Cosa sono i controlli dell’ATS e come funzionano? Un infortunio sul lavoro rappresenta un evento traumatico che può avere conseguenze significative sulla vita del lavoratore, sia a livello fisico che psicologico, e implicazioni legali e organizzative per il datore di lavoro. Comprendere la normativa e le procedure in caso di infortunio è fondamentale per garantire la tutela dei diritti del lavoratore e la corretta gestione da parte dell’azienda.

Infortunio sul lavoro: definizione e ambito

L’infortunio sul lavoro è definito come qualsiasi evento traumatico che si verifica in occasione dell’attività lavorativa e che comporta una lesione fisica o psichica, con conseguente inabilità temporanea o permanente al lavoro, o addirittura il decesso del lavoratore.

È importante sottolineare che la definizione di infortunio sul lavoro non si limita agli incidenti che avvengono strettamente all’interno dei locali aziendali o durante l’esecuzione diretta di una mansione. Rientrano in questa categoria anche:

  • infortuni in itinere: quelli che si verificano durante il normale percorso di andata e ritorno tra la propria abitazione e il luogo di lavoro. Sono inclusi anche gli infortuni che avvengono durante i percorsi tra due luoghi di lavoro, se il lavoratore ha più datori di lavoro, o nel tragitto per recarsi a mensa o luogo di riposo, purché il percorso non sia interrotto o deviato per ragioni personali.
  • Infortuni avvenuti durante attività connesse: includono eventi che si verificano durante pause lavorative, spostamenti per motivi di servizio, partecipazione a corsi di formazione obbligatori o altre attività comunque connesse all’impiego.

Vengono invece esclusi dalla definizione gli eventi dovuti a cause completamente estranee all’attività lavorativa e non riconducibili a essa.

Leggi tutto sulla Malattia professionale

IL RUOLO DELL’INAIL E DELL’ATS: COME FUNZIONA?

La normativa italiana in materia di infortuni sul lavoro prevede un sistema di tutela e controllo articolato.

L’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) è l’ente preposto all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Il datore di lavoro ha l’obbligo di denunciare all’INAIL qualsiasi infortunio che comporti un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni. L’INAIL ha il compito di erogare le prestazioni assicurative a favore del lavoratore infortunato, che possono includere indennità per inabilità temporanea, rendite per inabilità permanente, e prestazioni in caso di decesso.

L’ATS (Agenzia di Tutela della Salute) e in generale gli organi di vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (come gli Spresal – Servizi di Prevenzione, Sicurezza Ambienti di Lavoro – presso le ASL), invece intervengono con controlli mirati. Ogni qualvolta un infortunio grave o potenzialmente grave venga denunciato. Il loro ruolo è fondamentale per accertare le cause dell’evento e le eventuali responsabilità, verificando il rispetto della normativa sulla sicurezza.

Controlli dell’ATS e ruolo nel post-infortunio

Quando un infortunio sul lavoro viene denunciato, in particolare quelli con prognosi riservata o che superano una certa gravità, l’ATS o gli organi di vigilanza competenti avviano una procedura di accertamento.

Gli ispettori dell’ATS sono funzionari pubblici con specifiche competenze in materia di sicurezza sul lavoro. Il loro compito principale è ricostruire la dinamica dell’accaduto e valutare se l’infortunio sia dipeso da inosservanze della normativa antinfortunistica da parte dei soggetti responsabili. Questi soggetti possono essere il datore di lavoro, i dirigenti, i preposti (coloro che sovrintendono all’attività lavorativa e garantiscono l’attuazione delle direttive), o, in alcuni casi, lo stesso lavoratore qualora la sua condotta negligente abbia avuto un ruolo determinante.

Quali sono le attività di controllo dell’ats?

Le attività di controllo dell’ATS comprendono diverse fasi:

  • Sopralluoghi e Ispezioni: spesso condotti a sorpresa, mirano a verificare le condizioni dei luoghi di lavoro, la presenza e l’efficienza dei dispositivi di sicurezza, la corretta segnaletica e l’organizzazione generale degli spazi e delle mansioni.
  • Interrogatori e Colloqui: vengono sentiti il lavoratore infortunato, eventuali testimoni oculari, e i responsabili aziendali (datore di lavoro, dirigenti, preposti, responsabili del servizio di prevenzione e protezione).
  • Acquisizione Documentale: l’ATS richiede l’esibizione di tutti i documenti rilevanti per la valutazione dei rischi e la gestione della sicurezza. Tra questi rientrano:
    • DVR (Documento di Valutazione dei Rischi): obbligatorio per tutte le aziende, è il documento che analizza tutti i rischi presenti e le misure di prevenzione e protezione adottate.
    • Piani di sicurezza: specifici per determinate attività o cantieri.
    • Attestati di formazione: documentazione comprovante la formazione e l’addestramento dei lavoratori in materia di sicurezza.
    • Verbali di riunioni periodiche: in cui vengono discussi e pianificati gli interventi per la sicurezza.
    • Documentazione relativa alla sorveglianza sanitaria: cartelle sanitarie dei lavoratori, idoneità alla mansione.
  • Relazioni Tecniche: sulla base degli elementi raccolti, gli ispettori redigono una relazione tecnica dettagliata che ricostruisce la dinamica dell’infortunio, individua le cause e valuta le eventuali violazioni normative.

Se dalle indagini emergono violazioni o inadempienze che hanno contribuito all’infortunio, l’ATS ha l’obbligo di inviare un rapporto all’autorità giudiziaria (Procura della Repubblica) e al personale ispettivo del lavoro. Ciò può portare all’applicazione di sanzioni amministrative, ma soprattutto all’apertura di procedimenti penali a carico dei soggetti responsabili.

Quali sono el possibili conseguenze giuridiche per il datore di lavoro?

Nel caso in cui l’ATS o gli organi di vigilanza accertino che l’infortunio è avvenuto a causa di negligenza, imprudenza, imperizia o inosservanza delle norme antinfortunistiche (es. mancata adozione di misure di sicurezza, formazione inadeguata, carenza di dispositivi di protezione), il datore di lavoro (o altri soggetti con posizioni di garanzia e responsabilità, come dirigenti e preposti) può essere chiamato a risponderne sia in sede penale che civile.

  • Responsabilità Penale: il datore di lavoro può essere accusato di:
    • Lesioni colpose aggravate: se l’infortunio ha causato lesioni personali al lavoratore. L’aggravante deriva dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
    • Omicidio colposo: nei casi più gravi, se l’infortunio ha determinato il decesso del lavoratore. Le pene variano in base alla gravità delle lesioni o della morte e alla presenza di circostanze aggravanti.
  • Responsabilità Civile: parallelamente al procedimento penale, il lavoratore infortunato ha diritto a richiedere un risarcimento del danno integrale, che va oltre le prestazioni erogate dall’INAIL. Per ottenere questo risarcimento, è necessario dimostrare la responsabilità civile del datore di lavoro, ovvero che l’infortunio si sarebbe potuto evitare se fossero state adottate tutte le misure di sicurezza previste dalla legge e dalla migliore scienza ed esperienza. La responsabilità civile si fonda sull’articolo 2087 del Codice Civile, che impone al datore di lavoro l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.1

Cosa fare in caso di infortunio sul lavoro?

Chi subisce un infortunio sul lavoro ha a disposizione diversi strumenti di tutela legale. È fondamentale agire con prontezza e raccogliere tutti gli elementi utili.

  1. Richiedere Immediata Assistenza Medica: è il primo passo cruciale. È indispensabile che venga rilasciato un certificato medico dettagliato che attesti le lesioni subite, la diagnosi, la prognosi e il nesso causale con l’attività lavorativa. Questo certificato deve essere consegnato al datore di lavoro e all’INAIL.
  2. Segnalazione Formale al Datore di Lavoro: il lavoratore deve informare il proprio datore di lavoro dell’accaduto nel più breve tempo possibile. Il datore di lavoro è poi obbligato per legge a effettuare la denuncia all’INAIL entro 2 giorni dalla ricezione del certificato medico (o entro 24 ore in caso di infortunio mortale o con pericolo di morte).
  3. Conservare Ogni Prova Utile: documentare la scena dell’infortunio e gli eventi è essenziale. Questo include:
    • Fotografie o video: del luogo dell’infortunio, delle attrezzature, dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e di eventuali anomalie.
    • Testimonianze: raccogliere i contatti di eventuali testimoni e farsi rilasciare una loro dichiarazione.
    • Comunicazioni: messaggi, email o altri documenti che possano attestare le condizioni di lavoro o le richieste di intervento sulla sicurezza.
    • Documenti aziendali: se accessibili, come il DVR, le procedure di sicurezza, gli attestati di formazione.

Rispetto delle misure di prevenzione e di sicurezza

  1. Verificare il Rispetto delle Misure di Prevenzione: il lavoratore può e deve verificare se l’azienda ha rispettato tutte le norme di prevenzione, quali:
    • Adeguata formazione e addestramento.
    • Fornitura e corretto utilizzo dei DPI.
    • Presenza e aggiornamento del DVR.
    • Corretta organizzazione del lavoro e dei turni.
    • Manutenzione delle attrezzature.
  2. Rivolgersi a un Avvocato o a un Patronato: per una valutazione approfondita del caso e per capire se esistono i presupposti per chiedere un risarcimento del danno non coperto dall’INAIL. Questi professionisti possono guidare il lavoratore attraverso le complessità legali e burocratiche.
  3. Partecipare Attivamente alle Indagini dell’ATS: fornire agli ispettori dell’ATS tutte le informazioni in proprio possesso, senza omettere elementi rilevanti. La collaborazione è fondamentale per la corretta ricostruzione dei fatti.
  4. Depositare Querela o Denuncia: in alcuni casi, soprattutto in presenza di gravi lesioni o infortuni mortali, può essere utile depositare una querela o una denuncia presso la Procura della Repubblica. Questo avvia un procedimento penale che accerta le responsabilità penali e può facilitare l’ottenimento del risarcimento.

Il Diritto al Risarcimento del Danno Integrale

Oltre alle indennità e rendite erogate dall’INAIL (che coprono una parte del danno subito, in particolare il danno biologico e patrimoniale strettamente legato alla perdita della capacità lavorativa), il lavoratore infortunato ha il diritto di chiedere un risarcimento integrale del danno in sede civile. Questo è possibile se viene dimostrata la colpa del datore di lavoro nella causazione dell’infortunio.

Il risarcimento integrale può comprendere diverse tipologie di danno:

  • danno biologico: la lesione all’integrità psicofisica della persona, valutata indipendentemente dalla capacità di produrre reddito. Include le menomazioni permanenti o temporanee che incidono sulla qualità della vita del soggetto.
  • Danno morale: la sofferenza soggettiva, il turbamento d’animo e il dolore interiore subiti a causa dell’infortunio. Non è direttamente patrimoniale ma rappresenta una componente importante del danno esistenziale.
  • Patrimoniale: le perdite economiche dirette o indirette subite dal lavoratore. Può includere la perdita di guadagno presente e futuro, le spese mediche non coperte dal servizio sanitario nazionale o dall’INAIL, le spese per la riabilitazione, l’adattamento dell’abitazione, e altre spese necessarie a fronteggiare le conseguenze dell’infortunio.

La richiesta di risarcimento in sede civile può essere avanzata anche in un momento successivo alla conclusione delle indagini dell’ATS e anche se l’INAIL ha già riconosciuto il caso e erogato le proprie prestazioni. Questo perché l’INAIL copre solo una parte del danno, mentre il risarcimento civile mira alla riparazione completa di tutte le conseguenze negative subite dal lavoratore.