In questa guida ci occupiamo di Linfoma di Hodgkin, un tumore del sangue connesso a esposizioni dannose, tra cui radiazioni ionizzanti e uranio impoverito. Parliamo dei sintomi e cura, con un focus particolare sui fattori di rischio, esposizioni dannose e categorie di lavoratori a rischio di sviluppare questo tumore.
Contents
- 1 Linfoma di Hodgkin: cos’è?
- 2 Fattori di rischio per il linfoma di Hodgkin
- 3 Origine e caratteristiche del Linfoma di Hodgkin
- 4 I sintomi del Linfoma di Hodgkin: quali sono?
- 5 Diagnosi del Linfoma di Hodgkin
- 6 Terapie e trattamenti per il Linfoma di Hodgkin
- 7 Linfoma di Hodgkin e esposizione a radiazioni e sostanze tossiche
- 8 Assistenza legale per le vittime del Linfoma di Hodgkin
Linfoma di Hodgkin: cos’è?
Il Linfoma di Hodgkin è una forma di tumore che colpisce il sistema linfatico, una parte essenziale del nostro sistema immunitario. Si tratta di una neoplasia piuttosto rara, poiché rappresenta circa il 10% di tutti i linfomi, distinguendosi dai linfomi non-Hodgkin, molto più diffusi.
Questo tumore è caratterizzato dalla proliferazione anomala dei linfociti B, un tipo di globuli bianchi fondamentali per la risposta immunitaria. La malattia si manifesta con maggiore frequenza nei giovani adulti, in particolare nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 35 anni, risultando più comune tra i maschi rispetto alle femmine.
Secondo le stime relative al 2020, in Italia sono stati registrati 2.150 nuovi casi di Linfoma di Hodgkin, di cui 1.220 tra gli uomini e 930 tra le donne. Il tasso di incidenza della malattia è di circa 4 casi ogni 100.000 abitanti e, sebbene possa colpire a qualsiasi età, si osservano due picchi di maggiore incidenza: il primo nei giovani adulti e il secondo in persone oltre i 60 anni.
Fattori di rischio per il linfoma di Hodgkin
Nonostante numerosi studi abbiano cercato di identificare le cause precise di questa patologia, l’origine del Linfoma di Hodgkin non è ancora completamente chiara. Tuttavia, sono stati individuati diversi fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare la malattia. Alcune ricerche hanno evidenziato una possibile correlazione tra l’esposizione a determinate sostanze chimiche e un aumento dell’incidenza del linfoma. Inoltre, ci sono evidenze che indicano un’associazione tra la malattia e l’esposizione a radiazioni ionizzanti, come quelle a cui possono essere stati esposti militari e lavoratori in settori ad alto rischio, tra cui quelli impiegati nelle missioni in aree contaminate da uranio impoverito.
Origine e caratteristiche del Linfoma di Hodgkin
Il Linfoma di Hodgkin prende il nome dal medico britannico Thomas Hodgkin, che per primo descrisse la malattia nel 1832. Rispetto ai linfomi non-Hodgkin, questa forma di tumore è caratterizzata dalla presenza delle cellule di Reed-Sternberg, cellule giganti tipiche della patologia. Il tumore può svilupparsi in qualsiasi parte del corpo in cui siano presenti linfonodi o altri organi del sistema linfatico, come la milza o il midollo osseo. La crescita anomala dei linfociti porta alla formazione di masse tumorali che possono comprimere organi e tessuti, causando sintomi caratteristici.
Uno degli aspetti più problematici di questa malattia è che nelle fasi iniziali può non manifestare sintomi evidenti. Spesso, il primo segnale è l’ingrossamento dei linfonodi, che può essere notato soprattutto nella regione del collo, delle ascelle o dell’inguine. Queste tumefazioni generalmente non sono dolorose, ma in alcuni casi possono diventare sensibili dopo il consumo di bevande alcoliche, un fenomeno ancora poco compreso dalla medicina.
I sintomi del Linfoma di Hodgkin: quali sono?
Quando il linfoma si diffonde, possono comparire sintomi più generali che includono febbre persistente, sudorazioni notturne abbondanti e una progressiva perdita di peso non intenzionale. Un altro segnale tipico è il prurito intenso, spesso resistente ai trattamenti comuni.
Con il progredire della malattia, possono manifestarsi ulteriori disturbi legati alla compressione esercitata dalle masse tumorali sugli organi vicini. Ad esempio, se il linfoma interessa i linfonodi situati nel torace, il paziente può avvertire difficoltà respiratorie, tosse persistente e dolore toracico. Nei casi in cui il tumore ostruisce i vasi linfatici o sanguigni, si possono verificare edemi localizzati o ittero. Nei pazienti con linfoma avanzato si può inoltre osservare un particolare tipo di febbre, nota come febbre di Pel-Ebstein, caratterizzata da periodi di temperatura elevata alternati a periodi in cui la febbre scompare completamente.
Diagnosi del Linfoma di Hodgkin
Per diagnosticare il Linfoma di Hodgkin, il primo passo fondamentale è la biopsia del linfonodo, che permette di individuare le caratteristiche cellule di Reed-Sternberg. Successivamente, è necessario eseguire una serie di esami per determinare l’estensione della malattia, una fase nota come stadiazione.
Gli strumenti diagnostici più utilizzati includono la tomografia computerizzata (TC) con mezzo di contrasto e la tomografia a emissione di positroni (PET-FDG), esami essenziali per localizzare le aree coinvolte e stabilire il grado di diffusione del tumore. Nei casi in cui il paziente presenti sintomi neurologici, può essere necessaria anche una risonanza magnetica (RM). La classificazione della malattia segue un sistema suddiviso in quattro stadi, con un’aggiunta di lettere (A o B) per indicare l’assenza o la presenza di sintomi sistemici come febbre e sudorazioni notturne.
Terapie e trattamenti per il Linfoma di Hodgkin
Le possibilità di guarigione per chi è affetto da Linfoma di Hodgkin sono molto elevate, con tassi di sopravvivenza che superano l’85%. La terapia di prima linea prevede l’uso della chemioterapia, spesso combinata con radioterapia per eliminare eventuali residui della malattia.
Uno degli schemi terapeutici più efficaci è il protocollo ABVD, sviluppato dal ricercatore italiano Gianni Bonadonna. Questo trattamento combina quattro farmaci – adriamicina, bleomicina, vinblastina e dacarbazina – e si è dimostrato altamente efficace nel contrastare la progressione della malattia. Nei casi più avanzati o nelle recidive, si ricorre a terapie più aggressive, tra cui il trapianto di cellule staminali ematopoietiche, che può essere autologo o, più raramente, allogenico.
Negli ultimi anni, la ricerca ha introdotto nuovi farmaci mirati, come il brentuximab-vedotin, un anticorpo monoclonale che attacca selettivamente le cellule tumorali, e gli inibitori dei checkpoint immunitari, come nivolumab e pembrolizumab, che potenziano la risposta immunitaria contro il tumore.
Linfoma di Hodgkin e esposizione a radiazioni e sostanze tossiche
Negli ultimi decenni, diversi studi hanno evidenziato una correlazione tra l’esposizione a radiazioni ionizzanti e sostanze tossiche e un aumento del rischio di sviluppare il Linfoma di Hodgkin. Tra i soggetti più a rischio figurano i militari italiani impiegati in missioni all’estero, esposti a uranio impoverito, nanoparticelle di metalli pesanti e contaminanti chimici. Numerosi casi di linfoma sono stati riscontrati tra coloro che hanno prestato servizio nei Balcani, in Iraq e in Afghanistan.
Nel 2004, la morte del caporalmaggiore Valery Melis, deceduto a causa del Linfoma di Hodgkin dopo una missione nei Balcani, ha sollevato dubbi sulla sicurezza dei militari esposti a queste sostanze. Nel tempo, numerose inchieste parlamentari hanno analizzato i possibili legami tra esposizione ambientale e aumento dei casi di tumori tra i veterani.
Assistenza legale per le vittime del Linfoma di Hodgkin
Le persone che hanno sviluppato il Linfoma di Hodgkin a causa di esposizione professionale hanno diritto al riconoscimento della malattia professionale, con accesso a indennizzi economici e assistenza sanitaria. Per i militari, esiste inoltre il riconoscimento dello status di vittima del dovere, che garantisce benefici previdenziali aggiuntivi.
L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) offre supporto medico e legale gratuito alle persone affette da Linfoma di Hodgkin correlato all’esposizione a fattori di rischio professionali. Per ottenere assistenza è possibile contattare il numero verde 800.034.294 o compilare il modulo online per richiedere una consulenza gratuita.