Il processo Eternit rappresenta una vicenda giudiziaria complessa e prolungata che ha messo in luce le gravi conseguenze dell’esposizione all’amianto e le responsabilità delle aziende nel garantire la sicurezza dei lavoratori e della popolazione. Le sentenze e i procedimenti ancora in corso dimostrano l’importanza della giustizia nel tutelare la salute pubblica e nell’affrontare i disastri ambientali.

Si tratta di uno dei più importanti casi giudiziari legati all’inquinamento ambientale e alla salute pubblica in Italia. Coinvolge la multinazionale svizzera Eternit, che ha operato nel settore dell’amianto, un materiale altamente cancerogeno. Questo articolo offre una panoramica completa del processo, dalle accuse iniziali alle fasi nei diversi tribunali italiani.

Cos’è il Processo Eternit?

Il processo Eternit riguarda la responsabilità della multinazionale svizzera Eternit per i danni alla salute pubblica causati dall’amianto. L’amianto è stato largamente utilizzato nell’edilizia per le sue proprietà isolanti e di resistenza al fuoco. Tuttavia, l’esposizione prolungata alle sue fibre può causare gravi malattie respiratorie, tra cui l‘asbestosi, il mesotelioma e il cancro ai polmoni.

Sono tantissime le persone che si sono ammalate a causa della presenza dei 5 stabilimenti dell’azienda svizzera in Italia. Non solo lavoratori, ma anche vittime di esposizione ambientale. Per esempio, la città di Casale Monferrato è stata duramente provata da queste lavorazioni. Secondo i dati dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto sono 40 i casi di mesotelioma all’anno. Infatti, l’utilizzo di amianto nella città, compreso il polverino (scarto di amianto), e la fuoriuscita delle fibre dallo stabilimento, hanno causato e stanno causando una vera strage.

Le Accuse nel processo eternit

Le accuse contro l’Eternit sono molteplici e gravi. I dirigenti dell’azienda sono stati accusati di disastro ambientale e omicidio colposo plurimo per non aver adottato le misure necessarie per proteggere i lavoratori e la popolazione residente vicino agli stabilimenti.

Le città maggiormente colpite sono Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli e Rubiera, dove si trovavano le principali fabbriche di Eternit in Italia.

Il Processo Eternit ha avuto inizio nel 2009, a carico di Stephan Ernest Schmidheiny. L’ipotesi della Procura di Torino fu quella di disastro ambientale ai sensi dell’art. 434 c.p., definito poi in Cassazione con la prescrizione. Difatti, la Suprema Corte ha ritenuto che il termine prescrizionale decorresse dalla chiusura dello stabilimento. Pertanto con Cassazione, I sezione penale, sentenza 7941/2015, il reato di disastro ambientale è stato dichiarato prescritto.

Il 20 Novembre 2014 si muove verso Stephan Schmidheiny l’accusa di omicidio volontario a causa del decesso di 266 persone. Tra le aggravanti contestate, anche i motivi abietti. Questi consistono nella volontà di profitto e nel mezzo insidioso, in questo caso l’amianto. Tra le 266 vittime, 66 sono ex dipendenti delle fabbriche di Casale Monferrato e Cavagnolo. Tutti gli altri, sono residenti delle zone limitrofe dove sorgono gli ex stabilimenti. La maggior parte di loro è morta a causa dell’insorgenza del mesotelioma. L’unico fattore eziologico per questa malattia è proprio l’amianto.

lista delle Fasi del Processo eternit

  1. Prima Fase (Tribunale di Torino):
    • Nel 2009, il processo inizia presso il Tribunale di Torino. Gli imputati principali sono Stephan Schmidheiny e Louis de Cartier de Marchienne, ex dirigenti di Eternit.
    • Nel 2012, entrambi vengono condannati a 16 anni di reclusione per disastro ambientale e omissione dolosa di misure infortuni.
  2. Appello (Torino):
    • Nel 2013, la Corte d’Appello di Torino conferma la condanna e aumenta la pena a 18 anni per Schmidheiny.
    • Louis de Cartier de Marchienne muore nel 2013, quindi il procedimento nei suoi confronti si estingue.
  3. Cassazione (Roma):
    • Nel 2014, la Corte di Cassazione annulla senza rinvio le condanne per disastro ambientale perché il reato è caduto in prescrizione. Tuttavia, rimane aperta la possibilità di nuovi procedimenti per omicidio colposo.
  4. Eternit Bis (Torino):
    • Nel 2015, viene avviato un nuovo processo, noto come Eternit Bis, presso il Tribunale di Torino. Questa volta, Schmidheiny è accusato di omicidio colposo plurimo.
    • Nel 2016, il Tribunale di Torino dichiara la non luogo a procedere per alcuni capi d’accusa, ma il procedimento continua per altri capi.
  5. Tribunale di Napoli:
    • Parallelamente, un ulteriore processo si svolge a Napoli, dove Schmidheiny è accusato di omicidio colposo per la morte di circa 8 operai dello stabilimento di Bagnoli.
    • Nel 2021, il Tribunale di Napoli condanna Schmidheiny a 4 anni di reclusione per disastro ambientale doloso.
  6. Tribunale di Novara:
    • A Novara, viene avviato un altro procedimento legato alla morte di numerosi ex lavoratori dell’azienda Eternit di Casale Monferrato.
    • Nel 2022, Schmidheiny viene rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario.

Il processo al tribunale di Torino nel 2009

Le indagini iniziate nel 2004, hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio a carico di Stephan Schmidheiny. Il processo è iniziato il 06.04.2009. Sono state presentate 2889 atti di costituzione di parte civile, che corrispondono ad altrettante vittime. 

Finalmente, con la sentenza Eternit del 13.02.2012 Louis De Cartier e Stephan Schmidheiny, i due proprietari della multinazionale Eternit, sono stati condannati a 16 anni di reclusione. L’Avv. Ezio Bonanni è stato protagonista di questo processo.

La sentenza Eternit di primo grado arriva il 13 Febbraio 2012. Louis De Cartier e Stephan Schmidheiny sono condannati a 16 anni per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Sono quattro anni in meno rispetto alla richiesta del procuratore generale Guariniello.

Poiché ci fu la dichiarazione di prescrizione per il caso Eternit Bagnoli, vi fu l’appello, sia del Procuratore della Repubblica sia dell’Avv. Ezio Bonanni. La Corte d’Appello di Torino ha confermato la condanna, anzi, l’ha estesa anche per Eternit Bagnoli. La pena è stata aumentata a 20 anni.

A giugno del 2013, più di un anno dopo, si conclude in processo di secondo grado. Con sentenza eternit del 3 giugno 2013, Stephan Schmidheiny è condannato a 18 anni di carcere, due anni in più rispetto alla sentenza di primo grado. De Cartier, nel frattempo, è morto. La sentenza di secondo grado riconosce la responsabilità penale per i siti di Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli e Rubiera. In quell’occasione sono stanziati fondi per circa 90 milioni di euro, da destinarsi come risarcimento danni alle vittime del dovere e ai loro familiari.

Processo Eternit: il reato è prescritto

Il 19 novembre 2014, la Corte di Cassazione ha annullato le condanne precedenti a causa della prescrizione del reato (art. 434 c.p.), come indicato nella sentenza n. 7941. Nonostante il reato fosse confermato, il lungo intervallo di tempo trascorso tra l’esposizione all’amianto e l’insorgere delle malattie nelle vittime ha portato alla prescrizione.

La Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione si applica poiché gli eventi incriminati si sarebbero verificati dopo la chiusura degli stabilimenti Eternit nel 1986. Poiché il processo verte sul disastro ambientale piuttosto che sull’omicidio, risulta molto difficile provare le concause.

Con la decisione della Corte di Cassazione, sono stati annullati anche i risarcimenti destinati alle vittime. Le patologie legate all’amianto, che spesso si manifestano molti anni dopo l’esposizione, hanno complicato la possibilità di ottenere giustizia, sia dal punto di vista medico che legale.

L’accusa di omicidio volontario e la chiusura del processo per disastro ambientale

Nonostante la prescrizione decretata dalla Cassazione, le indagini continuano. Il 20 novembre 2014, Stephan Schmidheiny è stato accusato di omicidio volontario continuato e aggravato nei confronti di 258 persone, con l’aggravante di motivi abietti, tra cui il profitto economico e l’uso di un materiale insidioso come l’amianto.

Tra le 266 vittime, 66 erano ex dipendenti degli stabilimenti di Casale Monferrato e Cavagnolo, mentre le restanti erano residenti nelle aree circostanti. La maggior parte di loro è deceduta per mesotelioma con le ultime morti risalenti al 2014. La prescrizione del caso Eternit ha chiuso il capitolo del disastro ambientale per aprire quello sugli omicidi volontari.

Corte di Cassazione: accuse annullate per un vizio di forma

Le indagini e i processi sono proseguiti con un cambiamento dell’accusa da omicidio volontario a omicidio colposo, aggravato dalla colpa cosciente. La Procura della Repubblica di Torino e la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Torino hanno impugnato le due sentenze, ma la Corte di Cassazione le ha dichiarate inammissibili per un vizio di forma durante l’udienza del 13 dicembre 2017.

Durante quell’udienza, l’Avvocato Ezio Bonanni ha cercato di far accogliere i ricorsi, sostenendo che il passaggio da omicidio volontario a colposo rischiava di annullare molti casi di decessi legati all’amianto. Tuttavia, gli sforzi sono stati vani: la Corte di Cassazione ha mantenuto la sua posizione, dichiarando entrambi i ricorsi inammissibili.

Processo Eternit Bis a Torino: condanna dell’imputato

Durante l’udienza del 20 novembre 2018, il PM Colace ha richiesto una condanna di 7 anni di reclusione per l’imputato.

Il 25 gennaio 2019, il Tribunale Penale di Napoli ha rinviato a giudizio Stephan Schmidheiny per omicidio colposo. In quell’occasione, è stata accolta la tesi dell’Avvocato Ezio Bonanni, presidente di ONA, e dei Pubblici Ministeri Frasca e Giuliano. Le richieste dell’ONA sono state sostenute anche dall’Avvocato Flora Rose Abate, già legale dell’associazione.

Le argomentazioni della difesa dell’imputato sono state discusse il 7 febbraio 2019, seguite dalla sentenza di condanna di Stephan Schmidheiny, emessa dal Tribunale di Torino.

Il processo d’Appello ha confermato solo parzialmente la condanna del magnate svizzero, riducendo la condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione per l’omicidio colposo di Giulio Testore, un operaio dello stabilimento di Cavagnolo morto per mesotelioma da amianto.

Stephan Schmidheiny è stato assolto dall’accusa di omicidio colposo di un’altra dipendente, Rita Rondano, perché il fatto non sussiste.

Il processo Eternit-bis a Napoli

Il processo di primo grado è iniziato il 12 aprile 2019 ed è tutt’ora in corso.

Il 15 maggio 2019, si è tenuta la seconda udienza del processo Eternit-bis. La causa si svolge nell’aula 116, dinanzi alla II Sezione della Corte d’Assise di Napoli, presieduta da Alfonso Barbarano, con il giudice a latere Maurizio Conte.

In questa udienza, la Corte ha respinto la richiesta della difesa di escludere ONA dal processo e ha ammesso l’associazione come parte civile. ONA ha inoltre deciso di costituirsi parte civile anche nel processo Eternit-bis di Vercelli, dove Stephan Schmidheiny è accusato della morte di 392 persone, decedute per patologie asbesto-correlate.

Il 2 marzo 2022, la Procura di Napoli ha richiesto per l’imputato una condanna di 23 anni e 11 mesi di reclusione. Il 23 marzo 2022, hanno discusso gli avvocati della difesa. La Corte ha poi rinviato la decisione al 6 aprile 2022 per repliche ed eventuale sentenza.

Processo Eternit: Eternit bis a Novara

Il 24 gennaio 2020, il Tribunale di Novara, con il giudice per l’udienza preliminare Fabrizio Filice, ha nuovamente rinviato a giudizio Stephan Schmidheiny. L’imprenditore è accusato dell’omicidio volontario di 392 persone, tra cui 62 lavoratori della fabbrica di amianto di Casale Monferrato e 330 residenti delle aree circostanti, tutte decedute a causa di mesotelioma.

Il processo davanti alla Corte d’Assise di Novara si è concluso il 7 giugno 2023, con una condanna di 12 anni di reclusione per omicidio colposo, un reato meno grave rispetto all’omicidio volontario contestato inizialmente dai pubblici ministeri. I PM avevano richiesto una condanna all’ergastolo e isolamento diurno per le 392 vittime.

Stephan Ernest Schmidheiny è stato condannato per 147 decessi e assolto per 46, in cui non è stata trovata una correlazione tra le sue azioni e le morti. Per gli altri casi, è intervenuta la prescrizione.

Sono stati stabiliti ingenti risarcimenti: 50 milioni di euro per il Comune di Monferrato, 30 milioni di euro per lo Stato, oltre ai risarcimenti per i familiari delle vittime, le associazioni e i sindacati. L’ONA, costituitasi parte civile nel processo, ha ottenuto un risarcimento di 50 mila euro.

Ne bis in idem: rigetto dell’eccezione

Il 31 maggio 2020, nell’aula 116 della II Sezione della Corte d’Assise di Napoli, presieduta da Alfonso Barbarano con il giudice a latere Maurizio Conte, si è tenuta l’udienza dibattimentale del processo Eternit-bis riguardante lo stabilimento di Bagnoli (proc. n. 5231/17).

La difesa di Stephan Schmidheiny ha invocato il principio del ne bis in idem, sostenendo che l’imputato non dovrebbe essere processato due volte per lo stesso reato, riferendosi al precedente processo per i reati previsti dagli artt. 434 e 437 c.p., ormai caduto in prescrizione.

Il GUP di Torino ha respinto l’eccezione di ne bis in idem, sostenendo che si trattava di nuove e diverse fattispecie di reato, poiché nel nuovo processo l’accusa è di omicidio. Anche il GUP di Napoli e i Pubblici Ministeri hanno condiviso questa posizione, rigettando il ne bis in idem. Anche l’ONA ha rifiutato tale eccezione.

Sia per il caso di Bagnoli che per quello di Casale Monferrato, l’accusa è di omicidio volontario. Tutte le richieste di Stephan Schmidheiny sono state rigettate.

Eternit: cos’è, Storia, Produzione

Eternit è una multinazionale fondata nel 1903 a Horgen, in Svizzera, da Ludwig Hatschek. L’azienda è diventata famosa per la produzione di materiali da costruzione contenenti amianto, principalmente il cemento-amianto, noto anche come fibrocemento. Il nome “Eternit” deriva dalla parola latina “aeternitas”, che significa “eternità”, riflettendo la durabilità del materiale prodotto: il cemento amianto.

Il cemento-amianto è una combinazione di cemento e fibre di amianto, che conferisce al materiale un’elevata resistenza meccanica e termica, oltre a proprietà isolanti. Il processo di produzione prevede diverse fasi:

  1. Estrazione dell’amianto: L’amianto viene estratto dalle miniere in forma di fibra.
  2. Miscelazione: Le fibre di amianto vengono mescolate con il cemento e altri additivi.
  3. Formatura: La miscela viene formata in lastre, tubi, tegole e altri prodotti.
  4. Indurimento: I prodotti vengono lasciati indurire, acquisendo le caratteristiche finali di resistenza e durabilità.

Storia dell’Azienda che ha diffuso l’amianto

Eternit ha conosciuto un rapido sviluppo durante il XX secolo, espandendo la sua produzione in numerosi paesi in tutto il mondo, tra cui Italia, Francia, Belgio, Brasile e Sudafrica. In Italia, gli stabilimenti principali si trovavano a Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli e Rubiera. L’azienda ha beneficiato dell’ampio utilizzo dell’amianto nel settore edile, grazie alle sue proprietà versatili e alla relativa economicità.

Tuttavia, già dagli anni ’60, iniziarono ad emergere i primi studi che evidenziavano la pericolosità dell’amianto. Nonostante le crescenti prove dei rischi per la salute, Eternit continuò a produrre e commercializzare prodotti in cemento-amianto fino agli anni ’80, quando in molti paesi iniziarono a essere introdotte leggi restrittive sull’uso dell’amianto.

In Italia l’amianto fu bandito nel 1992, ma in diversi paesi del mondo viene tutt’ora estratto, prodotto e commerciato.

Danni alla Salute dell’eternit

Nel 1933, l’azienda divenne proprietà della famiglia svizzera Schmidheiny. Quarant’anni dopo, insieme ai belgi De Cartier, divenne proprietaria anche degli stabilimenti italiani.

Le malattie, però, arrivarono prima. Già negli anni Cinquanta, in uno stabilimento Eternit Casale Monferrato, si registrarono diverse morti di operai per patologie respiratorie.

Piano piano, cominciano ad ammalarsi anche persone non strettamente correlate alla fabbrica Eternit (residenti nelle zone limitrofe). Verso la fine degli anni Settanta, il sindacalista CGIL Bruno Pesce, insieme a un operaio dell’Eternit, Nicola Pondrano, avviarono una serie di indagini per fare luce su quelle morti così sospette. Nel 1986 Eternit chiuse.

Diversi anni dopo, nel 2004, fu trasmessa la segnalazione alla Procura della Repubblica di Torino, per cui, si avviarono le indagini a fronte delle quali i due proprietari degli stabilimenti furono rinviati a giudizio per i reati di cui agli artt. 434 e 437 c.p.

Perché e quanto è pericoloso l’Eternit per la salute

L’amianto è altamente pericoloso per la salute umana. Le fibre di amianto, se inalate, possono causare gravi malattie respiratorie, tra cui:

  • Asbestosi: Una malattia polmonare cronica causata dall’inalazione di fibre di amianto che provoca cicatrici nei polmoni.
  • Mesotelioma: Un tipo raro e aggressivo di cancro che colpisce il mesotelio, il tessuto che riveste i polmoni, l’addome e altri organi.
  • Cancro ai polmoni: L’esposizione prolungata all’amianto aumenta significativamente il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni.
  • Placche pleuriche: Ispessimenti della pleura, la membrana che avvolge i polmoni, che possono ridurre la funzione polmonare.
  • Cancro alle ovaie, al colon retto, all’esofago e in altri distretti corporei.

La pericolosità dell’amianto secondo lo IARC

Il potere cancerogeno dell’asbesto è confermato nell’ultima monografia IARC: World Health Organization IARC monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans – Vol. 100C  “Arsenic, metals, fibres, and dusts volume 100 C – A review of human carcinogens” ASBESTOS – Lyon, France – 2012.

Sul sito dello Iarc si legge che alcuni studi, finanziati dalle industrie dell’amianto, sostengono che il crisotilo, il tipo di amianto più comune e contenuto nell’Eternit, non è cancerogeno.

I lavoratori degli stabilimenti Eternit e le persone che vivevano nelle vicinanze delle fabbriche sono state le più colpite. Le malattie correlate all’amianto possono manifestarsi anche decenni dopo l’esposizione, rendendo difficile il controllo e la prevenzione.

Tuttavia in tutta Italia sono ancora presenti 40.000 le tonnellate di materiali contenenti amianto. La presenza di asbesto è rilevante anche in molti edifici pubblici, come scuole e ospedali.

L’impegno dell’ONA e dell’Avv. Ezio Bonanni prosegue

Processo Eternit: conferenza di Casale Monferrato

L’ONA si è impegnata anche sul territorio di Casale Monferrato. con molte manifestazioni.

Il giorno 16.02.2015, in Casale Monferrato, l’ONA si è mobilitata con la presenza dell’Avv. Ezio Bonanni.

L’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni ha permesso di ottenere un importante risultato: la condanna di Stephan Schmidheiny per la morte di Testore Giulio, per il reato di omicidio colposo con colpa cosciente.