L’inquinamento atmosferico causa ogni anno migliaia di morti premature. In questa guida vediamo nel dettaglio cos’, quali sono le cause e i possibili rimedi. In particolare scopriamo quali sono le malattie correlate all’inquinamento atmosferico e come ottenere l’assistenza legale. Come tutte le malattie correlate, in caso di esposizione durante l’attività lavorativa, è prevista la tutela legale.

Si ha quindi diritto a ricevere un risarcimento per i danni subiti e tutti i benefici previsti dalla legge. Vediamo quali.

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Inquinamento atmosferico: che cos’è nel dettaglio?

Ma che cos’è nel dettaglio l’inquinamento atmosferico? L’inquinamento atmosferico è una forma di inquinamento ambientale. Causato dal rilascio nell’atmosfera terrestre di agenti fisici inquinanti (come il carbonioso), chimici (come gli idrocarburi) e biologici (come per esempio l’antrace). Essi modificano le caratteristiche naturali atmosferiche causando danni, spesso irreversibili, su ambiente, animali, piante e sull’uomo.

Gli agenti inquinanti spesso sono sostanze presenti naturalmente nella composizione dell’aria, ma ad un livello di concentrazione inferiore. Pensiamo ad esempio all’anidride carbonica. Oppure si tratta di sostanze che, senza le attività antropiche, non ci sarebbero affatto. La causa principale dell’inquinamento atmosferico, è presto detto, risiede quindi nelle attività dell’uomo.

Gli agenti possono svolgere, associandosi, un’azione sinergica, anche se appartengono a classi diverse. Un particolato (agente fisico), per esempio, può avere effetti anche per la sua composizione chimica e per l’adesione superficiale ad esso di allergeni biologici.

Quali sono i principali inquinanti dell’atmosfera?

In questa lista elenchiamo i principali inquinanti dell’atmosfera.

  • ossidi di azoto;
  • dello zolfo (SO2 e SO3);
  • ossidi del carbonio (CO e CO2);
  • composti organici volatili: idrocarburi aromatici mono e policiclici ed alogenuri organici come i freon;
  • ozono;
  • radicali liberi;
  • piombo e altri metalli pesanti;
  • particolato.

Inquinamento atmosferico: le cause e le conseguenze

Come già detto le principali cause dell’inquinamento atmosferico risiedono nelle attività antropiche. In particolare le attività industriali (impianti per la produzione di energia, gli impianti chimici industriali), gli impianti di riscaldamento e le combustioni in genere, tra cui gli inceneritori e il traffico veicolare e aereo.

L’inquinamento atmosferico di origine naturale è invece sempre circoscritto nello spazio e nel tempo. Pensiamo per esempio alle emissioni tossiche di un’esplosione vulcanica.

Secondo gli studi al momento disponibili, il 75% dell’inquinamento dell’atmosfera è prodotto dalla lavorazione e dall’uso dei combustibili fossili.

Inquinamento mondiale atmosferico in tempo reale

Attraverso questo portale è possibile avere una visione d’insieme dell’inquinamento atmosferico mondiale. Per ogni località del globo appaiono le stime sulla qualità dell’aria in tempo reale. Ogni località ha una bandierina che può essere verde (se la qualità dell’aria è buona), gialla (se è moderatamente inquinata), arancione (se è malsana per i gruppi sensibili), rossa (se è malsana) e poi viola e marrone nei casi più pericolosi.

Cliccando sulla singola bandierina sono riportati i dati aggiornati in tempo reale con la classificazione mensile ed annuale per una data località.

Inquinamento atmosferico in Italia

Il “Rapporto Qualità dell’aria in Italia 2023” è stato redatto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente Snpa – costituito dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dalle Agenzie ambientali di Regioni e Province autonome.

I dati per il 2023 sono in linea generali positivi e confermano un trend di miglioramento.

Rispettati i valori limite annuali del particolato atmosferico PM10 in tutti i punti di misura, come anche quelli del PM2,5 (311 su 312), con una riduzione media per quest’ultimo di circa il 13% rispetto alla media del decennio 2013-2022. Anche il valore limite giornaliero del PM10 è stato rispettato nell’89% delle stazioni di monitoraggio, con eccezioni concentrate soprattutto nell’area Nord est del bacino padano (47 superamenti su 63), in porzione della conca a nord del Vesuvio e in provincia di Frosinone.

Nei limiti in quasi tutte le stazioni di monitoraggio (98%) il valore annuale del biossido di azoto. I superamenti si verificano in stazioni influenzate da alti flussi di traffico stradale: Torino, Milano, Brescia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo.

Per quanto riguarda l’ozono invece solo in 49 stazioni su 344 non sono state superate le soglie minime.

I rimedi all’inquinamento atmosferico

I trasporti stradali costituiscono una delle principali fonti di emissioni di inquinanti atmosferici nelle aree urbane. I rimedi riguardano politiche incentivanti della mobilità sostenibile e dello smart working.

Per quanto riguarda il riscaldamento sono in atto politiche europee, come la direttiva case green, per modificare l’efficienza energetica degli edifici. Sono presenti inoltre incentivi per sostituire i vecchi sistemi di riscaldamento con sistemi più sostenibili, come pompe di calore o caldaie a condensazione.

Per quanto riguarda l’industria invece i passi verso un’economia circolare sono ancora timidi. Siamo lontani dal prevedere per ogni prodotto sul mercato un piano di smaltimento e di riuso.

Sul sito dell’Agenzia Europea per l’ambiente è riportato che:

La maggior parte delle colture agricole è esposta a livelli di ozono che superano l’obiettivo di lungo termine dell’UE previsto per la protezione della vegetazione. Ciò comprende principalmente una quota significativa delle aree agricole, in particolare nell’Europa meridionale, centrale e orientale.

Le principali conseguenze inquinamento atmosferico

Gli inquinanti hanno un ruolo in molte patologie a carico dell’apparato respiratorio, cardiocircolatorio e del sistema immunitario. Svolgono poi un ruolo sinergico con altri agenti inquinanti e cancerogeni, potenziandone gli effetti. In caso di patologie pregresse influenzano l’aggravarsi dei sintomi della malattia. Pensiamo per esempio al legame tra infezioni da Covid-19 e inquinamento dell’aria.

Morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico

L’inquinamento dell’aria causa da solo ogni anno dai 2,1 ai 4,21 milioni di morti. Secondo le stime dell’OMS sarebbero il 20% le morti premature causate dall’inquinamento.

In Europa, le emissioni di molti inquinanti atmosferici sono diminuite in modo sostanziale negli ultimi decenni, determinando una migliore qualità dell’aria nella zona.

Si rileva però un contributo crescente del trasporto di inquinanti atmosferici a lunga distanza verso l’Europa da altri paesi.

Le malattie causate dagli agenti inquinanti

ambiente e salute ONA TV

Per coloro che abbiano contratto malattie causate dalll’esposizione ad agenti inquinanti sono previsti degli indennizzi e dei risarcimenti. I primi sono legati alla malattia professionale e all’obbligatorietà per tutti i lavoratori di essere coperti da un’assicurazione.

I dipendenti del settore privato e della maggior parte degli ambiti del settore pubblico avranno diritto ad un indennizzo o rendita INAIL e a tutti i benefici previdenziali previsti dalla legge. I dipendenti dei comparti sicurezza del settore pubblico avranno diritto alla cosiddetta causa di servizio. In entrambi i casi si tratta di un indennizzo del danno subito. I malati e i familiari dei malati di malattie correlate ad agenti cancerogeni e inquinanti hanno diritto anche al risarcimento integrale dei danni subiti.

Nel caso di invalidità permanente, l’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione) eroga una franchigia se il danno biologico viene valutato come pari o inferiore al 5%. Con lesioni pari almeno al 6% si ha diritto all’indennizzo malattie professionali e, a partire dal 16%, anche dei danni da diminuite capacità di lavoro con rendita mensile INAIL.

Malattia professionale e liste INAIL

L’INAIL ha redatto apposite liste in cui ha raccolto i principali agenti eziologici e le malattie professionali che essi provocano. Nella lista I ha raccolto gli agenti eziologici che sono alla base, con elevata probabilità, di malattie di origine professionale. In questo caso al lavoratore ammalato basterà dimostrare la presenza del suddetto agente eziologico sul posto di lavoro e la presenza della malattia per ottenere gli indennizzi previsti dall’INAIL.

Nella lista II e III sono presenti invece quegli agenti eziologici e quelle malattie da inquinamento per i quali il lavoratore ammalato dovrà dimostrare il nesso causale per ottenere rendita o indennizzo INAIL e gli altri benefici assistenziali previsti.

Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva

La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) causa ostruzione bronchiale. Solitamente è associata ad una aumentata risposta infiammatoria cronica delle vie aeree e del polmone a particelle o gas nocivi. Gli agenti più coinvolti nell’eziologia della malattia possono essere chimici (IPA, fumi di saldatura, isocianati) o minerali (carbone, silice, fibre artificiali vetrose).

I principali agenti occupazionali correlati allo sviluppo di BPCO sono la silice libera cristallina, il carbone, le polveri di legno, il berillio, il cadmio, gli isocianati, le polveri di cotone, le polveri di grano e cereali, le polveri di legno e carta, i prodotti ammoniacali, i solventi organici.

Compare nel gruppo 1 della Lista I dell’INAIL, tra le malattie da agenti chimici:

  • cadmio leghe e composti;
  • anidride solforosa.

Nel gruppo 4 tra le malattie respiratorie:

  • polveri inerti (cemento, calcare, gesso, calce e altro);
  • altri agenti (fumi e gas di saldatura).

Principali malattie amianto correlate

Le fibre di amianto provocano gravi infiammazioni che possono evolvere in mesoteliomi e tumori. L’azione cancerogena dell’amianto è confermata e illustrata nell’ultima monografia dello IARC. Tra le malattie correlate all’esposizione all’asbesto ricordiamo: placche pleuriche, asbestosi, inspessimento pleurico, cancro al polmone, alle ovaie e alla laringe e mesoteliomi. Queste sono tutte inserite nella lista I dell’INAIL. Vige quindi la presunzione legale d’origine della malattia.

Inquinamento atmosferico e silicosi

La silicosi è una pneumoconiosi fibrotica o sclerogena dovuta all’inalazione prolungata di particelle di silice, ovvero biossido di silicio (SiO2), allo stato di silice libera cristallina (SLC), di dimensioni respirabili. Le proprietà chimico-fisiche delle particelle inalabili e la loro concentrazione sono fondamentali nella definizione della latenza della malattia, che va da pochi mesi fino a 30 anni dalla cessazione dell’attività a rischio.

Soltanto il quarzo cristallino avente dimensioni minori di 7 µm, nonché le varianti cristobalite e trimidite, possono provocare silicosi. In Italia, i principali settori che espongono a silice sono l’edilizia, l’estrazione mineraria, la metallurgia e le lavorazioni di prodotti non metallici, la sabbiatura per lo scolorimento dei jeans ed altre lavorazioni legate alla produzione di gioielli, uso e produzione di materiali per la pulizia dentale e ricostruzione di unghie.

Polmoniti causate da Ipersensibilità

Le alveoliti allergiche estrinseche (AAE), dette anche polmoniti da ipersensibilità, costituiscono un gruppo di sindromi complesse, eterogenee, causate da esposizione ripetuta a polveri organiche e sostanze chimiche a basso peso molecolare che raggiungono gli alveoli e che determinano una risposta immunitaria esagerata a livello del parenchima polmonare.

Gli antigeni presenti negli ambienti di lavoro possono essere distinti in:

  • Antigeni derivanti da funghi (muffe) e batteri: actinomiceti termofili, spore di funghi, aspergilli, pseudomonas sp.
  • di origine animale: proteine sieriche di piccione, proteine aviarie, proteine di bachi da seta, proteine di ratto.
  • Antigeni chimici: isocianati, acido citrico, anidridi, enzimi detergenti.

Le principali categorie di lavoratori a rischio per le AAE sono:

  • agricoltori;
  • allevatori di piccioni e uccelli;
  • lavoratori del tabacco, del legno, del sughero, del malto, del formaggio, di cereali, di caffè;
  • sericoltori;
  • viticoltori (fungicidi);
  • manutentori di impianti di condizionamento e ventilatori;
  • verniciatori (Isocianati);
  • addetti alla lavorazione di materie plastiche e chimiche (anidridi);
  • laboratoristi (se a contatto con i ratti).

Inquinamento atmosferico e berilliosi

Oggi la principale utilizzazione del berillio avviene nell’industria aerospaziale. Insorge solo nel 2% circa degli individui esposti.

In fase acuta si manifesta con i caratteri di una polmonite irritativa chimica e mostra aspetti radiologici simili alla proteinosi alveolare e all’edema polmonare. In fase cronica si evidenziano zone di infiltrato con reazione granulomatosa mediata da linfociti T CD4+2.

MCS: la sensibilità chimica multipla

La Sindrome da sensibilità chimica multipla (Multiple chemical sensitivity syndrome – MCS) o Intolleranza idiopatica ambientale ad agenti chimici (IIAAC) è un disturbo cronico, reattivo all’esposizione a sostanze chimiche, a livelli inferiori rispetto a quelli generalmente tollerati da altri individui, e in assenza di test funzionali in grado di spiegare segni e sintomi. La reale esistenza e definizione di questa sindrome è oggetto di ampio dibattito a livello scientifico e al momento non vi sono ancora solidi parametri di riferimento per la diagnosi di tale patologia.

Le persone rese disabili dall’MCS possono diventare molto malate, patire numerosissimi sintomi, manifestando disturbi respiratori e neurologici, quali dispnea, palpitazioni cardiache, irregolarità del battito cardiaco, perdita della memoria a breve termine, confusione, disorientamento, disturbi delle funzioni cognitive, alterazioni della parola e del comportamento, debolezza estrema che lede la capacità di camminare. Le barriere con cui si confrontano queste persone sono insormontabili, essendo igli agenti patogeni presenti in tutti gli ambienti e in quasi tutti i prodotti che utilizziamo, dall’acrilico nei tessuti sintetici ai mobili fatti con materiali cancerogeni.

Jean Huss ha elaborato di recente un rapporto sulla prevenzione della patologia ambientale per conto del Consiglio d’Europa.

I principali agenti inquinanti inseriti nelle liste INAIL

Tra i principali agenti inquinanti responsabili di malattie professionali ed inseriti nella Lista I dell’INAIL (malattie ad elevata probabilità lavorativa) ci sono le radiazioni ionizzanti. Esse provocano radiodermite, opacità del cristallino, anemia iporigenerativa, piastrinopenia, leucopenia, pancitopenia, infertilità e tumori solidi.

Tra gli agenti di origine biologica che causano malattie con elevata probabilità di origine professionale (gruppo 3 della lista I dell’INAIL) ci sono il batterio che causa la Peste, Listeria, Salmonellae, la Neisseria che causa meningite e il bacillo dell’Antrace. E ancora Brucella, Clostridium Tetani (che causa il tetano) e Micobatteri reesponsabili di Tubercolosi del polmone o di altri organi e apparati. Nello stesso gruppo appaiono anche alcuni virus, funghi e parassiti.

Tra i silicati che causano malattie del sistema respiratorio, oltre all’asbesto, appaiono le polveri miste a basso contenuto in silice che causano Pneumoconiosi fibrogene insieme a Miche e Bentonite. Il talco (che causa talcosi) e il Caolino (Caolinosi).

Tra le polveri inerti ci sono il Carbone puro e Grafite (che causano Antracosi), Ossidi di Ferro (Siderosi), Bario (Baritosi), Stagno (Stannosi), Cemento Calcare e Gesso (che causano Broncopneumopatia cronica ostruttiva). Ancora Alluminio (responsabili dell’Alluminiosi) e Carburi Metallici (Fibrosi Polmonare) e Fibre minerali e vetrose che causano tracheobronchite.

Tra gli agenti eziologici per il tumore di natura professionale oltre all’asbesto l’INAIL riconosce l’Arsenico (con tumori della cute, del polmone e del fegato), Benzene, Berillio, Cadmio, Cloruro di Vinile, Cromo, Erionite (Mesotelioma Pleurico), Ossido di Etilene, Tetracloro e Radon.

In generale ci sono tre liste dell’INAIL che riportano le malattie e gli agenti eziologici.

principali inquinanti atmosferici: piombo e mercurio

Il piombo viene estratto dalle miniere sotterranee e successivamente impiegato per una vasta gamma di prodotti e combinato con altri metalli per produrre leghe. Spesso viene rilasciato nell’ambiente durante i processi di estrazione, fusione e anche durante le fasi di riciclo delle batterie piombo-acido usate (ULAB).

L’esposizione al piombo per inalazione di aria, ingestione orale di terra, acqua o prodotti alimentari contaminati, così come attraverso il contatto con la pelle, può comportare diverse conseguenze negative per la salute, tra cui disturbi neurologici, ridotto IQ, anemia, disturbi nervosi e tante altre malattie. Il piombo è inserito nella lista I dell’INAIL.

Il mercurio elementare è rilasciato più frequentemente nell’ambiente durante il suo processo di estrazione dal solfuro di mercurio rosso e dalle emissioni delle centrali elettriche a carbone. Viene utilizzato in molti processi industriali, ad esempio per l’estrazione dell’oro dalla roccia, ed è inoltre contenuto in prodotti quali termometri, otturazioni dentali e lampade a risparmio energetico.

L’esposizione al mercurio elementare può causare danni al cervello, ai reni e al sistema immunitario. Può avere un effetto negativo anche sullo sviluppo del feto. Il mercurio, amalgame e composti è inserito nella lista I dell’INAIL.

Gli effetti negativi sulla salute del nichel

L’esposizione al Nichel oltre a dermatiti da contatto e asma bronchiale, può causare tumore del polmone e dei seni paranasali.

La maggior parte del nichel prodotto nel mondo viene utilizzata per la produzione di acciaio inossidabile. Inoltre, viene utilizzato per la fabbricazione di monili, articoli di bigiotteria e gioielleria, orecchini, piercing, accessori di moda metallici in genere, tinture per ceramiche, porcellane, vetro, terracotta, coloranti per alimenti, parti di macchine, apparecchi ortodontici, protesi ortopediche e cardiache e nei telefoni cellulari, detersivi e saponi e per cosmetici come il mascara e l’ombretto.

Inquinamento atmosferico e cloruro di vinile

Il cloruro di vinile è dato dalla sintesi, a livello industriale, del cloro con il vinile. L’ambiente che circonda i giacimenti in via di sfruttamento industriale può andare incontro ad inquinamento da mercurio. Uno schema d’insieme della successione dei fenomeni produttivi che porta a tale inquinamento, come avviene da circa mezzo secolo nella Valle del Cecina, è riportato da Ugazio (2007).

Poi il Cloruro di Vinile Monomero è destinato alla polimerizzazione per la produzione del PVC, un diffusissimo materiale plastico, in apposite fabbriche, con fuoriuscita continuativa di modeste aliquote del monomero (CVM) che, diffuso nell’aria, espone l’essere umano, in attività lavorativa o meno, all’aloalcano precursore allo stato gassoso.

Nell’esposizione al mercurio, e quindi al metilmercurio, da un lato, oppure al Cloruro di Vinile Monomero, dall’altro cambia la latenza per l’insorgere della malattia. Nel primo caso la latenza dura quanto una gravidanza. Nel secondo possono trascorrere anche venti anni dall’insorgenza di fibrosi polmonare e angiosarcoma epatico.

Danni alla salute di pesticidi e cadmio

pesticidi sono sostanze di natura chimica prodotte dalle industrie ed utilizzate in agricoltura. Con la pioggia i pesticidi vengono lavati via dai campi e raggiungono le falde acquifere. L’esposizione prolungata ai pesticidi può avere un esteso impatto negativo sulla salute neurologica, riproduttiva e dermatologica.

Il cadmio è presente in particolar modo in Asia, come sottoprodotto delle attività minerarie per l’estrazione dello zinco, del piombo e del rame, così come della produzione di pesticidi e fertilizzanti. Anche una minima quantità di cadmio può avere un impatto molto grave sulla salute. A causa dell’elevata tossicità, nel 2011 l’Unione europea ne ha proibito l’utilizzo per la produzione di gioielli, leghe e PVC.

L’avvelenamento da cadmio, causato per inalazione di polveri e fumi o ingestione di suoi composti, causa rapidamente vertigini, gola secca e nausea. Inserito nella Lista I dell’INAIL provoca tumore al polmone insieme ad una serie di altre patologie.