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Spiaggia (Foto free di wal_172619_II da Pixabay)

Amianto e ambiente costiero, citazione di uno studio dell’Università di Messina sui rifiuti spiaggiati colonizzati da organismi terrestri e marini

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  • Ultima modifica dell'articolo:Luglio 25, 2025
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Un recente studio ha portato alla luce aspetti inediti riguardo alla dispersione dei frammenti di cemento-amianto lungo le coste italiane. Il focus è specifico sull’ambiente marino e costiero poco profondo. Una ricerca pubblicata da Salvatore Giacobbe e Roberta Somma dell’Università di Messina su Frontiers in Earth Science (2025). Rivela come questi materiali, noti per la loro pericolosità, non solo persistano nell’ambiente, ma vengano anche colonizzati da organismi terrestri e acquatici. Con conseguenze ancora poco indagate sulla salute degli ecosistemi.

I rischi ecologici dell’amianto

L’amianto è in grado di rilasciare microparticelle fibrose nell’ambiente, specialmente in condizioni di usura o rottura. Questo aspetto pone interrogativi sul potenziale impatto sia per la biodiversità locale, sia per la salute do chi frequenta queste aree.

Inoltre, l’integrazione con il paesaggio costiero rende difficile individuare i frammenti, che spesso risultano mimetizzati tra le rocce, la sabbia e la vegetazione pioniera. Questo fenomeno, descritto come “naturalizzazione del rifiuto”, contribuirebbe a ritardare le bonifiche.

Una proposta metodologica per affrontare il problema

Uno degli aspetti più significativi della ricerca è l’approccio multidisciplinare adottato. Unendo competenze di geologia, biologia marina ed ecotossicologia, gli autori propongono un modello concettuale utile a mappare e monitorare la distribuzione dei rifiuti di cemento-amianto in ambiente costiero. Tale modello potrebbe diventare uno strumento essenziale per le amministrazioni pubbliche che intendono pianificare interventi di bonifica efficaci e sostenibili.

Il messaggio chiave è chiaro: servono politiche ambientali basate su dati scientifici aggiornati, capaci di cogliere la complessità della minaccia rappresentata dall’amianto in mare. Non si tratta solo di eliminare un materiale, ma di comprenderne il comportamento ambientale per prevenire nuovi rischi e proteggere i sistemi costieri.

Riferimento accademico

Giacobbe Salvatore e Somma Roberta (2025), Spatio-temporal dynamics of beached asbestos cement wastes colonized by
terrestrial and shallow marine organisms: new insights and environmental implications.

Front. Earth Sci. 13:1570025.
doi: 10.3389/feart.2025.1570025

Giacobbe Salvatore, Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche e Ambientali, Università di Messina, Messina, Italia
Somma Roberta, Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra, Università di Messina, Messina, Italia

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Edited by Gelsomino Rita Petriglieri, Università di Torino, Italia
Revisioni Alessandro Cavallo, Università di Milano-Bicocca, Italia, Daniela Basso, Università di Milano-Bicocca, Italia

il commento dell’avv. ezio bonanni dell’osservatorio nazionale amianto

“Qualsiasi ricerca e pubblicazione che guardi verso la direzione della lotta all’amianto merita di essere conosciuta. E lo studio di Giacobbe e Somma accende i riflettori su una questione ancora poco indagata. L’amianto è un nemico acerrimo dell’ambiente e della salute umana. Per questo motivo ho dedicato la mia esistenza alla lotta contro questa pericolosa sostanza e agli altri cancerogeni.” Ha affermato Bonanni, il quale ha all’attivo, a sua volta, diverse pubblicazioni libere con storia decennale sull’amianto.

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