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Artico (Foto free di Levi Dubbelman da Pixabay)

Artico: nuovi studi rivelano contaminanti in neve e ghiaccio

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  • Ultima modifica dell'articolo:Dicembre 10, 2025

Un nuovo studio recente condotto dall’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isp), in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia. Ha analizzato neve e ghiaccio su tre ghiacciai dell’Isola di Spitsbergen, nelle Isole Svalbard, Norvegia. I risultati, pubblicati su Environmental Research e Journal of Hazardous Materials, mettono in luce la presenza di inquinanti emergenti in concentrazioni superiori rispetto ai contaminanti storici, con possibili implicazioni legate alla fusione glaciale.

Le rilevazioni sono state effettuate durante le campagne di campo 2022 e 2023 presso la Stazione artica “Dirigibile Italia” a Ny-Alesund. Con campionamenti di neve e carotaggi superficiali su Austre Broggerbreen, Midtre Lovenbreen e Kongsvegen.

Contaminanti emergenti e persistenti sotto il ghiaccio artico

Secondo la ricercatrice Luisa Patrolecco, coordinatrice del gruppo, sono stati rilevati farmaci, prodotti per la cura della persona e composti fenolici, sostanze chimiche derivanti da cosmetici e plastiche che possono interferire con il sistema endocrino degli organismi. Questi contaminanti emergenti risultano fino a un ordine di grandezza più concentrati rispetto a PCB e pesticidi, sostanze già bandite da decenni.

“La co-presenza di inquinanti storici ed emergenti mostra come l’impatto umano arrivi anche negli ambienti più remoti. Queste nuove sostanze stanno già entrando nei cicli naturali, con effetti ancora poco conosciuti”, spiega Tanita Pescatore, ricercatrice del Cnr-Isp e autrice dello studio.

Lo studio evidenzia il ruolo cruciale del trasporto atmosferico a lungo raggio, che porta contaminanti da latitudini medie fino alla criosfera polare. La neve cattura le sostanze dall’atmosfera. Mentre il ghiaccio le conserva come una sorta di memoria ambientale. Con il riscaldamento globale e lo scioglimento accelerato dei ghiacci, queste sostanze rischiano di essere rilasciate nuovamente, contaminando gli ecosistemi artici.

Implicazioni e necessità di intervento globale

Le studiose sottolineano che queste ricerche nell’Artico forniscono dati essenziali per comprendere lo stato di contaminazione artico e supportare strategie internazionali volte a ridurre le emissioni di nuove sostanze chimiche. Molti degli inquinanti emergenti individuati non sono ancora regolamentati da normative internazionali. Ciò rende urgente un coordinamento globale per proteggere la criosfera e, indirettamente, l’equilibrio climatico terrestre.

L’analisi dei ghiacciai delle Svalbard conferma che anche le aree più isolate non sono immuni dall’inquinamento umano e che la criosfera agisce come sentinella dei cambiamenti ambientali e dei nuovi rischi chimici, evidenziando la necessità di politiche preventive e monitoraggio costante.

Fonte: CNR-Isp, Environmental Research, Journal of Hazardous Materials (2025)