Recenti studi rivelano che la psilocibina, un allucinogeno alcaloide presente nei cosiddetti “funghi magici”, potrebbe offrire un sollievo significativo ai pazienti affetti da mesotelioma, migliorando la loro prospettiva e la salute mentale. Questa scoperta promettente potrebbe rappresentare una svolta nell’affrontare il disagio psicologico correlato al cancro, aprendo nuove strade per la terapia e il benessere dei pazienti.

Psilocibina: una svolta nella cura del disagio psicologico

Psilocibina. Molti pazienti che affrontano una diagnosi di mesotelioma, una rara forma di cancro causata dall’esposizione alle fibre di amianto, si trovano di fronte a una prospettiva spesso infausta.

Ad oggi infatti non esiste una cura contro il terrible male.

Gli interventi abituali per questo tipo di cancro comprendono la chirurgia, la chemioterapia , l’immunoterapia, le radiazioni, e altri trattamenti per lo più palliativi. Il dolore e la paura, possono portare i pazienti a sviluppare ansia e depressione. Tutti fattori che influiscono sulla loro qualità di vita.

Tuttavia, una nuova luce sembra farsi strada nell’oscurità di questa difficile realtà. È qui che entra in gioco la psilocibina. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che l’allucinogeno può alleviare i disagi psicologici, riducendo la sensazione di angoscia derivante dai problemi causati dal cancro.

Ma che cos’è la psilocibina? Scopriamo la sua storia, i suoi effetti e l’uso terapeutico.

Psilocibina: una storia millenaria

La psilocibina, termine derivante dalle parole greche ‘psilos‘ (nudo) e ‘kub‘ (testa), è una sostanza allucinogena presente nei cosiddetti “funghi magici”, il cui uso risale alla preistoria. 

Alcuni studiosi ipotizzano che l’uso della psilocibina possa risalire addirittura all’alba della nostra evoluzione cerebrale, quando la mente umana iniziò a tracciare il suo destino unico nel panorama evolutivo. A sostenerlo, l’etnobotanico e psiconauta statunitense Terence McKenna.

Secondo lui, i funghi avrebbero accelerato l’evoluzione umana, creando una sorta di iperconnettività cerebrale che ha spinto la crescita delle dimensioni del cervello umano, catalizzando innovazioni senza precedenti. 

In effetti, tracce di questa affascinante relazione si dipanano in murales antichi e pitture rupestri, che risalgono al 10.000 a.C., in Australia settentrionale e al 4.000 a.C. in Europa.

Uso della psilocibina: un viaggio di guarigione e trascendenza

Quanto al suo uso, storicamente, le persone usavano la psilocibila e gli altri funghi psichedelici (sono circa 150 le specie) per molti scopi religiosi, rituali e spirituali, per gestire il dolore, per ottenere una divinazione e per la guarigione. 

Tra le antiche civiltà che si innamorarono della psilocibina, l’America centrale emerge come uno dei saggi custodi di questa straordinaria eredità. 

Gli indigeni dipingevano nelle loro opere d’arte il potere dei funghi come canali di comunicazione con le divinità. Nei miti e nelle leggende degli Aztechi e dei Maya, i funghi magici, noti come Teonanácatl o “carne degli dèi” nella lingua nahuatl, erano doni sacri delle loro “divinità serpente“, che avevano dato vita a tutto ciò che esiste.

Anche presso queste antiche civiltà, la psilocibina era il cuore pulsante di cerimonie religiose e spirituali, utilizzata per divinazioni, guarigione e celebrazioni, tracciando le sue radici fin dal 1.500 a.C. 

Tuttavia, con la brutale conquista degli spagnoli, questi riti furono banditi, relegando la pratica dei funghi magici nell’ombra.

In tutto il mondo si utilizzava il funghetto magico

L’influenza della psilocibina si estese ben oltre le coste dell’America centrale. Il fungo si trova infatti praticamente in ogni anglo del Pianeta. Nelle terre gelide della Siberia, tribù indigene utilizzavano funghi allucinogeni per affrontare l’estremo freddo, mentre nell’antica Grecia, personalità del calibro di Platone e Aristotele partecipavano a misteriose cerimonie psichedeliche dedicate alla dea Demetra. Gli antichi egizi, consideravano i funghi come il “cibo degli dèi”, riservato a sacerdoti e élite. Nei Veda erano invece chiamati “Soma”

Entusiasmo e… battuta d’arresto

Negli anni ’50, grazie ai racconti sulle cerimonie con i funghi (conosciute come “veladas”) che si svolgevano nella regione di Oaxaca in Messico, i laboratori farmaceutici iniziarono a interessarsi a queste straordinarie piante, per via delle loro proprietà antidepressive. 

Così, dopo aver scoperto i principali agenti psicoattivi dei funghi magici, furono sintetizzati e commercializzati i loro analoghi. 

Purtroppo, a causa di controversie e preoccupazioni legate al loro abuso, la ricerca su questi composti venne interrotta e molte sostanze furono proibite in molti Paesi. Negli Stati Uniti, ad esempio, la psilocibina fu bandita nel 1970 con l’adozione del Controlled Substances Act, che la classificò come una sostanza di Schedule I, cioè con alto potenziale di abuso e senza alcun uso medico riconosciuto. 

Nel 1971, la Convenzione sulle sostanze psicotrope incluse gli psichedelici tra le sostanze disponibili solo a scopo di ricerca. Nel 1985 la Drug Enforcement Administration (Dea) americana ha reso illegale l’Mdma (conosciuta anche come ecstasy).

Perché questi timori?

Le motivazioni sono imputabili a diversi fattori. In primis, le ragioni risiedono in una sorta di “micofobia” radicata nella cultura. Il fatto che spesso i funghi crescano in ambienti contaminati, degradati o addirittura sul letame bovino, e che fin da piccoli siamo messi in guardia contro il loro pericolo, contribuì a radicare la paura in molte culture. In secondo luogo, la pericolosa associazione, promossa soprattutto dai media, tra i funghi e gli eccessi psichedelici degli hippie negli anni ’60, influenzò in maniera indelebile il consumo degli allucinogeni.

La rinascita contemporanea 

Nel 1997, il Dr. Franz Vollenweider, dell’Ospedale Psichiatrico Universitario di Zurigo, Svizzera, ricevette il primo Heffter Award come “Migliore ricercatore scientifico” per i suoi studi pionieristici sull’effetto della psilocibina sulle funzioni cerebrali. Attraverso la tomografia ad emissione di positroni (PET), Vollenweider, aveva infatti scoperto che durante gli stati alterati di coscienza, specifiche strutture cerebrali vengono attivate o soppresse. Inoltre, realizzò che la psilocibina offriva un’opzione di trattamento per una vasta gamma di disturbi psicologici e cronici.

Da quel momento, si è assistito a una nova rinascita della sostanza, che nel frattempo è stata depenalizzata e legalizzata in molti Stati.

Il rinnovato entusiasmo ha così riportato in auge la psilocibina nell’ambito della psichiatria, delle neuroscienza, della farmacologia, biochimica e altre discipline, ottenendo un riconoscimento mainstream dopo lunghi anni di scetticismo. Ma torniamo al mesotelioma. Cosa dicono i nuovi studi?

Psilocibina e depressione

Studi sulla psilocibina a confronto 

Ricerche recenti condotte dalla Johns Hopkins University School of Medicine hanno rivelato che la psilocibina, potrebbe detenere la chiave per alleviare il disagio psicologico associato al mesotelioma. 

In particolare, due studi estremamente rigorosi condotti sull’allucinogeno, hanno fornito risultati straordinari.

Nel primo, condotto su 51 pazienti con diagnosi potenzialmente letali e sintomi di depressione e ansia, coloro che avevano ricevuto una dose elevata di psilocibina hanno sperimentato notevoli riduzioni di depressione e ansia, oltre a una diminuzione dell’ansia legata alla morte. In aggiunta, è emerso un tangibile miglioramento della qualità della vita e un impensabile ottimismo. 

Questi risultati straordinari indicano che la psilocibina potrebbe aprire la strada a benefici profondi e duraturi per la salute mentale dei pazienti.

Un secondo studio condotto presso il New York University ha confermato tali promettenti scoperte. Dopo una singola dose di psilocibina, ventinove pazienti affetti da ansia e depressione correlate al cancro hanno riportato miglioramenti immediati, sostanziali e duraturi. L’ansia e la depressione sono state notevolmente alleviate, e il benessere spirituale e la qualità della vita sono aumentati significativamente. Dopo circa sei mesi, i pazienti hanno continuato a beneficiare di un miglioramento nel disagio esistenziale e nella qualità della vita, insieme a un atteggiamento più positivo verso la morte.

Questi risultati rivoluzionari indicano che, insieme alla psicoterapia, la psilocibina potrebbe rappresentare un trattamento rapido, efficace e duraturo per il disagio psicologico legato al mesotelioma.

Ma a cosa si devono questi benefici? Quali sono i principi attivi dei funghetti?

Gli Ingredienti attivi e i misteri della mente

I principali ingredienti attivi di tutti i funghi Psilocybe sono la psilocibina e la psilocina (insieme a tracce minori di baeocystina, norbaeocystin e almeno altre 30 molecole organiche complesse). 

Entrambe appartengono alla famiglia delle triptamine e presentano una stretta somiglianza con il neurotrasmettitore serotonina, coinvolto nell’inibizione dei processi cerebrali.

Quanto alle differenze fra i principi attivi, la psilocina è instabile e si degrada quando il fungo viene essiccato, mentre la psilocibina ha una maggiore stabilità nel tempo (ne è stata rilevata la presenza in un esemplare di fungo di 115 anni). 

Effetti dell’uso di questa sostanza psichedelica sul mesotelioma

come detto, l”assunzione del fungo può provocare euforia e senso di benessere. Inoltre può causare cambiamenti nella coscienza, umore e percezione. Questo tipo di effetto è spesso chiamato “viaggio”.

A seguire, riassumiamo l’elenco degli effetti positivi: 

  • Riduce i sintomi di ansia e depressione nei pazienti affetti da cancro; 
  • Può aiutare a migliorare la qualità della vita e il benessere generale delle persone affette da mesotelioma;
  • Può aiutare i pazienti ad affrontare meglio lo stress e la paura associati a una malattia terminale.

Effetti collaterali 

Purtroppo, gli effetti a lungo termine dell’uso di psilocibina non sono ben studiati e potrebbero esserci potenziali rischi ed effetti collaterali.

Su tutti, possono far sperimentare quello che in gergo si chiama “brutto viaggio”, “bad trip”, cioè una serie di esperienze avverse che una persona prova dopo aver usato una sostanza psichedelica. 

Di cosa parliamo?

Allucinazioni spiacevoli o intense

Sensazione di ansia

Paranoia

Panico o paura

Dilatazione della pupilla

Distorsioni visive e uditive

Nausea, disturbi di stomaco e vomito

Mal di testa

Battito cardiaco irregolare

Aumento della respirazione

Vampate, sudorazione e brividi

Un iter burocratico lento 

Veniamo adesso alle novità. Negli Stati Uniti, l’Oregon è stato il primo stato a legalizzare l’uso di psilocibina a determinate condizioni. La psilocibina non viene venduta nei negozi, ma viene erogata in centri con licenza.

Il Colorado ha seguito l’esempio dell’Oregon, con l’entrata in vigore della legge prevista per il 2024.

In Australia, a partire da luglio 2023, è possibile prescrivere MDMA (ecstasy) e psilocibina a scopo terapeutico per il disturbo da stress post-traumatico e la depressione resistente ad altre terapie.

In Italia, la coltivazione di funghi allucinogeni è considerata reato e tutti gli psichedelici sono classificati come sostanze stupefacenti e psicotrope. Tuttavia, la legge consente l’uso di terapie non ancora approvate per pazienti terminali in situazioni di cure palliative. Questo viene definito “right to try”, ovvero il diritto a tentare tutto il possibile in situazioni disperate, con il parere del Comitato etico, il consenso informato del paziente e la responsabilità di un medico.

Conclusioni: ONA appoggia la ricerca

L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), presieduto dall’Avv. Ezio Bonanni, sostiene la ricerca. «Anche se la strada è ancora lunga, il futuro uso della psilocibina nel trattamento del mesotelioma apre la strada a promettenti orizzonti terapeutici. Gli studi in corso suscitano speranze legittime nel campo della medicina, offrendo una prospettiva innovativa per affrontare questa malattia devastante. La combinazione di risultati positivi e una normativa sempre più favorevole promette di rivoluzionare l’approccio al trattamento del mesotelioma, offrendo ai pazienti una nuova speranza di vita e benessere»– afferma il legale.