Diversi tetti di edifici sono costituiti da cemento-amianto e ciò rappresenta un ulteriore pericolo per la salute delle persone che si trovano nelle zone colpite da conflitti. Chi affronta la guerra deve quindi fare i conti non solo con il pericolo immediato delle bombe, ma anche con le conseguenze derivanti l’esposizione all’amianto. Quest’ultimo, diviene infatti estremamente letale soprattutto se danneggiato, in quanto in grado di rilasciare fibre pericolose che possono generare gravi malattie polmonari come il mesotelioma e vari tipi di cancro.
“Il rischio amianto nelle zone di guerraè un pericolo sul quale spesso abbiamo acceso i riflettori. Le fibre causano patologie asbesto correlate anche a distanza di 30 anni. Ciò determina un’eco di morte che la guerra non solo provoca nell’immediato, ma che riverbera nel tempo.” Ha affermato l’Avv. Ezio Bonanni presidente di Ona – osservatorio nazionale amianto,
In una ricerca pubblicata su Nature, gli studiosi hanno utilizzato immagini satellitari iperspettrali chiamate EnMAP, insieme a misurazioni spettrometriche fatte direttamente sul campo, per riconoscere e mappare i tetti in amianto anche se parzialmente distrutti.
cosa sono le immagini iperspettrali
Le immagini iperspettrali satellitari sono immagini acquisite tramite satelliti, che catturano informazioni della luce in molte bande spettrali strette e contigue, ben oltre ciò che l’occhio umano può percepire. Quando un satellite osserva la Terra, può catturare la luce riflessa da varie superfici.
Un’immagine iperspettrale registra per ogni pixel lo spettro della luce riflessa in molte bande. Ciò permette quindi di ottenere una “firma” diversa per ogni materiale. Ogni oggetto, infatti, riflette la luce secondo diverse lunghezze d’onda.
Come si individuano i tetti in cemento-amianto con immagini satellitari e droni
Nel caso della ricerca avente lo scopo l’individuazione dei tetti in amianto, le immagini satellitari e le foto aeree scattate in diverse aree urbane e rurali sono state elaborate attraverso software specializzati che hanno evidenziato in verde quelli sospettati di contenere il pericoloso materiale.
metodo con ottime prospettive di utilizzo non solo in ambito militare
Grazie a questo approccio, i ricercatori sono riusciti a individuare correttamente circa l’86% dei tetti contaminati, anche nelle aree danneggiate dai razzi.
Per verificare l’accuratezza di questo metodo, gli studiosi hanno confrontato i risultati con oltre 800 controlli sul campo effettuati presso diversi villaggi e città in Israele.
Come previsto, il sistema ha funzionato meglio nelle zone rurali, dove i tetti sono più uniformi, mentre in quelle urbane con molte macerie o materiali misti qualche errore si è presentato più frequentemente. Tuttavia, anche se il metodo è stato pensato per pianificare interventi di emergenza e future operazioni di bonifica proprio nei posti colpiti, senza esporre nella prima fase di individuazione persone a rischi inutili, i risultati potrebbero portare a nuovi approcci di identificazione dell’amianto ne territori di pace.