamente impossibile.
La pericolosità dei minerali di amianto e le fibre killer
La pericolosità dei minerali di amianto era stata presa in considerazione già all’inizio del secolo scorso. Non vi erano però prove scientifiche a favore della sua pericolosità. Nonostante questo un regio decreto già ne vietava l’estrazione a donne e fanciulli. Si dovrà aspettare il 1992 per vederne finalmente bannato utilizzo, estrazione e commercializzazione in Europa. Molti paesi del mondo ne fanno ancora uso.
Le fibre di amianto, non a caso anche dette fibre killer, una volta inalate provocano fenomeni infiammatori (come l’asbestosi, le placche pleuriche e gli ispessimenti pleurici ) e diversi tipi di cancro. Per ulteriori approfondimenti rimandiamo alle monografie dello IARC ed ai Quaderni del Ministero della Salute “Stato dell’arte e prospettive in materiali di contrasto alle patologie asbesto-correlate”, n. 15, maggio-giugno 2012.
Malattie amianto correlate: quali sono?
Le fibre dei minerali di amianto possono causare le seguenti Malattie amianto-correlate:
- mesotelioma (peritoneale, pericardico, pleurico, della tunica vaginale del testicolo);
- tumore del polmone;
- tumore alla laringe;
- cancro alle ovaie.
Queste patologie sono incluse nella lista I dell’INAIL (Istituto Nazionale Assicurativo Infortuni sul Lavoro) e per loro vige la prevenzione legale d’origine: se contratte e se presente l’asbesto sul posto di lavoro sono automaticamente considerate malattie di origine professionale. Nella lista II (che non predeve la presunzione legale di origine) compaiono:
Nella lista III (che come la lista II prevede la dimostrazione a carico del lavoratore del nesso causale tra malattia e lavorazione) compare solo il tumore dell’esofago.
Tutte queste patologie devono essere risarcite in quanto malattie professionali. Tuttavia mentre nel primo caso è facile ottenere il riconoscimento di malattia professionale dall’INAIL, nel secondo caso è più complicato.
Tutte le altre patologie correlate all’amianto
Oltre alle malattie riconosciute dall’INAIL ci sono tutta una serie di patologie che possono essere provocate dall’amianto. Tra le malattie degenerative non tumorali ci sono la miocardiopatia, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica, la fibromialgia e vari problemi cardiovascolari.
Le neoplasie causate dalle fibre di asbesto potrebbero colpire anche il cervello, la colecisti, la mammella, il pancreas, la prostata, i reni, la tiroide, la vagina-vulva e la vescica. Quest’ultima è dimostrata da molti studi scientifici:
- “Epidemiology and etiology of bladder cancer”, a cura di Johansson e Cohen;
- “Epidemiology and prevention of bladder cancer“, a cura di Negri e La Vecchia;
- “An update review of the literature: risk factors for bladder cancer with focus on occupational exposures”, a cura di Olfert, Felknor e Delclos.
Tutti i minerali di amianto sono pericolosi?
L’OMS si è espressa in modo inequivocabile circa la pericolosità di tutti i minerali di amianto, affermando che tutti i minerali con proprietà asbestiformi provocano gravissimi danni alla salute umana:
“All types of asbestos cause lung cancer, mesothelioma, cancer of the larynx and ovary, and asbestosis (fibrosis of the lungs). Exposure to asbestos occurs through inhalation of fibres in air in the working environment, ambient air in the vicinity of point sources such as factories handling asbestos, or indoor air in housing and buildings containing friable (crumbly) asbestos materials”.
Anche la monografia IARC si pronuncia allo stesso modo:
“Asbestos is the generic commercial designation for a group of naturally occurring mineral silicate fibres of the serpentine and amphibole series. These include the serpentine mineral chrysotile (also known as ‘withe asbestos’), and the five amphibole minerals – actinolite, amosite (also known ad ‘brown asbesto’), anthophyllite, crocidolite (also known as ‘blue asbestos’), and tremolite. The conclusions reached in thism Monograph about asbestos and its carcinoegenic risks apply to these six types of fibres wherever they are found, and that includes talc containing asbestiform fibres”.