Il convegno organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto, “Amianto e Uranio, in guerra e in pace: ricchezza e povertà dall’energia alla salute”, patrocinato dalla Regione Lazio e moderato dal giornalista Franco Di Mare, ha posto l’attenzione sui danni alla salute che possono provocare questi due cancerogeni sia ai cittadini sia ai militari.
Amianto e i ritardi nelle bonifiche dei siti contaminati
A testimoniare le tragiche conseguenze subite dalle Forze Armate è stata Nadia Zandrelli, vedova di Domenico Sabbioni, vittima dell’amianto, insieme agli orfani Matteo e Mara. «Sono vedova da 11 anni e oggi sono qui per dare voce a mio marito, dopo anni di buio e profonda depressione – racconta la vedova -. Dopo anni di sacrifici lavorativi, nel maggio 2011 Domenico raggiunse la tanto desiderata pensione ma appena 2 mesi dopo è iniziato il suo e il nostro calvario con la sentenza di morte: mesotelioma pleurico. Se n’è andato via a soli 58 anni. Sono stati necessari numerosi e lunghi processi, seguiti e supportati con tenacia e determinazione dall’ONA e dall’Avv. Bonanni, per vederlo riconosciuto vittima del dovere».
Il dibattito tra i numerosi professionisti ha poi evidenziato i gravi impatti causati dall’uso dell’amianto e dalle tardive bonifiche. Ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contengono amianto. 7 mila sono decessi nel solo 2022. «L’ONA chiede che la problematica sia affrontata e risolta con la bonifica dell’amianto e la tutela delle vittime e dei loro familiari, evitando lungaggini burocratiche e giudiziarie», ribadisce infatti l’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA.
Nel Lazio, in particolare, sono stati censiti 1.448 casi di mesotelioma fino al 2018, senza contare tutte le altre malattie asbesto correlate. La media degli ultimi anni nella regione è di circa 100 casi di mesotelioma, con una incidenza di circa 350 decessi, se si tiene conto del tumore del polmone, della laringe, e dell’asbestosi. «Che la Regione Lazio accompagni i lavori dell’ONA e faccia propri gli obiettivo così da poter delineare le politiche per l’amministrazione per far sì che si possa contenere l’emergenza amianto – ha dichiarato il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca -. Dobbiamo continuare questo sostegno, questa battaglia, è una questione di civiltà».
Uranio impoverito e l’importanza della prevenzione
Non meno allarmante è la situazione legata ai proiettili di uranio impoverito, utilizzati in teatri di guerra dove in passato sono stati impiegati i nostri uomini in divisa, come in Bosnia ed Erzegovina, nel Kosovo e nei Balcani. A darne una testimonianza è stato il Colonello Carlo Calcagni, in collegamento da remoto. Un eroe civile, con l’uniforme impressa nella pelle e i valori della costituzione scolpiti nel cuore.
«L’uranio impoverito ha invaso ogni mia cellula dando origine a una serie di patologie. Sono 28 i metalli pesanti riscontrati nei miei organi– racconta il Colonello-. La mia storia è comune a tanti, troppi uomini dello Stato che hanno fatto il proprio dovere. Ciò che mi spinge a sopportare ogni ingiustizia è il ricordo di quei uomini che come me hanno fatto solo il loro dovere e che hanno subito delle conseguenze indelebili, e addirittura alcuni sono morti nell’adempimento del dovere».
Importante è dunque la prevenzione e la ricerca, come hanno ribadito gli altri illustri relatori, tra cui il professore e chirurgo toracico di fama internazionale, Marcello Migliore, e l’oncologo e componente del comitato tecnico scientifico dell’ONA, Pasquale Montilla.
«Siamo per la prima volta riusciti a identificare nei tessuti dei militari una classe di cancerogeni da esposizione, identificando le sostanze che potrebbero causare patologie di origine professionale – sottolinea il dottor Montilla -. Con l’ONA proponiamo un modello di screening previsionale con target in genomica, che punti sullo studio di biomarcatori».
Il luminare in oncologia è al fianco delle vittime di agenti cancerogeni e dell’uranio impoverito. «Ritengo fondamentale l’opera e la funzione del dottor Pasquale Montilla che, in qualità di oncologo esperto in malattie asbesto correlate, assicura sostegno ai pazienti in sussidiarietà con il Sistema Sanitario Nazionale – continua l’avvocato Bonanni -. Al tempo stesso voglio ringraziare il Colonello Carlo Calcagni per la sua infaticabile attività di coordinatore del Dipartimento vittime del dovere dell’Osservatorio Nazionale Amianto, in particolare per le vittime di uranio impoverito. Le loro attività sono molto importanti a sostegno dei pazienti e delle loro famiglie per la tutela dei loro diritti. In ogni caso è fondamentale evitare ogni forma di esposizione al rischio».
Amianto e Uranio, in guerra e in pace: i relatori
Della stessa opinione anche gli altri partecipanti al dibattito: l’avvocato Paolo Nesta, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma (COA); Fabrizio Ghera, Assessore alla mobilità, trasporti, tutela del territorio, ciclo dei rifiuti, demanio e patrimonio della Regione Lazio; Simona Baldassarre, Assessore alla cultura, pari opportunità, politiche giovanili e della famiglia della Regione; Giorgio Trabucco, componente dell’Assemblea Capitolina.
Sono intervenuti anche il Consigliere presso la Suprema Corte di Cassazione, Nicola De Marinis, il Generale in congedo dell’Arma dei Carabinieri e componente del comitato tecnico scientifico dell’ONA, Giampiero Cardillo, il professore di Diritto del lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma, Fabrizio Proietti, la Vice Presidente COA di Roma, l’avvocato Irma Conti, il Segretario Generale Unisrita, l’avvocato Guerrino Petillo, e l’avvocato Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno, componente della Commissione di Diritto penale e di Mediazione penale. Infine erano presenti la CEO & Founder di Sostenibilità d’Impresa, Anna Pasotti, e il direttore generale ASSO.IMPRE.DI.A. Confindustria e vicepresidente Fondazione E-novation, Alberto Patruno.