Al momento stai visualizzando Spedizione scientifica rivela ecosistema a 9 km sotto il livello del mare
Abissi (Foto free di Pawel Czerwinski su Unsplash)

Spedizione scientifica rivela ecosistema a 9 km sotto il livello del mare

  • Autore dell'articolo:
  • Ultima modifica dell'articolo:Agosto 8, 2025
  • Commenti dell'articolo:0 Commenti

Una recente spedizione scientifica, guidata dalla Chinese Academy of Sciences, ha esplorato le profondità degli abissi oceanici tra Giappone e Alaska, utilizzando il sommergibile umano Fendouzhe. In questa occasione è stato scoperto un ecosistema sorprendente, che vive a oltre 9 km sotto la superficie, nel buio più totale.

Secondo The Washington Post si tratterebbe dell'”ecosistema più profondo conosciuto al mondo, sostenuto da sostanze chimiche che fuoriescono dal fondale marino, immerso nell’acqua e nell’oscurità. La scoperta amplia i limiti di dove sappiamo che la vita può vivere sulla Terra.”

“È un ecosistema unico, qualcosa di totalmente nuovo, mai visto prima”, ha affermato Dominic Papineau, esobiologo coautore dello studio sulla scoperta nelle profondità marine, pubblicato sulla rivista Nature.

Comunità che vivono grazie alla chimica

Là dove la luce non arriva, la vita primeggia grazie alla chemosintesi, un processo che trasforma i gas minerali presenti nel fondale in energia. I ricercatori hanno osservato coloni di vermi tubolari dai colori vividi, molluschi con organismi simbionti, piccoli crostacei e altri invertebrati adattati a condizioni estreme. Questa scoperta estende i limiti conosciuti della vita marina, dimostrando che anche le zone più ostili possono ospitare l’esistenza.

la spedizione e gli esseri viventi

La scoperta è avvenuta durante una spedizione con sommergibile nella fossa delle Curili-Kamchatka e nella fossa delle Aleutine occidentali. Si tratta di comunità dominate da siboglinidi Polychaeta e Bivalvia che si estendono per una distanza di 2.500 km a profondità comprese tra 5.800 m e 9.533 m. Secondo l’analisi isotopica sono sostenute da fluidi ricchi di idrogeno solforato e metano che vengono trasportati lungo faglie che attraversano strati di sedimenti profondi nelle fosse, dove il metano viene prodotto microbicamente dalla materia organica depositata. Date le somiglianze geologiche con altre fosse adonali, queste comunità basate sulla chemiosintesi potrebbero essere più diffuse di quanto precedentemente previsto.

Implicazioni scientifiche e ambientali

Il valore di questa scoperta è duplice. Da un lato, ridefinisce il concetto stesso di “abitabilità”, proponendo modelli alternativi di vita che non dipendono dal sole. Dall’altro, solleva domande cruciali sull’impatto di possibili attività umane, come lo sfruttamento minerario dei fondali, su ecosistemi ancora poco conosciuti.

fonti e citazioni

Peng, X., Du, M., Gebruk, A. et al. Vita chemiosintetica fiorente alle massime profondità delle fosse adonali. Nature (2025). https://doi.org/10.1038/s41586-025-09317-z

Leggi lo studio originale in inglese qui.

Lascia un commento