I Paesi dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) responsabili di circa il 36% delle emissioni mondiali di CO2, sono oggi chiamati a trovare un equilibrio tra sostenibilità, crescita economica e tutela dell’ambiente.
I paesi dell’OCSE sono di fatto economie avanzate e includono Stati come Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Stati Uniti. Oltre ad altri 25 paesi membri. L’OCSE vuole promuovere la cooperazione per migliorare la politica economica e sociale.
Un recente studio condotto da Abdulateif A. Almulhim, Md Qamruzzaman e Abdullah A. Aljughaiman, pubblicato su Frontiers in Environmental Science (2025), analizza proprio questo equilibrio, esplorando come l’apertura del commercio verde, la rendita delle risorse naturali, la qualità istituzionale e gli investimenti in ricerca e sviluppo influenzino la sostenibilità ambientale nei paesi OCSE.
L’obiettivo della ricerca è verificare le ipotesi della Curva di Kuznets Ambientale (EKC) e della Curva della Capacità di Carico (LCC), due modelli che spiegano la relazione tra crescita economica e impatto ambientale.
Le dinamiche in gioco: tra crescita, risorse e governance
Secondo l’ipotesi EKC, l’inquinamento cresce nelle fasi iniziali dello sviluppo economico, ma diminuisce quando la ricchezza e la consapevolezza ambientale aumentano.
Lo studio conferma questa relazione per i paesi OCSE: oltre una certa soglia di reddito, le emissioni di CO2 iniziano a diminuire grazie a innovazione, regolamentazioni e scelte energetiche più pulite.
Ma non è sufficiente la crescita economica. Gli autori sottolineano che la qualità delle istituzioni è un elemento decisivo: governi trasparenti e stabili sono più capaci di gestire le risorse, promuovere politiche ambientali efficaci e attrarre investimenti in tecnologie verdi.
Al contrario, le rendite derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali, se non gestite correttamente, tendono a peggiorare la sostenibilità, alimentando modelli produttivi inquinanti e dipendenza dai combustibili fossili.
Il ruolo della ricerca e dell’innovazione verde
Tra i risultati più rilevanti emerge il potere trasformativo della ricerca e sviluppo.
Gli investimenti in innovazione ecologica non solo riducono le emissioni di gas serra, ma stimolano una crescita economica più resiliente e sostenibile.
Tecnologie pulite, economia circolare e fonti rinnovabili — come solare, eolico e biomassa — rappresentano i pilastri del nuovo paradigma economico.
Le economie che investono in questi settori mostrano un miglioramento tangibile nella capacità di carico ambientale (LCC), cioè nella possibilità di mantenere attività umane senza superare i limiti ecologici del pianeta.
Commercio verde: apertura sì, ma con regole
Un altro aspetto chiave è l’apertura del commercio verde.
La liberalizzazione degli scambi, se orientata a prodotti e tecnologie sostenibili, favorisce il trasferimento di innovazioni ecocompatibili e l’adozione di standard ambientali più elevati.
Tuttavia, avvertono gli autori, senza adeguati quadri normativi e controlli internazionali, la globalizzazione può anche intensificare l’impatto ambientale, specialmente nei paesi esportatori di risorse.
Da qui l’importanza di una governance solida e multilivello, capace di bilanciare gli interessi economici con la tutela del clima.
Implicazioni politiche e prospettive future
Lo studio offre spunti concreti per i decisori politici.
- Reinvestire le rendite delle risorse naturali in ricerca e innovazione verde.
- Rafforzare le istituzioni e la trasparenza per una gestione sostenibile delle politiche ambientali.
- Promuovere il commercio ecocompatibile e l’adozione di tecnologie pulite nei processi produttivi.
- Educare e incentivare imprese e cittadini alla transizione verso modelli di consumo responsabili.
Sostenibilità come strategia di competitività
Il lavoro di Almulhim, Qamruzzaman e Aljughaiman dimostra che la sostenibilità è una leva di competitività e stabilità economica.
I paesi OCSE, con le loro capacità tecnologiche e istituzionali, possono guidare la transizione verso un’economia verde globale.
In sintesi: più commercio verde, più ricerca, più qualità istituzionale = meno emissioni e più futuro per tutti.
fonti
Successive precisazioni:
Studio: The influence of green trade openness, natural resources rent, institutional quality, and R&D investment on environmental sustainability in the OECD: testing the EKC and LCC hypotheses
