Immagina di non riuscire a vedere i volti delle persone che ti circondano con caratteristiche umane, ma aventi occhi enormi, bocche deformate, come se indossassero maschere grottesche. Parliamo della Prosopometamorfopsia, un disturbo della percezione descritto dal neurologo britannico Macdonald Critchley, uno dei pochi ad aver studiato le aberrazioni visive. Fu lui a coniare negli anni Cinquanta il termine composto dalle parole greche prosopon (viso), metamorphoun (distorcere ) e opsis (vista).
La ricerca
In uno studio pubblicato su The Lancet di Mello, Stehr, Bujarski, Duchaine del Dartmouth College, si presentava il caso di un uomo di 58 anni, Victor Sharrah, un ex camionista del Tennessee. Da circa 3 anni vedeva i volti delle persone con lineamenti “demoniaci”. Il paziente dichiarò che le distorsioni, con tratti del viso fortemente allungati, aventi profondi solchi su fronte, guance e mento, erano presenti sul volto di tutte le persone che incontrava. Tuttavia non riferì alcuna distorsione nell’osservazione di oggetti, come case o automobili. Affermò inoltre che nonostante le deformità era comunque in grado di riconoscere le facce.
Una distorsione che riguarda solo i volti
Questa condizione colpisce esclusivamente la percezione dei volti, lasciando intatta la visione del resto dell’ambiente.
Questo suggerisce che la prosopometamorfopsia potrebbe essere legata ad anomalie di specifiche vie neurali coinvolte nella percezione facciale. Inoltre rappresenta un esempio significativo di come il cervello costruisca attivamente la nostra esperienza visiva.
Forse alcuni artisti ne avevano sofferto
Attualmente, non esistono conferme ufficiali di personaggi famosi diagnosticati con la prosopometamorfopsia.
Alcune ipotesi sono state avanzate riguardo a noti artisti, basate esclusivamente sull’analisi delle loro opere e non su prove cliniche.
E’ il caso ad esempio di Pablo Picasso e Francis Bacon.
Casi riguardanti persone comuni
Esistono diversi casi documentati di individui che hanno sofferto di prosopometamorfopsia. Sulla rivista Newyorker.com viene presentato Jason Werbeloff, un 22enne di Johannesburg in Sudafrica. Secondo la fonte, il ragazzo iniziò a percepire i visi con tratti mostruosi dopo aver contratto una grave mononucleosi che lo costrinse a letto per mesi.
Una patologia descritta anche da Oliver Sacks, neurologo e scrittore diventato famoso in tutto il mondo per la sua capacità unica di raccontare storie estremamente particolari dei suoi pazienti.
Nel 2011, una donna olandese di nome Ellen Novarada Lima inviò un’e-mail a Sacks. “Sono una donna di 52 anni e soffro di una malattia“, scrisse. “Credo che non ci sia un nome per definirla. Vedo mostri, facce brutte tutto il giorno”. Poiché Sacks non poteva visitarla da New York, la indirizzò a un neurologo nei Paesi Bassi, Jan Dirk Blom, che pubblicò un articolo su di lei, sempre su The Lancet con Sacks come coautore. “Riusciva a percepire e riconoscere i volti, ma dopo diversi minuti diventavano neri, crescevano lunghe orecchie appuntite, il mento diventava sporgente e la pelle da rettile.£