Cos’è il mesotelioma pleurico? Il mesotelioma pleurico è il più frequente tra i mesoteliomi. Rappresenta oltre l’80% di tutti i mesoteliomi diagnosticati. Come gli altri mesoteliomi è causato esclusivamente dall’esposizione alle fibre di amianto, anche detto asbesto.
L’Università Popolare UPIDSA – Università Popolare Internazionale Diritto, Scienza e Ambiente APS forma personale tecnico nelle specifiche branche del diritto ambientale e del diritto risarcitorio, con focus specifici nel settore medico e della salute psicologica. L’amianto miete in Italia centinaia e centinaia di vittime e la formazione di un personale preparato su normaltive e lotta all’amianto è di fondamentale importanza per vincere questa battaglia. Il mesotelioma pleurico tra le malattie amianto è una delle più letali e subdole, ha infatti tempi di latenza lunghissimi e sintomi che rendono difficile la diagnosi senza una accurata anamnesi lavorativa.
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Mesotelioma pleurico: cos’è?
Vediamo nel dettaglio cos’è il mesotelioma pleurico. Si tratta di un tumore maligno che colpisce il mesotelio pleurico, ovvero la membrana sierosa che riveste i nostri polmoni. Come già detto, non è l’unico tipo di mesotelioma esistente. Ne esistono altri (mesotelioma peritoneale, pericardico e della tunica vaginale del testicolo).
Il mesotelio dei polmoni si chiama pleura ed è costituito da due strati, uno che circonda il polmone (pleura viscerale) e l’altro che forma un rivestimento “a sacco” intorno ad esso (pleura parietale) all’interno della cassa toracica. Questi due foglietti riescono a scorrere senza attrito l’uno sull’altro assecondando i movimenti indotti dalla respirazione grazie alla presenza di una piccola quantità di liquido lubrificante.
Dal mesotelio possono nascere anche tumori benigni (tumori adenomatoidi, mesotelioma benigno cistico) che in genere vengono rimossi chirurgicamente e non richiedono ulteriori trattamenti. Quando si parla di mesotelioma pleurico ci si riferisce al tumore pleurico maligno, in grado di diffondersi nei tessuti limitrofi, e portare alla morte per asfissia.
Diffusione dei tumori della pleura e sopravvivenza
Questa neoplasia ha un tempo di latenza che può arrivare anche a 50 anni. Di solito si manifesta con un picco intorno ai 70 anni e raramente sotto i 50.
Il mesotelioma è un cancro quasi sempre mortale. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi si ferma poco al di sotto del 20 per cento nella fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni e diminuisce progressivamente con l’aumentare dell’età.
Il numero dei casi di cancro alla pleura è in lieve crescita tra le donne, probabilmente perché negli ultimi anni era aumentata la quantità di lavoratrici impiegate nella produzione industriale di materiali contenenti asbesto, o amianto, la causa principale di questo tumore alla pleura.
Mesotelioma pleurico e amianto
Come già accennato, la causa del mesotelioma della pleura è sempre ed esclusivamente l’esposizione alle fibre di asbesto. Una volta inalate attivano quel processo infiammatorio, e quelle mutazioni del DNA cui segue l’esplosione della patologia neoplastica.
Lo IARC (International Agency For Research On Cancer – Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (che fa parte dell’ONU), nella monografia sull’amianto (2012. Asbestos. Actinolite, amosite, anthophyllite, chrysotile, crocidolite, tremolite. IARC Monogr Evaluation Carcinog Risk Chem Man, Vol. 100C), ha precisato, a pag. 294:
“There is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of all forms of asbestos (chrysotile, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, and anthophyllite). Asbestos causes mesothelioma and cancer of the lung, larynx, and ovary”. Qui trovate tutte le info sul sito ufficiale della OMS sulla pericolosità dell’amianto e sulla sua comprovata capacità di causare il mesotelioma polmonare pleurico.
Qui potete sfogliare il Libro bianco delle morti di amianto in Italia.
Altri fattori di rischio per il mesotelioma pleurico
Ci sono altri fattori di rischio del mesotelioma della pleura, che sono però infinitesimali in termini di incidenza epidemiologica, rispetto all’esposizione alle fibre di amianto:
- un virus della scimmia, SV40, utilizzato nelle vaccinazioni antipolio tra il 1955 e il 1963 (questo virus, da solo, non è sufficiente per generare il mesotelioma pleurico);
- una sostanza radioattiva, il diossido di torio, utilizzata tra gli anni ’20 e gli anni ’50;
- le radiazioni a torace e addome (rischio è circoscritto solo agli operatori ospedalieri ed è, dal punto di vista epidemiologico, ininfluente);
- casi di mesotelioma maligno della pleura o di altri tipi in famiglia (la presenza di polimorfismi nel DNA cellulare non sono di per se sufficienti a determinare l’insorgenza del mesotelioma pleurico, per il quale è necessaria, sempre e comunque, l’esposizione ad amianto.
che cos’è l’amianto?
Vediamo anche che cosa è l’amianto. L’amianto è un minerale, o meglio un gruppo di minerali, tutti con caratteristiche asbestiformi. Hanno infatti la capacità di suddividersi in fibre longitudinali via via più sottili e facilmente inalabili. Una volta inalate danno il via ad una serie di processi infiammatori che possono evolversi in forme cancerose molto gravi, come i vari tipi di mesotelioma.
L’amianto fu utilizzato fino all’entrata in vigore dell’art. 1 della L. 257 del 1992, che ne ha vietato, a partire dall’aprile del 1993, l’estrazione, la lavorazione, la produzione e la commercializzazione. Fu usato in oltre 3000 applicazioni in edilizia, nel settore trasporti e nell’industria tessile, ma anche nella cosmesi e in apparecchi e giocattoli in cui non vi era necessità di un materiale con le caratteristiche dell’asbesto. Ovvero resistente al calore e alla trazione e agli agenti esogeni.
L’Italia, poichè fu il secondo produttore e utilizzatore di amianto in Europa, è in piena emergenza, perché ci sono ancora 40.000.000 di tonnellate di materiali che contengono la fibra killer, comprese 2.292 scuole e più di 250 ospedali.
Settori a rischio esposizione amianto
Tra le categorie lavorative considerate più a rischio vi sono gli operai delle piastre metalliche, i costruttori di veicoli e di navi, gli idraulici, gli installatori di impianti a gas, gli elettricisti, gli operai del settore edile.
Sono considerate altresì a rischio le persone che vivono a stretto contatto con i lavoratori esposti. Questa può essere una delle mesotelioma pleurico cause. La più alta incidenza del mesotelioma pleurico è conseguenza dell’utilizzo di amianto nell’edilizia, e in particolare con l’eternit, ovvero quell’impasto di cemento/amianto che è all’origine di centinaia di applicazioni delle 3000 totali.
Poi c’è il settore di rischio delle Ferrovie dello Stato, e ancora del trasporto marittimo, e delle Forze Armate, in particolare per le unità navali della Marina Militare Italiana. Le unità navali della Marina Militare Italiana sono state, e sono, il focolaio del mesotelioma. Fino al 2015, sono stati registrati 570 casi di mesotelioma tra coloro che sono stati imbarcati nelle unità navali. La punta dell’iceberg è stata registrata tra coloro che sono stati imbarcati nella nave Vittorio Veneto (VII Rapporto RENAM, e relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati del 07.02.2018). Sui Quaderni del Ministero della Salute trovate tutte le info sullo stato dei lavori in Italia nel contrasto delle patologie amianto correlate.
Diagnosi del Mesotelioma pleurico
La diagnosi del tumore del mesotelio inizia con la anamnesi (o storia clinica) e prosegue con esami specifici, tra cui:
- RX torace (mesotelioma RX);
- TAC (mesotelioma TAC);
- risonanza magnetica nucleare PET
Nel caso dei sintomi di mesotelioma della pleura (versamento pleurico, dolore del torace, tosse, etc.), è necessario rivolgersi al medico curante, e informarlo della pregressa esposizione a polveri e fibre di amianto che è l’agente causale di questa neoplasia. Gli esami diagnostici, e in ultima analisi l’esame immunoistochimico, sono necessari per la diagnosi mesotelioma e la caratterizzazione istologica, e la determinazione dello stadio della neoplasia.
La diagnosi precoce del mesotelioma pleurico è fondamentale per un approccio chirurgico (intervento di estirpazione del cancro), e per la chemoterapia, anche intrapleurica (tecnica della chemioterapia intrapleurica del Prof. Marcello Migliore – Policlinico di Catania).
Nei documenti del consenso di Helsinki sono stabiliti i criteri per la diagnosi e lo studio del mesotelioma pleurico di cui i medici devono tenere conto.
Sintomi del mesotelioma pleurico
I primi sintomi mesotelioma sono di natura non specifica. ciò vuol dire che per mesotelioma sintomi iniziali sono uguali a quelli causati da altre malattie che colpiscono, ad esempio, l’apparato cardio-respiratorio. La loro aspecificità può portare ad un ritardo nella diagnosi. In generale fiato corto (detto “dispnea”), dolore al petto o al dorso, tosse persistente, perdita di peso ingiustificata sono sintomi comuni.
Nella maggior parte dei casi per tumore pleura sintomi respiratori sono causati da un eccessivo accumulo di liquido nello spazio compreso tra i due foglietti pleurici (versamento) o dall’inspessimento dei foglietti stessi, con compressione dei polmoni, che non riescono così ad espandersi adeguatamente durante la respirazione. Alcuni pazienti possono addirittura non manifestare alcun disturbo pur presentando la malattia, che invece viene scoperta occasionalmente, eseguendo esami radiologici per altre motivazioni. Spesso si diagnostica la malattia quando compaiono per mesotelioma sintomi finali.
Qui di seguito riportiamo tutti i sintomi più frequenti del mesotelioma pleurico:
- difficoltà respiratoria;
- versamento pleurico;
- dolore toracico;
- dolore pleurico;
- tosse;
- emottisi;
- stanchezza;
- febbre.
Cosa fare in caso di mesotelioma pleurico
Sulla base di tutti gli elementi e delle condizioni cliniche del paziente, è indispensabile verificare se per il tipo istologico e la stadiazione, è possibile l’approccio chirurgico collegato ad una migliore prognosi.
La chirurgia è solitamente combinata con la chemioterapia e con la radioterapia. La migliore cura del mesotelioma infatti è una terapia multimodale. Le cure più efficaci, sceltein base alla condizione specifica del paziente da un oncologo coadiuvato da un team multidisciplinare non solo aumentano le chance di sopravvivenza. Permettono anche di migliorare la qualità della vita nel tempo che ancora resta da vivere.
Trattamenti e cure: chirurgia
Come già detto, tra le terapie elettive in caso di diagnosi di mesotelioma c’è la chirurgia. L’approccio chirurgico è molto complesso e va valutato con attenzione considerando anche lo stato di salute generale del paziente. Il mesotelioma sarcomatoide non risulta mai operabile.
L’approccio chirurgico al tumore del mesotelio può essere effettuato attraverso: pleurectomia totale (asportazione totale della pleura parietale e viscerale) e pneumectomia extrapleurica (asportazione della pleura in blocco con il polmone, il pericardio e il diaframma).
Il tumore della pleura viene considerato resecabile chirurgicamente negli stadi I, II, III. Di norma, ove possibile, in relazione alla diffusione di malattia ed alle condizioni di salute del paziente, si ricorre alla EPP.
Tale intervento è molto invalidante ed è gravato da alti tassi di mortalità e da complicanze post-operatorie. Nonostante un corretto intervento, rimane comunque alto il rischio che la malattia si ripresenti.
Radioterapia: cura del mesotelioma pleurico
La radioterapia consiste in fasci esterni e tecnica volumetrica a modulazione di intensità (IMRT) da effettuare in trattamento trimodale, dopo la chirurgia e la chemioterapia. Nelle forme avanzate la radioterapia ha il solo scopo palliativo per le aree nelle quali il paziente avverte dolore.
Trattamenti e cura mesotelioma: chemioterapia
La chemioterapia consiste nella somministrazione per infusione endovenosa (EV) di farmaci per ridurre o arrestare la progressione del cancro. In rari casi di efficacia (di riduzione della massa tumorale), favorisce l’approccio chirurgico, in altri casi, si limita soltanto a bloccare la crescita della malattia e favorisce il miglioramento dei mesotelioma pleurico sintomi.
Il trattamento di scelta di “prima linea” si esegue con l’associazione di pemetrexed con sali di platino (cisplatino o carboplatino). L’utilizzo del carboplatino permette una migliore tollerabilità, ed è particolarmente indicato nei pazienti più anziani.
Questo trattamento consente nella maggioranza dei pazienti una regressione o la stabilizzazione della malattia per un periodo che mediamente è di poco superiore ai 6 mesi, ma che in alcuni casi può essere più prolungato (nel 15-20% dei casi supera l’anno). Tuttavia la malattia tende a ripresentarsi pressoché nella totalità dei casi, richiedendo pertanto un trattamento cosiddetto di “seconda linea”. Per questa fase della malattia non vi sono opzioni terapeutiche standard.
Nei pazienti che hanno avuto una risposta prolungata alla terapia di prima linea con pemetrexed/platino si consiglia un ritrattamento con pemetrexed. Gli altri pazienti possono essere sottoposti a chemioterapia, con un farmaco quale vinorelbina o gemcitabina.
Mesotelioma pleurico: chirurgia mini invasiva con chemioterapia
Una nuova speranza per i malati di mesotelioma della pleura è la tecnica del Prof. Marcello Migliore. Prevede che sia utilizzata la chemioterapia ad alta temperatura, direttamente nel corso dell’intervento chirurgico.
Circa il 30% dei pazienti operati dal Prof. Marcello Migliore, è ancora in vita dopo 5 anni dall’intervento chirurgico. Anche nei casi in cui purtroppo il paziente è venuto a mancare, le aspettative di vita sono state più elevate e a migliori condizioni.
Mesotelioma pleurico, tutele e risarcimento danni
I mesoteliomi pleurici possono essere causati da esposizione ambientale o lavorativa. In tutti e due i casi sono previste delle tutele. Le vittime di mesotelioma per esposizione ambientale possono avere accesso al Fondo Vittime Amianto una tantum.
I lavoratori vittima dell’asbesto devono avviare la procedura per il riconoscimento della malattia professionale, presso l’INAIL.
In caso di riconoscimento, il lavoratore potrà ottenere l’indennizzo INAIL. Per poter ottenerlo è sufficiente dimostrare la presenza dell’amianto nell’ambiente di lavoro e del mesotelioma. Infatti, il mesotelioma della pleura è inserito nella lista I dell’INAIL, per cui persiste la presunzione legale d’origine della malattia.
Ottenuto tale riconoscimento viene liquidata una maggiorazione del 15% con l’accesso al Fondo Vittime Amianto.
Con l’eventuale decesso della vittima, i superstiti hanno diritto alle prestazioni INAIL e alla liquidazione di quanto maturato dal loro congiunto. In più, possono chiedere i risarcimenti dei danni subiti personalmente iure proprio.
Mesotelioma pleurico: prepensionamento o pensione invalidità
Inoltre, sussiste il diritto ai benefici contributivi amianto, che possono essere richiesti ad INPS in base all’art. 13, comma 7, della Legge 257/92. Nel caso in cui i benefici contributivi amianto siano insufficienti per maturare il diritto a pensione, si può chiedere la pensione di invalidità amianto, ai sensi dell’art. 1, comma 250 della Legge 232/2016.
Il diritto al risarcimento dei danni differenziali e complementari
In tutti i casi sussiste il diritto al risarcimento del danno c.d. differenziale e complementare, che deve essere richiesto al datore di lavoro. In questo caso, è importante spedire la messa in mora per bloccare i termini di prescrizione, che è di 10 anni. Il risarcimento integrale dei danni prevede oltre al danno patrimoniale anche quello non patrimoniale (biologico, morale esistenziale e tanatologico).
In caso di diagnosi errata o tardiva o di trattamenti sanitari non in linea con le linee guida si configura invece la colpa medica che prevede il risarcimento danni da parte della struttura sanitaria o del medico curante. Leggi tutto sul diritto risarcitorio per colpa medica e su omicidio colposo.